Epilogo - Epilogue

Il viaggio iniziato il 1. Giugno sta volgendo al termine e ci sembra doveroso scrivere alcune righe per chiudere. E’ stata un esperienza fantastica. Con il senno di poi siamo concordi nel pensare che non saremmo comunque riusciti a seguire il piano originale. Per lo meno non viaggiando nel modo che piace a noi. Adagio adagio e gustandoci le cose con calma. Saremmo finiti a rincorrere le tappe pianificate dimenticandoci di tutto il resto. Lo scopo sarebbe stato quello di fare chilometri anziché gustarci i posti che attraversavamo. La scelta di andare in Iran è stata perfetta. Abbiamo avuto tutto quello che cercavamo negli “stan”. La Mongolia rimane lì, un sogno che magari un giorno si avvererà.

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17/18/19/20/21.08.2022

Il 17 Agosto, Dopo aver lasciato il camping in zona Ure Vajgurore, abbiamo raggiunto Durazzo per poi inoltrarci nell’entroterra e salire verso il parco nazionale Qafe Shtame. Ci fermiamo per consumare un piatto tipico (polle e tagliatelle tutto cotto assieme in un pentolotto di terracotta). Decidiamo poi di tornare indietro di qualche chilometro e scendere lungo una strada sterrata che ci porta fino al lago Bovilla dove vorremmo pernottare. Purtroppo l’unico posto “agibile” è già occupato. Proseguiamo la discesa nella speranza di trovare qualche altro spiazzo ma la zona è molto impervia e non riusciamo a trovare un posto adatto. Continuiamo quindi la discesa fino a Tirana e ci piazziamo in un camping sulle colline prima della città. Il posto è a dir poco “strambo”. Una casa con un grande giardino adibito a “camping” con pochi posti ma curatissimo. Servizi e docce pulitissime. Tutt’attorno piante di frutta, vigna ed orti. La coppia che gestisce la struttura non parla una parola di inglese ma riusciamo a chiedere se possiamo avere un poco di frutta. Stefano torna dopo 15 minuti con un secchiello pieno di verdure freschissime (pomodori, cipolle, peperoni e un cetriolone)…ci basteranno per una settimana. Per quanto concerne la frutta, basta servirsi dagli alberi. Come detto il posto è bizzarro gatti, galline e oche passeggiano allegramente fra i camper e le tende. Il proprietario, con i suoi stivaloni di gomma, corre in giro ad innaffiare, strappare qualche erbaccia, cogliere qualche frutto ed accompagnare le mucche al pascolo. La cosa stupefacente è che, malgrado siamo nel mezzo di una fattoria, non c’è l’ombra di una cacca per terra…tutto lo spazio riservato ai campeggiatori è verde e pulito. Con la verdura ricevuta, Stefano prepara una buonissima insalata. Durante la cena osserviamo sbigottiti le galline e le oche spiccare dei salti per strappare gli acini d’uva dai grappoli alti della vigna…quelli bassi sono già stati ampiamente saccheggiati.

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16.08.2022

Quando partiamo da Argirocastro sono già quasi le 9:00. Da quando abbiamo lasciato Mardin le nostre partenze mattutine si sono lentamente ma inersorabilmente ritardate. In effetti non dobbiamo più coprire grandi distanze e le cose che vogliamo vedere sono per lo più “di strada” e non richiedono lunghe deviazioni. Il mattino quindi ci prendiamo un poco più di tempo. Invece di alzarci prima che si alzi il sole in modo da poter smontare le tende senza il gran caldo, aspettiamo che sia il sole a svegliarci scaldando la tenda. Inoltre la qualità delle strade è notevolmente migliorata e quindi riusciamo a percorrere maggiori distanze in molto menpo tempo...ancora non sappiamo quanto questo oggi non sia vero.

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15.08.2022

Ci alziamo con calma dopo aver passato una notte molte tranquilla ed aver recuperato un pò di sonno arretrato. La giornata è bellissima e prepariamo il caffè prima di iniziare a ripiegare le nostre tende. Dopo una breve tratta lungo il mare arriviamo a Valona, una città molto turistica con un lungomare costellato di alberghi e palazzine con appartamenti, e dall'altro lato una bella spiaggia con stabilimenti balneari. C'è parecchio movimento e di conseguenza anche parecchio traffico. Dopo aver passato Valona ci fermiamo per bere un cappuccino ed una brioche per fare il punto della situazione. Vorremmo vedere anche un pò l'entroterra dell'Albania, ed ora che il tempo è bello, ci mettiamo a guardare in internet che cosa potremmo visitare. Facciamo una lista di tutte le cose che potrebbero interessarci, e ci accorgiamo che comunque sono tante.  Come prima meta decidiamo di andare ad Argirocastro, che si trova leggermente più a sud nell'entroterra albanese. Argirocastro è una delle più antiche città albanesi, costruita su una collinetta alta circa 300 m che domina una valleta fra i monti Mali i Gjere e il fiume Drino. La città antica mostra l'incontro delle culture greca, romana, bizantina, turca e albanese ed è inlcusa tra i patrimoni dell'umanità. Troviamo un posteggio ai piedi del centro storico, e come prima cosa dobbiamo salire per raggiungere il centro e poi il castello di Argirocastro. La salita a piedi è ripida ed il caldo non aiuta. Raggiungiamo sudati la cittadella fortificata che è stata costruita intorno al XII secolo e dal quale abbiamo un panorama mozzafiato sulla valle e sulla cittadina. Abbiamo sete e scendiamo al centro storico dove ci fermiamo a bere in un piccolo bar, dal quale possiamo osservare i turisti passeggiare per il centro storico molto carino e molto ben riattato. Scegliamo anche un campeggio per la notte, che si trova giusto fuori città. Scendiamo la ripida viuzza acciottalata verso il posteggio. Prima di andare al campeggio ci fermiamo a fare una piccola spesa per la colazione e rifornire il nostro frigo di acqua. Arriviamo al primo campeggio molto bello, ma con poca ombra. Quindi decidiamo di vedere un attimo il prossimo campeggio che dista poche centinaia di metri. Anche questo però non offre troppa ombra, quindi torniamo al primo che comunque ci sembrava meglio attrezzato. Infatto possiamo posteggiare Mr. Magoo all'ombra di un posteggio coperto dove possiamo rilassarci un pò prima di andare a cena al ristorante del campeggio. Il posto è ben frequentato dai locali, e ben presto il ristorante si riempie di gente. Soddisfatti della cena e della birretta fresca torniamo al nostro accampamento, dove notiamo un fuoristrada Nissan posteggiato accanto a Mr. Magoo. Facciamo due chiacchiere con la coppia italiana e raccontiamo le nostre avventure. Una bellissima giornata volge al termine, e siamo contenti di aver cambiato il programma della giornata.

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14.08.2022

Lasciamo il camping di Lynchos con un po’ di dispiacere. Ci mancherà questo bel pezzetto di mare ma non quei maledetti granchietti che ti mozzicano mentre fai il bagno. Siamo stati bene qui. Passiamo da Parga che ieri abbiamo raggiunto via mare e poi lentamente abbandoniamo la costa greca seguendo la strada che ci porterà in Albania. Raggiungiamo la frontiera in ca. 1 ora e mezza. Il passaggio è velocissimo. Nessuno ci da indicazioni ma, per evitare problemi, ci fermiamo e mostriamo i passaporti ad una doganiera che, sorridente, ci dice di proseguire. In Albania non guardano nemmeno i passaporti.

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12.-13.08.2022

Notte tranquilla al campeggio, e dopo colazione si riparte. Volevamo andare ad Ohrid in Macedonia del Nord per poi proseguire in Albania, ma le previsioni del tempo sono pessime nelle località di montagna, e quindi decidiamo di attraversare la Grecia da Est ad Ovest per raggiungere la costa del mar Ionio dove il tempo dovrebbe essere migliore. L'autostrada passa dalle colline dell'entroterra greco fino ad arrivare a Thessaloniki al mare. Ogni tanto scende qualche goccia di pioggia, e dopo Thessaloniki ci addentriamo nelle valli sovrastate da vette che raggiungono i 2600 m. Qui anche i temporali si intensificano. Passiamo dalla centrale elettrica a carbone più grande della Grecia. I piani erano di chiuderla entro la fine di quest'anno, ma la crisi energetica dovuta alla guerra probabilmente farà slittare anche i piani grechi. Comunque si vedono enormi cantieri dove sono in costruzione pannelli solari che probabilmente andranno a sostituire la centrale a carbone (o almeno in parte). Continuiamo il nostro viaggio verso Parga, una cittadina turistica al mare, dove abbiamo visto qualche campeggio. Entrando a Pargo la massa di gente per le strade inizia a preoccuparci, chissà se troveremo posto in uno dei campeggi? Al primo campeggio infatti non abbiamo fortuna, è già tutto pieno, e la spiaggia adiacente è affollattissima, quasi non riusciamo a passare. Il prossimo campeggio è situato a circa 15 minuti, e sembra essere più grande, quindi riproviamo. Il campeggio è situato nella bellissima baia di Lichnos con una bella spiaggia ed un mare stupendo, ed abbiamo già visto dei posti liberi in alto, non direttamente alla spiaggia. Invece ci assegnano un posto fronte mare, perfetto! Decidiamo subito di rimanere 2 notti. Per prima cosa facciamo un tuffo in mare, la temperatura è perfetta, l'unico inconveniente sono dei piccoli granchietti che ogni tanto ti punzecchiano, ma soprattutto riaprono la ferita al piede di Marco. Il campeggio dispone di un bellissimo ristorante con terrazza sul mare e naturalmente ne approfittiamo per mangiare un piatto feta per primo, e poi un bel pesce come secondo piatto. Nel frattempo il cielo si è annuvolato ed è in arrivo un  bel temporale. Stefano torna al campeggio per montare la copertura della tenda e mettere al riparo della pioggia frigo, sedie e tavolo. Appena in tempo prima che un bel temporale si abbatte sulla baia. Non ci facciamo mancare il dolce prima di andare a dormire.

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08/09/10/11.08.2022

Facciamo colazione sulla spiaggia…bellissimo. In lontananza ci salutano i 3 ragazzi che abbiamo tolto dai guai ieri sera. Anche loro hanno dormito sulla spiaggia ed anche loro stanno facendo colazione.

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07.08.2022

Ieri ci siamo presi una giornata di pausa, probabilmente la prima vera e completa giornata dedicata a far niente. Niente programmi, niente chilometri, niente pieno da fare a Mr Magoo, niente spesa, niente cercare un posto per la notte, niente di niente. Ci siamo poi resi conto entrambe, parlandone a cena, che avevamo tremendamente bisogno di “spegnerci” un attimo. Negli ultimi 2 mesi, fra aspettative, delusioni, cambi di programma, piacevolissime scoperte, luoghi, suoni, odori, città, paesi, valli, strade, facce, esperienze indimenticabili ed altre che, purtroppo, dimenticheremo presto, ci siamo riempiti all’inverosimile. Ci sentiamo un po’ come appena alzati da tavola dopo un pranzo di Natale iniziato troppo presto a terminato troppo tardi durante il quale ci siamo abbuffati di un sacco di roba buona ed abbiamo ascoltato un infinità di storie raccontate da parenti che non vedevamo da lungo tempo.

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05.08.2022

Lasciamo il carinissimo camping della pensione MAVI CENNET dopo aver diviso il tavolo della colazione con una giovane coppia turca e il loro bimbetto che, al sicuro tra le braccia del papà, ci scruta con i suoi profondi occhi neri.

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04.08.2022

Giornata di assoluto relax. Per colazione prepariamo il nostro caffè e poi con calma leggiamo le ultime news ed aggiorniamo il blog con i giorni mancanti dell'Iran e della Turchia. Ogni tanto un tuffo nel mare  per rinfrescarci. Verso sera ci concediamo un paio di birrette nella bella terrazza del campeggio, dove ci servono una zuppa di piselli e poi un ottimo pesce alla griglia con patatine (menù unico per tutti gli ospiti).

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03.08.2022

Marco si sveglia e non trova più la tenda si Stefano. E si che ieri sera era sistemata a ca. 2 o 3 metri da Mr Magoo. Si guarda attorno e poi la scorge, lontana, sulla spiaggia. Possibile che abbia russato così forte da costringere Stef ad allontanarsi di un centinaio di metri? In realtà la notte è stata caldissima e Stefano si è spostato per godere un poco della leggera brezza che c’era in riva al mare.

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02.08.2022

Per la prima volta ci svegliamo in 2 alberghi diversi. Facciamo colazione sulle rispettive terrazze e poi ci troviamo verso le 9 in una viuzza del centro storico dove è posteggiato Mr. Magoo. Quando Stefano arriva Marco sta già caricando i suoi bagagli, solo che siamo bloccati da 2 auto, una targata Francia ed una turca. Chiediamo in albergo se sanno di chi sono le auto, ma non ci possono aiutare. Dopo circa 15 minuti di attesa all’ombra sulla scalinata, arrivano i francesi (originariamente turchi) con le loro valigie. Bene, tra poco possiamo partire anche noi. Scendiamo la ripidissima e strettissima viuzza che ci riporta sulla strada principale per avviarci verso Dara, una importante città-fortezza romana nella Mesopotamia settentrionale. Gli scavi hanno portato alla luce i resti della fortezza e delle mura, una necropoli scavata nella roccia ed imponenti opere di canalizzazione sotterranea delle acque con una grande cisterna. Il sito è molto grande, e ci fermiamo alla necropoli per poi proseguire in auto per visitare la cisterna. E’ un luogo unico con un magnifico insediamento.  Purtroppo un blackout elettrico non ci permette di ammirare la bellezza della cisterna sotterranea, dove ritroviamo i francesi che sono partiti insieme a noi. Con le torce dei nostri cellulari cerchiamo di fare un po' di luce, ma le cisterne sono molto alte e non si riesce a vedere molto.

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01.08.2022

Colazione super abbondante e con ogni ben di Dio sulla magnifica terrazza dell’hotel Maristan. Oggi abbiamo intenzione di visitare questa cittadella che, già fin da ieri, ci ha notevolmente sorpreso con la sua architettura ben mantenuta e che può vantare influenze bizantine, ottomane, mongole, assire ed altre ancora.

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31.07.2022

Abbiamo passato una notte molto tranquilla in questa valle meravigliosa. Però anche al mattino ci infastidiscono le vespe ed altri insetti, quindi non ci dilunghiamo a fare colazione e ci facciamo bastare un solo caffè prima di ripartire. Il paesaggio è sempre ancora collinare e la presenza militare è sempre ancora massiccia. Oltre ad essere una regione curda, per lunghi tratti la strada segue il confine con l'Irak e la Siria poi che intravvediamo. Dopo molteplici controlli del passaporto arriviamo a Sirniak. Si ritiene che l’insediamento fosse originariamente chiamata la città di Noè poiché era vicino al monte Curdi dover l’Arca di Noè finalmente sbarcò dopo il diluvio. L’agricoltura, l’allevamento di animali ed il commercio di frontiera sono la spina dorsale della vita economica di Sirnak, come anche la commercializzazione di asfalto del quale ha una riserva stimata in 29 milioni di tonnellate. Il viaggio continua lungo la frontiera siriana delimitata da un muro e filo spinato ed una zona cuscinetto con molteplici torrette di controllo. Dopo un paio d’ore di viaggio arriviamo alla nostra prossima meta, Mardin. E’ nota per la sua architettura araba e per la sua posizione strategica. La sua altitudine le consente di dominare la sottostante regione. La sua popolazione è assai eterogenea, contando arabi, assiri e curdi. Non siamo ancora riusciti a procurarci una sim turca, quindi cerchiamo un albergo cercando di ricordarci quello che avevamo visto precedentemente. Fortuna vuole che lo troviamo abbastanza rapidamente ed ha anche 2 stanze libere, una però solo per una notte. Decidiamo di fermarci in questo albergo magnifico, vecchio 700 anni ed una volta usato come sinagoga. Si respira proprio l’aria dell’antichità in queste vecchie mura. Mardin ci piace subito, con i suoi stretti vicoli ed il centro storico. Le prime popolazioni ad insediarsi nell’area furono cristiani della Chiesa d’Oriente. Dal III al XVIII secolo la religione predominante rimase quella siro-orientale, sia durante il dominio islamico califfale, sia durante la dinastia turca che governò l’Anatolia orientale e la Mesopotamia settentrionale. Dopo aver fatto un primo giro di ricognizione torniamo in albergo a riposarci. Anche qui il caldo rimane opprimente nelle ore pomeridiane. Ci diamo appuntamento verso le 5, e troviamo un bel posticino all’ombra in un bel giardino per goderci una birra (la prima da quasi un mese!). E non riusciamo a resistere ad un 2 e 3 giro prima di avviarci verso il ristorante consigliato dall’albergo. Anche questo ristorante (come moltissimi a Mardin) ha una bellissima terrazza con vista sulla città storica. Ordiniamo un piatto tipico di Mardin, composto da diverse pietanze. Molto soddisfatti della cena Marco torna in albergo, mentre Stefano fa ancora un giro per il centro, che a quest’ora è molto animato.

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30.07.2022

In riva al lago, alla mattina, regna un grande silenzio. Alcuni piccoli uccelli bianchi e neri con le ginocchia che si piegano all’indietro come i fenicotteri infilano il loro lungo becco nel fango dell’acqua bassa e le rondini volano a pelo d’acqua effettuando cambi di direzione incredibili cercando di catturare gli insetti. Della gente che ieri pomeriggio e ieri sera ha vivacizzato le rive del lago rimane solo la vasta distesa di rifiuti. Che peccato!

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29.07.2022

Ci svegliamo con una splendida alba sul lago di Marivan. Anche stanotte il sonno è stato disturbato, sia da moto che sembrava facessero una gara rifacendo sempre lo stesso percorso, sia dal muezzin (sembrava aver il minareto davanti alla tenda). Le temperature mattutine molto piacevoli si innalzano velocemente con il sorgere del sole, e dopo colazione meglio iniziare a smontare le tende. Prima di partire Marco fa il pieno (dobbiamo consumare la benzina nelle taniche prima di passare il confine – non è permesso esportarla - comprensibile con i prezzi che hanno) e controlla ancora l’olio. Il paesaggio è sempre ancora molto collinare dove l’agricoltura è la fonte di guadagno principale. La stragrande maggioranza dei curdi iraniani è musulmana sunnita ed è stata perseguitata, discriminata ed emarginata dalla popolazione musulmana sciita e dal governo. . Come risultato la popolazione curda ha dovuto contare sull’agricoltura come principale fonte di reddito. Tutto l’insegnamento è svolto in persiano e sono vietate le altre lingue indigene. Questa è una barriera alla trasmissione delle tradizioni curde alle future generazioni. La discriminatoria politica ha impedito a molti l’accesso all’educazione , quindi c’è un alto tasso di analfabetismo. Comunque è un popolo molto gentile e ci saluta ad ogni fermata per fare qualche foto mentre lavorano i campi. Guidiamo su e giù per le colline interminabili. Nel pomeriggio arriviamo al lago Hasanlo e decidiamo di trovare un posto in riva al lago. Ci sono molti iraniani che si fermano al lago  per fare il bagno, e non troviamo subito un posto adatto. Un posticino abbastanza ampio con una spiaggia di sabbia ci sembra il posto adatto per montare le nostre tende. Come prima cosa però facciamo un tuffo nel lago. Il fondale non è tanto profondo ma la temperatura dell’acqua è piacevole. Come spesso accade in Iran, una ragazza ci porta dell’anguria che non possiamo rifiutare. Scambiamo due parole, parla abbastanza bene l’inglese e chiaramente non può mancare la foto. Verso sera ci porta anche una omelette iraniana a base di pomodoro. All’imbrunire la sponda del lago diventa tranquilla perché tutti tornano a casa, abbiamo tutta la spiaggia per noi (rimangono solo i rifiuti).

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28.07.2022

Passiamo una notte tranquilla in riva al fiume  vicino alle cascate di Bisheh nelle montagne di Zagros. Solo alcuni ululati di lupi e spari hanno disturbato il nostro sonno, probabilmente per spaventare i lupi. Dopo colazione si riparte in direzione di Kermanshah. Passiamo delle bellissime vallate con campi di grano o campi arati disseminati su tutti i pendii. Diversi agricoltori sono intenti a fare fieno ed usano dei grandi sacchi che poi vengono trasportati con i furgoni che trasportano pile enormi di questo fieno, tenuto assieme da teli e funi. Spesso si vedono gli accampamenti estivi ed i ragazzi che portano le pecore al pascolo. Sembra di tornare indietro nel tempo e siamo ad osservare la popolazione di etnia curda intenta nei loro lavori giornalieri. Superiamo un altro passo di oltre 2400 m e scendiamo nella prossima valle più ampia. Anche in questa valle assistiamo a paesaggi incredibili. Ci fermiamo al primo benzinaio che incontriamo per strada nella speranza di poter fare il pieno. Oggi tocca a Stefano a contrattare con il benzinaio che è subito molto disponibile e gentile. Facciamo il pieno senza grossi problemi e senza attesa con la carta di un camionista. Foto di rito con il benzinaio, e scambio del profilo Instagram e si riparte. In un paese di passaggio facciamo una piccola spesa per la cena, e come spesso accade non vogliono farci pagare la merce. Noi insistiamo sempre per pagare, non ci sembra corretto nei loro confronti. Ci concediamo anche un gelato confezionato.  Nel negozietto a fianco, dove compriamo la Hayday (bevanda analcolica a base di malto), ci fa assaggiare del latte fermentato. Naturalmente non possiamo rifiutare anche se questa bevanda non ci entusiasma. La prossima tappa è Bisotun, un importante sito storico con iscrizioni di Darius I (Persepolis). Purtroppo le iscrizioni praticamente non sono più accessibili e neanche visibili dal basso, perché coperte dalla scalinata create per raggiungere il sito. Delusi, riprendiamo il viaggio fino a Kermanshah, dove ci fermiamo al parco cittadino per trovare un posticino per la notte. Il parco è già molto affollato e non ci convince (vorremmo evitare l’esperienza fatta a Kashan). Quindi proseguiamo e ci inoltriamo sempre di più nella valle di Uraman, dove ci sono alcuni insediamenti curdi abbarbicati sui pendii delle montagne. La valle diventa sempre più stretta e più spettacolare, però diventa sempre più difficile trovare un posto un po' piano per la notte. Anche stavolta iOverlander ci aiuta a trovare un posticino per la notte, anche se arriviamo piuttosto tardi. Dobbiamo affrettarci a montare le tende, ma dopo quasi 2 mesi siamo esperti, e mentre cuoce la pasta montiamo il campeggio. Ci gustiamo un piatto di pasta al pesto rosso e poi ci ritiriamo nelle nostre tende.

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27.07.2022

Passiamo una notte tranquilla in riva al fiume  vicino alle cascate di Bisheh nelle montagne di Zagros. Solo alcuni ululati di lupi e spari hanno disturbato il nostro sonno, probabilmente per spaventare i lupi. Dopo colazione si riparte in direzione di Kermanshah. Passiamo delle bellissime vallate con campi di grano o campi arati disseminati su tutti i pendii. Diversi agricoltori sono intenti a fare fieno ed usano dei grandi sacchi che poi vengono trasportati con i furgoni che trasportano pile enormi di questo fieno, tenuto assieme da teli e funi. Spesso si vedono gli accampamenti estivi ed i ragazzi che portano le pecore al pascolo. Sembra di tornare indietro nel tempo e siamo ad osservare la popolazione di etnia curda intenta nei loro lavori giornalieri. Superiamo un altro passo di oltre 2400 m e scendiamo nella prossima valle più ampia. Anche in questa valle assistiamo a paesaggi incredibili. Ci fermiamo al primo benzinaio che incontriamo per strada nella speranza di poter fare il pieno. Oggi tocca a Stefano a contrattare con il benzinaio che è subito molto disponibile e gentile. Facciamo il pieno senza grossi problemi e senza attesa con la carta di un camionista. Foto di rito con il benzinaio, e scambio del profilo Instagram e si riparte. In un paese di passaggio facciamo una piccola spesa per la cena, e come spesso accade non vogliono farci pagare la merce. Noi insistiamo sempre per pagare, non ci sembra corretto nei loro confronti. Ci concediamo anche un gelato confezionato.  Nel negozietto a fianco, dove compriamo la Hayday (bevanda analcolica a base di malto), ci fa assaggiare del latte fermentato. Naturalmente non possiamo rifiutare anche se questa bevanda non ci entusiasma. La prossima tappa è Bisotun, un importante sito storico con iscrizioni di Darius I (Persepolis). Purtroppo le iscrizioni praticamente non sono più accessibili e neanche visibili dal basso, perché coperte dalla scalinata create per raggiungere il sito. Delusi, riprendiamo il viaggio fino a Kermanshah, dove ci fermiamo al parco cittadino per trovare un posticino per la notte. Il parco è già molto affollato e non ci convince (vorremmo evitare l’esperienza fatta a Kashan). Quindi proseguiamo e ci inoltriamo sempre di più nella valle di Uraman, dove ci sono alcuni insediamenti curdi abbarbicati sui pendii delle montagne. La valle diventa sempre più stretta e più spettacolare, però diventa sempre più difficile trovare un posto un po' piano per la notte. Anche stavolta iOverlander ci aiuta a trovare un posticino per la notte, anche se arriviamo piuttosto tardi. Dobbiamo affrettarci a montare le tende, ma dopo quasi 2 mesi siamo esperti, e mentre cuoce la pasta montiamo il campeggio. Ci gustiamo un piatto di pasta al pesto rosso e poi ci ritiriamo nelle nostre tende.

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26.07.2022

Saldiamo il conto dell’albergo e ci sembra di aver speso tantissimo. In realtà rientra tutto nella normalità con l’eccezione del conto della lavanderia che ammonta a 11'700'000 Rials (qualcosina in più di 30 franchi). Con il timore di non aver abbastanza moneta locale per i giorni rimanenti decidiamo di cambiare ancora 100 Euro. Non sappiamo bene cosa ci dobbiamo aspettare con la nafta e non vorremmo avere brutte sorprese. Per l’operazione dobbiamo recarci di nuovo all’angolo di Sepah street, nella zona pedonale, dove sostano tutti i cambisti di Esfahan. Mentre Stefano aspetta in auto, Marco effettua l’operazione. Oggi riceviamo 30'000'000 di Rials, un poco meno dell’altro giorno. Viene richiesta anche una “commissione” di 200'000 Rials, richiesta alla quale il secco “No commission!” di Marco basta.

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25.07.2022

Ci alziamo con calma per fare colazione al piano superiore della nostra guesthouse “Sunrise”. Dopo aver bevuto il tè e mangiato le uova al tegamino ci incamminiamo verso la moschea che non è molto distante e la strada la conosciamo a memoria. Passiamo il quartiere ebraico (dove è anche situato il nostro albergo) ed il bazar per arrivare all’entrata dove paghiamo i soliti 2 mio. di rial per l’entrata (6 CHF). La moschea è l’espressione architettonica più importante della dominazione selgiuchide in Persia (1038-1118) e delle successive aggiunte nei secoli successivi. Dal 2012 è un bene protetto dall’Unesco. Le nostre aspettative non sono troppo alte, perché abbiamo già visto molteplici moschee, però appena entrati ci stupisce l’ampiezza della moschea con composizioni decorative, il lavoro meticoloso di intagliatura dello stucco, contribuiscono alla magia di questo posto, probabilmente anche per il fatto che siamo gli unici visitatori della moschea ed il silenzio è assoluto. Visitiamo le diverse sale di preghiera provviste di colonne a sezione circolare e ci facciamo catapultare nel passato. La Moschea del Venerdì è stata una grossa sorpresa e ci è piaciuta moltissimo. Torniamo in albergo per scrivere un po' di blog e per riposarci. Chiediamo di farci portare un kebab di pollo (la guesthouse non ha un ristorante) per niente male, ed in più ci portano una minestra come primo, probabilmente il pasto preparato per il personale. Il caldo si fa sentire anche nell’ombra del bellissimo cortile interno e non ci resta che fare un pisolino in camera con l’aria condizionata. Ne approfittiamo anche per salvare le foto e fare ordine nei nostri appunti. La sera non abbiamo voglia di tornare in centro, e cerchiamo un ristorante in vicinanza. In Iran non è facile trovare un ristorante, il Covid ha sicuramente dato il colpo di grazia a molti esercenti e gli Iraniani non hanno l’abitudine di andare al ristorante. Il ristorante consigliato alla reception è chiuso, e quelli in prossimità secondo google maps non esistono più. Facciamo un ultimo tentativo, ed abbiamo fortuna, il ristorante è aperto ed è anche carino. Ordiniamo gamberi fritti sperando di non star male; la scelta si rivela azzeccata perché sono molto buoni. Dopo cena torniamo in albergo per terminare i nostri lavoretti e preparare la partenza di domani.

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24.07.2022

Ci ritroviamo alle 8 per fare colazione per poi visitare Esfahan. Sfruttiamo le ore mattutine quando la temperatura è ancora sopportabile. Marco non ha dormito molto bene, forse la cena di ieri sera era un poco pesante... Ci avviamo verso la piazza Naqsh-e Jahan, passando attraverso diversi bazar. Per arrivare in piazza dobbiamo camminare per ca. 30 minuti, e praticamente tutto il tragitto a piedi lo possiamo fare passando i bazar e quindi all’ombra. Al mattino i vari negozianti sono ancora intenti a pulire e preparare la merce da esporre. La piazza ci stupisce ancora, costruita con una file di edifici a due piani di negozi, affiancata ad un’architettura imponente, la piazza è un’arena di intrattenimenti e di commerci. Esfahan era una tappa fondamentale lungo la via della seta.  Prima meta è la visita del palazzo Ali Qapu, l’antico palazzo degli Scià di Persia che sorge imponente nella grandiosa piazza. L’edificio rettangolare si sviluppa su 6 piani, ha una vasta terrazza nella parte frontale, coperta con soffitto intarsiato sostenuto da colonne altissime. Il resto dell’edificio è poco spettacolare, veniva usato principalmente a scopi di rappresentanza e dalla galleria superiore assistevano a partite di polo ed alle corse ci cavalli. A sud dell’imponente piazza si affaccia la moschea dello Shah che è la principale moschea di Esfahan. Eretta nel 1629 l’edificio è un eccellente esempio di architettura islamica, è enorme e molto bella, però non ci lascia a bocca aperta, forse perché abbiamo già visto molteplici moschee. La prossima tappa è Sepah Street, dove dovremmo trovare per cambiare un po' di euro. Consultando google maps (che non è molto affidabile in Iran) troviamo un solo ufficio di cambio, però appena arrivati abbiamo capito che si cambia per strada; veniamo letteralmente assaliti da persone che ci propongono di cambiare euro o dollari. Ci consultiamo un attimo, e poi ci affidiamo alla prima persona che ci propone 31'000'000 di rial per 100 euro. Il tasso di cambio equivale ai tassi che ci hanno proposto finora, quindi decidiamo di cambiare 250 euro. La transazione si svolge con ordine, e soddisfatti ci avviamo verso il ponte Si-o-se Pol (ponte delle 100 arcate) sul fiume Zalandè che per 10 mesi all’anno è in secca. Il caldo è opprimente (sui 40 gradi) ed abbiamo un assoluto bisogno di liquidi. Ci fermiamo per bere una limonata ed un caffè freddo accompagnato da 2 bottiglie di acqua, sullo splendido viale Chahar Bagh e Abbasi. Il viale pedonale si compone da una passeggiata centrale fiancheggiata da quattro giardini. Un canale a gradini attraversa il centro della passeggiata. Ancora oggi il viale con numerosi piccoli bar con tavoli all’aperto e negozi è un importante luogo d’incontro. Vorremmo anche mangiare un boccone, qualcosa di leggero prima di tornare in albergo. Lungo il viale all’ombra di alberi troviamo uno dei migliori e più antichi barbecue di Esfahan. Ci chiedono semplicemente se vogliamo pollo o agnello, perché si mangia esclusivamente kebab. Optiamo per il pollo, ed effettivamente ci gustiamo degli ottimi spiedini di pollo. Dopo pranzo è ora di tornare in albergo, il caldo è sempre più opprimente. Per fortuna anche il ritorno lo possiamo fare lungo i bazar, riparati dal sole. Il pomeriggio lo dedichiamo all’ozio prima di riprendere la strada verso il ponte. Stasera decidiamo di mangiare nel parco dell’albergo Abbasi, conosciuto per il suoi ristoranti nel sontuoso parco dell’albergo. E possiamo confermare che anche lo steak e le costolette d’agnello con diversi contorni sono ottimi. Ora non ci resta che affrontare il ritorno in albergo. Il bazar sta chiudendo ed in diversi tratti siamo soli, una sensazione molto strana pensando alla gente che di solito troviamo in queste vie. Stanchi delle lunghe camminate (abbiamo fatto oltre 25 km a piedi oggi) vogliamo solo ancora andare a dormire.    

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23.07.2022

Abbiamo dormito così, così. Presi dalla bellezza del posto che abbiamo trovato per piazzarci non abbiamo badato troppo alle pendenze e sia la tenda di Marco che quella di Stefano avevano una bella pendenza.

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22.07.2022

Abbiamo entrambi fatto fatica ad addormentarci, forse per la cena tardiva o forse per altri motivi. Comunque ci troviamo alle 8 per fare colazione a base di omelette ed il loro tè. Mr. Magoo è posteggiato all’autosilo distante una decina di minuti dalla guesthouse (dove ci hanno consigliato di posteggiarlo), quindi come prima cosa andiamo a prenderlo per non dover portare tutti i bagagli fino all’autosilo. Prepariamo i nostri 2 sacchi da montagna e riempiamo il frigo con acqua e la cena. Tanica dell’acqua, frigo e soprattutto serbatoio e taniche sono piene, quindi dopo un’ultima foto alla guesthouse (non è la prima volta che ce lo chiedono) si riparte. Il paesaggio lungo la strada non è spettacolare, usciamo dalla città e riprendiamo l’autostrada fino a Persepolis. Visto che è venerdì, che equivale alla nostra domenica, il traffico è scorrevole e dopo ca. 1 ora di viaggio arriviamo al posteggio. Il posto è enorme come anche il posteggio, ma c’è pochissima gente. Incontriamo pochissimi turisti ed ancora meno stranieri, il turismo iraniano non si è ancora ripreso dalla crisi del Covid. Paghiamo il biglietto di entrata ed entriamo nell’immenso sito archeologico, riconosciuto come patrimonio mondiale dall’Unesco. Per quanto devastato dall’arrivo di Alessandro Magno, quello che resta rende decisamente l’idea della grandezza raggiunta dal popolo persiano, di cui sono giustamente orgogliosi. Le immense sale, i raffinati bassorilievi e le maestose colonne… un luogo di grandezza e potere oltre ogni descrizione che fu abitato per quasi 2 secoli e venne riportato alla luce grazie a degli scavi effettuati nella  prima metà del ‘900. Persepoli fu una delle 5 capitali dell’impero achemenide, e risale al 500 a.C.,  e divenne in seguito la capitale delle Persia. La visita ci conduce alla tomba di Dario dalla quale si ha una vista dell’alto di Persepolis. Il caldo non ci dà tregua, ed abbiamo bisogno di un attimo di ristoro e soprattutto una bibita fresca (l’acqua che ci siamo portati è finita da un pezzo). Si riparte in direzione Esfahan, senza pretesa di arrivare oggi. A metà strada intravvediamo delle strade sterrate che salgono sulle colline circostanti e decidiamo di andare a vedere. Anche iOverlander consiglia qualche posto in zona per il pernottamento. Ed in effetti il posto è incantevole e ci fermiamo. Marco vuole cambiare il filtro della benzina, ma non riesce a svitare quello esistente, quindi lascia perdere (sarà compito di un meccanico iraniano). Prepariamo il nostro campeggio e Stefano inizia a preparare la frittata di verdure. Si preannuncia un bellissimo tramonto, ma purtroppo un annuvolamento improvviso ce lo rovina. Andiamo a dormire presto, visto che abbiamo un po' di sonno accumulato dalla notte precedente. Domani ci aspetta Esfahan!

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21.07.2022

Oggi abbiamo sostanzialmente 3 cose da fare: finire le visite che avevamo intenzione di fare a Shiraz (moschea, fortezza e i bagni), fare scorta di diesel e riposare. Iniziamo con le visite sfruttando le ore mattutine che dovrebbero essere più fresche (ma non lo sono tanto) e di buon’ora siamo già alla fortezza. La stessa è anche conosciuta come cittadella di Karim Kahn, risale al 1180 (inaugurazione) e fungeva sia da abitazione che da centro militare. Come molte delle antiche strutture che abbiamo visitato, anche questa ha subito molti cambiamenti a seconda di chi regnava nella regione. Spesso, purtroppo, i conquistatori esprimevano il loro odio e superiorità supposta sui conquistati non solo massacrando i nemici ma anche distruggendo e saccheggiando le città e tutti i suoi simboli religiosi o di potere. In Iran poi la situazione geologica ha anche contribuito alla distruzione (si dice che in Iran ci sia almeno un terremoto al giorno).

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20.07.2022

Abbiamo dormito bene al Toranjestan Hostel, e ci ritroviamo verso le 9 per fare colazione nel cortile all’ombra di un albero di limoni. Oggi facciamo una giornata relax dopo la giornata di ieri, e dopo colazione andiamo al Vakil Bazaar, molto simile a tanti altri Bazaar visitati finora, ma comunque sempre interessante vedere i  prodotti in vendita ed i molteplici botteghini. Nella piazza centrale ci fermiamo a bere una limonata, è raro vedere ristoranti all’aperto in Iran, di solito sono locali sotterranei per mantenere i locali freschi d’estate e caldi d’inverno. Visitiamo la moschea di Vakil del XVIII secolo con splendidi interni caratterizzati da pilastri, intagli e piastrelle dai motivi intricati. Inizia a fare caldo e decidiamo di avviarci verso l’albergo e trovare un ristorante. Ci incuriosisce una madrasa (scuola islamica) ed entriamo a vedere. Si tratta della madrasa e-Khan  costruita all’inizio del 18 secolo. L’ingresso è ostruito da assi di legno, che dopo aver pagato l’ingresso, vengono gentilmente spostate per permetterci di visitare il piano superiore ed il giardino del cortile interno. Le aule scolastiche erano al piano superiore, ora completamente vuote. Lo stomaco inizia a brontolare e ci infiliamo nel primo ristorante che troviamo (cosa non troppo evidente in Iran, non ci sono tantissimi ristoranti), dove i locali si trovano nel sotterraneo dove rimane bello fresco. Mangiamo un piatto di kebab e di pesce e poi torniamo al nostro ostello per fare un riposino pomeridiano. Comunque sarebbe troppo caldo per visitare la città, e preferiamo uscire la sera, come fanno tutti gli Iraniani. Dopo un bel pisolino Marco scrive un po' di blog e Stefano prepara il programma per il giorno seguente nel cortile e verso sera torniamo nel centro città. Ci fermiamo a bere una limonata (che ci fanno pagare un rene – sempre pensando ai prezzi iraniani). Passando dalla fortezza Karim Khan, andiamo alla ricerca di un ristorante. Come spesso accade in Iran, google maps non è per niente affidabile e gran parte dei ristoranti indicati non esistono più. Dopo aver girovagato per il centro, troviamo un albergo con ristorante molto carino sul tetto della struttura. Ci consigliano il Kalam Polo, specialità di Shiraz composto da riso con piccole polpette di carne e cavolo, che si rivela essere un’ottima scelta; è buonissimo! Soddisfatti torniamo al nostro ostello.

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19.07.2022

Oggi giornata nera! Per fortuna è la prima vera giornataccia da quando siamo partiti. Tutto inizia bene, Ci svegliamo nel Lut Desert poco prima del sorgere del sole. Sono le 6 di mattina ma la temperatura è già di 33 gradi. Troppo caldo per il caffè. Il tempo di bere un po’ d’acqua ed un bicchiere di succo di pesca ed il sole fa capolino all’orizzonte. Il momento è magico e smettiamo di impacchettare le cose per gustarcelo e fotografarlo.

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18.07.2022

Alle 8 ci troviamo per fare colazione nella corte della nostra guesthouse e paghiamo il conto in USD (a dipendenza del luogo preferiscono il pagamento in USD o in EUR, localmente il tasso di cambio è migliore per USD oppure per EUR sul mercato nero). Prepariamo i nostri bagagli e si riparte per Kerman. La tratta autostradale attraversa vaste pianure desertiche ad un altitudine tra i 1500 e 2000 m, passando da Na’in ed altre città minori. Prima di arrivare a Kerman ci fermiamo in diversi distributori di benzina, però sembra non esserci più diesel (molto strano per un paese produttore, però probabilmente si tratta di un problema di rifornimento dovuto alle diverse feste nazionali negli ultimi giorni). Inoltre ci spiegano che essendo vicini al Pakistan, i distributori non hanno la famosa carta per turisti. Un camionista molto gentile riempie il serbatoio con 20 litri, meglio di niente, e non vuole neanche che paghiamo. Però il problema rimane, prima di inoltrarci nel deserto Lut, vorremmo avere il serbatoio pieno. Proseguiamo per Kerman, dove la nostra intenzione era di fermarci per pranzare, ma visto che è una festa nazionale, non troviamo un posto aperto e ci accontentiamo di acquistare un po' di pane e formaggio da spalmare per cena. Quindi proseguiamo verso il deserto e ci accontentiamo di snacks (comunque fa molto caldo e non abbiamo troppa fame). Dopo Kerman facciamo l’ennesimo tentativo di trovare un po' di diesel, ed anche qui troviamo un camionista che ci riempie 20 litri. Proseguiamo per il deserto, però prima dobbiamo affrontare un passo alto 2600 m, per poi scendere nel deserto a 800 m. Il caldo si fa più opprimente e le temperature salgono velocemente sopra i 40 gradi. Il paesaggio ci ripaga per lo sforzo e le sudate. Passiamo un paio di oasi prima di intravvedere i Kalouts. I Kalouts sono delle formazioni rocciose create dall’erosione del vento e dell’acqua. In passato i Kalouts si trovavano nel mezzo del via delle spezie per trasportare le spezie dall’India all’Iran (conosciuta anche come Via della Seta). Lasciamo la strada principale e ci inoltriamo fuori strada nel deserto. Il fondo sabbioso è abbastanza duro e non ci crea problemi, mentre la temperatura arriva a oltre 48 gradi. Non vogliamo strapazzare troppo Mr. Magoo, e ci fermiamo in un bel posto riparato dal vento. A queste temperature il vento peggiora la sensazione di caldo e diventa insopportabile. Beviamo litri di acqua e mangiamo solo un po' di pane e formaggio da spalmare aspettando il tramonto per poter fare un giro a piedi e fare qualche foto. Il paesaggio è stupendo e la pace ed il silenzio sono una sensazione incredibile che solo il deserto di può dare. Le temperature scendono leggermente ed il sole più basso ci permette di esplorare il deserto e goderci il tramonto. Il buio scende ed il cielo stellato è fantastico. Ora dobbiamo solo ancora montare le nostre tende e sperare di poter addormentarci malgrado le temperature comunque ancora elevate (sui 35 gradi).  

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17.07.2022

Facciamo colazione nello spazio comune della guest house Dakhasch che, abbiamo ormai imparato grazie alle diverse visite a case e musei fatte sin’ora, era la corte esterna centrale con fontana delle abitazioni tradizionali. Ai quattro lati della corte vi erano la parti della casa utilizzate una in ogni stagione.

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16.07.2022

Ci svegliamo nel deserto dopo aver passato una notte tranquillissima. Abbiamo scelto un posto ideale, la collina ci protegge dal sole mattutino. Stamattina abbiamo ancora il resto della macedonia e dello yogurt, colazione di lusso! Garmeh sarà la prima meta di oggi, e la strada nel deserto è in parte spettacolare ed in parte attraversiamo immense distese deserte e piatte. Intravediamo le prime dune, ma i cammelli si vedono solo sui cartelli stradali. Raggiungiamo Garmeh in tarda mattinata. La prima impressione è deludente, ma poi si rivela comunque carina, con le vecchie costruzioni in adobe (un impasto di argilla, sabbia e paglia), in parte riattate ed in parte semi-distrutte dal tempo. Volevamo anche fermarci a bere e mangiare qualcosa, ma il villaggio sembra abbandonato. Una signora anziana ci fa vedere il suo cortile con le capre e le galline, è l’unica persona che incontriamo. Non ci resta altro che proseguire il nostro viaggio verso Yazd. Il paesaggio è desertico ed inabitato e fa caldo (38-40 gradi). Non abbiamo visto nessuna pompa di rifornimento ed il serbatoio è quasi vuoto, ed ecco che appare un distributore. Chiediamo se hanno la tessera, e dopo un attimo di attesa possiamo fare il pieno. Stavolta senza problemi. Arriviamo a Yazd alla Delkhash Guesthouse, dove per 20$ ci danno una stanza. Decidiamo di rimanere 2 notti per poterci riposare un po' ed aggiornare il nostro blog. E’ decisamente troppo caldo per visitare la città, e ci diamo appuntamento alle 6. Yazd ci piace immediatamente, già per arrivare alla guesthouse dobbiamo seguire delle viuzze nella città vecchia, tra case ad 1 o 2 piani in adobe, uno dei più grandi centri urbani costruito quasi interamente con adobe. A cause del clima secco, ha una delle più ampie reti di qanat (sistema di trasporto idrico) nel mondo, ed i costruttori di Yazd sono considerati i più abili dell’Iran. Molti edifici antichi sono dotati di magnifiche torri del vento e di vasti ambienti sotterranei. Prima di cena ci fermiamo in un ristorante con terrazza sul tetto per bere una limonata fresca. Facciamo un giro tra i vicoli stretti della città vecchia ed ammiriamo la moschea di Giame che è coronata da una coppia di minareti che sono le più alte dell’Iran. Ceniamo sulla splendida terrazza con vista sulla moschea ed i molteplici torri del vento. La cena a base di melanzane è squisita, e ci godiamo la tranquillità ed il panorama. Molto soddisfatti ma stanchi torniamo al nostro albergo.   

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15.07.2022

Gli utlimi gruppi di festaioli, specialmente quello piazzatosi a grigliare davanti alla tenda di Marco, lasciano il parco alle 5 di mattina. Non è stato facile dormire questa notte. Urla e grida di gioia, musica a manetta e, verso le 2, il moto GP di Kashan per le viuzze del parco hanno allettato la nostra notte. Poco importa, noi siamo in vacanza ed avremo tempo di recuperare. Per loro invece il giovedì sera è occasione di festeggiamenti visto che il venerdì è il loro giorno di libero settimanale ed è giusto che approfittino per divertirsi.

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14.07.2022

Abbiamo passato una notte tranquillissima nella bellissima Andaj Valley (che fa parte della regione di Alamut). Dopo una bella colazione tranquilla in riva al fiume, ci prepariamo per la partenza. Marco nota una vite per terra e si accorge che le viti che tengono la sua tenda sul tetto sono da avvitare. Per fortuna ha trovato la vite! Quindi svuotiamo il nostro Defender per arrivare alla cassetta degli attrezzi e riavvitiamo e controlliamo le diverse viti. Per fortuna il sole arriva tardi in questa valle stretta e la temperatura rimane fresca, ideale per fare questi lavoretti. Carichiamo le casse ed i bagagli e si riparte. Prima destinazione è Qom, che sono oltre 5 ore di viaggio. Passiamo ancora una volta gli incantevoli paesaggi di Alamut, per poi innalzarci fino ad oltre 2400m di altitudine. Dalla cima il panorama spazia fino a Qazvin e la enorme pianura sottostante. Dobbiamo anche fare il pieno (malgrado che abbiamo 100 l di riserva nelle taniche), e ci fermiamo ad un distributore. Il problema è sempre trovare qualcuno con un carta per fare il pieno. Alcuni distributori hanno una carta apposta per i turisti, e quindi fare il pieno è semplice, mentre altri distributori non ce l’hanno e quindi bisogna aspettare qualche camionista che ci “presta” la carta per fare il pieno. Anche questa volta dobbiamo aspettare il passaggio di un camion e stavolta però ci fa pagare 10 volte tanto (sempre poco per i nostri standard, 12 CHF per il pieno invece di 1.20). E’ un problema comune, e non ci sono molte alternative. Niente di grave, procediamo il nostro viaggio attraversando pianure immense in parte industriali, in parte deserte. Nel pomeriggio raggiugiamo il santuario di Hazrat-e-Masumeh che ospita il sepolcro di Fatemè, che morì e fu sepolta qui nel IX secolo. Il santuario è impressionante e riusciamo ad entrare nel suo interno ad ammirare il sepolcro (entrata riservata a soli uomini). Sull’altro lato l’entrata è riservata alle donne. Fa molto caldo, e decidiamo di procedere fino a Kashan a ci fermiamo in un nuovo parco cittadino allestito fuori città e perfetto ai nostri scopi. Vaste aree di piccoli pini con viali e gazebo con posti pic-nic. Siamo gli  unici in questo immenso parco e prendiamo un gazebo per piazzare il tavolo con le sedie, ed un altro per piazzare la tenda. Prepariamo una cena semplice a base di pane, formaggio e macedonia fresca. Sul viale principale ci sono alcuni rubinetti dove possiamo lavare i piatti. Nel frattempo sono arrivate alcune famiglie con bambini che anche loro fanno il pic-nic (molto popolare tra gli Iraniani). Non ci preoccupa molto, perché sicuramente non faranno tardi le famiglie, e potremo passare una notte tranquilla.

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13.07.2022

La scorsa notte su questa collina che sovrasta Hir, siamo stati alla mercè di un fortissimo vento. Si è alzato mentre stavamo cenando ed ha continuato a guadagnare di intensità. Marco ha dovuto alzarsi per sistemare il tendalino che copre la scala e l’entrata della sua tenda. I picchetti sono stati strappati dal vento e la sua forza era tale da non riuscire a farlo tornare in posizione ed riaffrancarlo a terra. Alla luce delle luna piena Marco ha dovuto improvvisare un soluzione in modo che la tenda non finisse per strapparsi.

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12.07.2022

Notte per niente tranquilla. Gli Iraniani hanno festeggiato fino a notte inoltrata, mangiando, bevendo ed ascoltando musica. Per non farci mancare niente, appena era diventato un po' più tranquillo, hanno iniziato ad abbaiare i cani, proprio davanti alle nostre tende. Oltre a questo le temperature erano parecchio alte, quindi abbiamo fatto fatica a dormire. Stefano, appena svegliato, va a fare ancora un bagno per rinfrescarsi un poco e fare la doccia (sempre nella sezione riservata agli uomini), anche perché il resto della spiaggia era cosparso di rifiuti della notte precedente. Al ritorno Marco ha già preparato colazione e con i primi raggi di sole anche la temperatura sale. Mentre facciamo colazione molti Iraniani partono già, sembra che il loro obiettivo sia proprio dormire in spiaggia, ed appena svegli ripartono. E’ stata un’esperienza indimenticabile ed abbiamo avuto l’occasione di entrare nella vita da campeggio e da spiaggia alla Iraniana. Oggi costeggiamo in parte il Mar Caspio fino a Khalchay, per poi fare un passo sterrato fino a Hir. La strada fino a Khalchay è piuttosto monotona, un centro abitato dopo l’altro con traffico abbastanza intenso. Verso l’una arriviamo a Khalchay e ci fermiamo a comprare acqua ed un paio di cose per cena. Pranziamo al ristorante, il solito kebab misto. Però questa volta non è buono, riusciamo a mangiare solo quello di pollo ed il riso, la scelta questa volta non è stata delle migliori. Ci riavviamo e la strada comincia a salire lungo una valle. All’inizio della valle stanno costruendo una diga, anche qui molte valli e villaggi verranno presto sommersi. Ci alziamo abbastanza velocemente e l’aria è già più fresca. La strada segue la valle che diventa sempre più stretta ed il paesaggio sempre più spettacolare. Ci diamo il cambio, e Marco riprende la guida, giusto in tempo per iniziare a guidare la tratta sterrata. I tornanti si susseguono uno dopo l’altro ed il paesaggio diventa sempre più alpino e la vegetazione si riduce a ciuffi d’erba e fiori. Arriviamo a 2800 m, essendo una strada sterrata il traffico è quasi inesistente ed il paesaggio è semplicemente stupefacente. Il tempo scorre velocemente, e dobbiamo pensare all’accampamento, e siamo subito d’accordo di trovare un posticino un po' piano lungo la strada, prima di arrivare ai primi paesi (diventa più difficile trovare un posto dove ogni angolo viene coltivato). Ci fermiamo a bordo strada in uno spiazzo bellissimo, un po' ventoso, ma non eccessivo. Montate le tende il vento si rafforza gradualmente, e ci dobbiamo rifugiare dietro a Mr. Magoo per poter preparare un’insalata con pane e formaggio da spalmare. Il vento è sempre più insistente e non ci resta altro da fare che rifugiarci nelle nostre tende. Solo che il vento riesce anche a sradicare i picchetti della tenda di Marco, che deve trovare una soluzione di fortuna per non volare via insieme alla tenda. D’un tratto il vento cessa, e finalmente riusciamo a dormire. Domani ci aspetta la valle di Alamut!

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11.07.2022

Ci svegliamo un poco più tardi del solito. Abbiamo dormito bene anche se questa notte c’è stato un po’ di traffico attorno a noi. I contadini del posto, approfittando del fresco della notte e della luna quasi piena, hanno raccolto ed imballato il fieno in un campo vicino a dove ci siamo sistemati. Il programma di oggi dovrebbe portarci sulle rive dal Mar Caspio. E’ uno dei suggerimenti di Nasser, anche se lui ci ha proposto di seguire tutta la costa fino alla Gorgan Bay. Prima peò dobbiamo affrontare un passo che ci porterà fino a 2300 metri di altezza. La strada che sale verso il passo si snoda in un paesaggio piuttosto arido. Non ci sono alberi ed in lontananza,  sugli aspri pendii lontani, scorgiamo decine e decine di strade che si inerpicano per raggiungere villaggi dei quali vediamo solo i tetti di latta luccicare al sole. Il passo deve essere ben frequentato perché al bordo della strada si susseguono “ristoranti” e piccole bancarelle presso le quali pendono in bella vista dei pezzi enormi di carne. I proprietari sono tutti impegnati nel tenere viva la brace delle griglie nel caso qualcuno dovesse fermarsi e gustare le carni esposte…noi passiamo la mano.

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09.07.2022-10.07.2022

Alle 8 ci troviamo per la colazione. Abbiamo dormito bene entrambe anche se, entrambe, abbiamo sofferto dell’aria condizionata che non si poteva spegnere. Per fortuna le camere sono dotate di coperte belle spesse!! 

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08.07.2022

Ci svegliamo ben riposati, dopo una notte tranquilla. Facciamo colazione con un solo caffè perché vogliamo raggiungere la frontiera iraniana ancora in mattinata. Visto che c’è anche un’ora e mezza di fuso orario e sono già le 8:30, meglio iniziare a sbaraccare. Partiamo e ci avviciniamo ben presto al confine. Volevamo ancora fare il pieno di benzina, per evitare di dover, come prima cosa, dover fare il pieno. Ma non troviamo distributori di benzina, e d’un tratto siamo già al confine che stavolta incute un po' di timore a causa dei muri e del filo spinato lungo la strada. Al confine turco un signore ci fa subito cambiare dei dollari ed il resto delle lire turche (ad un cambio molto sfavorevole), però ci aiuta anche a districarci per il timbro di uscita. Davanti ad uno sportello una fila lunghissima di persone in attesa continua a spintonare, mentre il nostro cambista turco grida “driver” e ci fa passare davanti a tutti. Abbiamo solo alcune persone davanti a noi, quindi l’attesa è breve, però non c’è uscita per coloro che passano il confine con il proprio veicolo, quindi dobbiamo tornare indietro. Facciamo fatica a passare a causa degli spintoni continui, ma alla fine ce la facciamo. Ora siamo fermi davanti al cancello chiuso per il confine iraniano. Dobbiamo attendere ca. 20 minuti, finchè un doganiere ci apre il cancello e fa passare 3 automobili. Anche qui veniamo subito presi in “ostaggio” da un iraniano (che all’inizio pensavamo fosse un doganiere), che si occupa di tutti gli incarti per poter entrare in Iran. Non capiamo bene quanto dovremo pagare per questo servizio e siamo un po' scettici, però non abbiamo altra scelta visto che è tutto in persiano, Ci accompagna per il controllo passaporto, test PCR e visto per poi richiederci tutti  i documenti dell’auto per la dogana (carta grigia, carnet de passage, passaporto). Dopo un po' ritorna per chiederci la fotocopia del passaporto e del visto. Quella del passaporto l’abbiamo, mentre per il visto dovrà arrangiarsi. Noi siamo sempre in attesa davanti alla barriera chiusa; d’un tratto arrivano 4 persone e ci chiedono se abbiamo alcool e di aprire l’auto. Per fortuna non ci fanno svuotare tutti i nostri bagagli ma si accontentano di una veloce occhiata e ci fanno un paio di domande. Ci salutano dicendoci “welcome in Iran” – ce l’abbiamo fatta! Poco dopo ci aprono la barriera e siamo definitivamente in Iran. Il nostro “service man” ci ritorna tutta la documentazione, ed un piccolo formulario per passare il controllo della polizia poco avanti. Infatti è bastato consegnarlo che ci hanno aperto anche questa barriera. A Bazargan, primo paese in Iran, troviamo un’agenzia per fare l’assicurazione auto. Ora ci servirebbe ancora la benzina, ma pensiamo di non aver abbastanza contante. Continuiamo fino a Maku, la prima città dopo il confine, ma non troviamo niente di aperto. Chiediamo a dei ragazzi sul bordo strada, e ci fanno segno di tornare a Bazargan. Ma anche a Bazargan non troviamo niente, e ci fermiamo a chiedere in un Hotel. Ci dicono che oggi in Iran è festa, e tutto è chiuso. Però ci cambiano 100 Euro. Volevamo cambiare USD di piccolo taglio, però non ce li accettano. Il cambio teorico è di 300'000  Dram per 1 Euro. Il problema è che per 100 Euro riceviamo un plico enorme di banconote che non conosciamo ancora, e non ci danno tutto quello che dovrebbero, quindi alla fine il cambio è di 280’000.

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07.07.2022

Oggi siamo belli pimpanti. Le giornate in città e le notti in hotel ci hanno stufato un poco. Finalmente possiamo riprendere il nostro viaggio e, così, avvicinarci all’Iran. Dopo colazione ci spostiamo verso l’ospedale per ritirare i risultati del test PCR. Andiamo dritti allo sportello e, dopo un attimo di panico, viene chiamato qualcuno che sa districarsi con i sistemi informatici e ci stampa i risultati. Due copie a testa, una in inglese e una in turco. Controlliamo di essere negativi su tutte e quattro i formulari e poi ci riavviamo verso l’auto.

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06.07.2022

Stamattina non abbiamo fretta e ci troviamo all’ultimo piano dell’albergo per fare colazione. Il caffè qui proprio non è buono. Dopo una colazione abbondante dedichiamo la mattinata a fare il blog, mettere in ordine il bucato lavato e stirato e riposare ancora un attimino. Appuntamento alle 12:00 per andare in ospedale a fare il test PCR necessario per entrare in Iran. Marco riceve anche la conferma da UPS che il pacchetto (carnet de passage e cartina dell’Iran) sono arrivati, quindi dopo il PCR possiamo passare direttamente all’UPS, L’ospedale è nuovissimo ed enorme, ed all’entrata è segnalato di presentarsi nel blocco D dell’ospedale. Nessuno parla inglese, e dopo alcuni tentativi riusciamo a capire che dobbiamo andare nell’edificio principale dove troviamo qualcuno che parla un po' di inglese e ci indica uno sportello più avanti sulla sinistra. Infatti vediamo il cartello COVID Test, ma non siamo ancora al posto giusto. Ci accompagnano allo sportello corretto, visto che anche qui nessuno parla inglese, dove inseriscono i nostri dati e ci consegnano delle etichette (un po' come nei nostri ospedali). Nel frattempo è arrivato un caddy e Marco si chiede se è per noi. In effetti ci pregano di salire e ci mettiamo a ridere. Passiamo innumerevoli corridoi, fino ad arrivare in un piccolo ufficio pieno di carta dove un impiegato ci prega di pagare la tassa per il test in contanti. Paghiamo e ci consegna una conferma del pagamento e via si risale sul caddy. Adesso abbiamo anche capito la necessità di portarci, non avremmo mai trovato questo ufficio nascosto. Ci riporta allo sportello COVID Test, dove vengono inseriti ulteriori dati. Poi finalmente possiamo fare il test. I risultati saranno pronti il giorno successivo a partire dalle 09:00. Ci avviamo verso l’ufficio UPS, ed appena entriamo l’impiegata ci fa vedere il nostro pacchetto. Ora siamo quasi pronti per partire, manca solo la riservazione dell’albergo per la prima notte in Iran. Ci fermiamo a mangiare un iskender kebab, che consiste in un fondo di pane, poi carne e contorni, e prima di servirlo a tavola viene versata una salsa. Ottimo, sicuramente uno dei migliori kebab mangiati in Turchia. Torniamo in albergo e Marco continua a scrivere il blog, mentre Stefano riserva l’albergo e poi va a fare un giro per la città. Riservare un albergo in Iran non è impresa facile, perché esclusa da tutte le piattaforme occidentali. Quindi bisogna appoggiarsi ad una agenzia, oppure sembra esserci un sito dove si può riservare online. Proviamo la versione online; funziona tutto ma non riceviamo una conferma via mail. Contattiamo qualcuno via chat, ma gli uffici sono già chiusi. Vediamo domani come fare.Stasera scegliamo un ristorante con un menu più occidentale, siamo un po' stufi di mangiare kebab. Troviamo un entrecôte cafè de paris alla turca, nel senso che la carne è sminuzzata, però tutto sommato una buona cena, ed iniziamo a discutere i piani per l’Iran. Domani si riparte!

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05.07.2022

Visto che ieri abbiamo potuto sbrigare molto velocemente gli affari al consolato iraniano e che il plico UPS non arriverà prima di domani, oggi faremo i turisti.

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04.07.2022

Ci svegliamo sotto un sole splendente, e visto che stanotte abbiamo dormito a ca. 1000 m, anche il caldo si fa già sentire. A colazione ci accontentiamo di un solo caffè perché vorremmo arrivare al consolato Iraniano ancora in mattinata per vedere cosa ci dicono ed eventualmente avere il tempo di organizzare i documenti mancanti, o meglio, stampare i documenti perché li abbiamo solo in formato elettronico, ed inoltre non siamo ancora riusciti a riservare un albergo che sembra essere un pre-requisito per il visto. Avanziamo velocemente verso Erzurum, anche grazie all’autostrada. Dopo un giro extra per Erzurum troviamo il consolato, ci aspettavamo un edificio imponente, invece è solo un piccolo ufficio al pianterreno di una palazzina. Troviamo posteggio a ca. 5 minuti dal consolato, e dopo breve attesa all’esterno, ci fanno entrare. Non siamo gli unici stranieri ad aver richiesto un visto ad Erzurum, e chiediamo ad una coppia Bridget e Topher se è necessario avere la documentazione stampata. Ci tranquillizzano che è solo necessaria la richiesta del visto (che abbiamo fatto fare tramite Sara di TAP Persia). Dopo un po' di attesa è il nostro turno, consegniamo i passaporti ed aspettiamo sperando in bene. Ed in effetti, ci riconsegnano i passaporti con il bigliettino delle coordinate bancarie per il pagamento del visto. Ci guardiamo felicissimi, ed andiamo alla Ziraat Bank (ca. 10 min. a piedi) per fare il versamento di 75 Euro a testa. Il pagamento però deve essere fatto in contanti, e controllando i nostri averi attuali, arriviamo esattamente a 150 Euro. In banca dobbiamo attendere il nostro turno, e finalmente appare il nostro numero sopra la cassa. Consegniamo i nostri bigliettini e i 150 Euro. La cassiera però rifiuta una banconota da 10 Euro perché leggermente strappata. Ci guardiamo sconsolati, perché non abbiamo altro contante. La cassiera sparisce per un attimo con i 10 Euro e poi torna sorridente che li può accettare. Pagamento eseguito e riceviamo la conferma per il consolato. Non è ancora mezzogiorno, ed il consolato chiude alle 12:30, quindi tentiamo di ricevere il visto ancora in mattinata. Tornati al consolato consegniamo i passaporti con la ricevuta del pagamento.  Poco dopo ci consegnano i visti – ce l’abbiamo fatta in tempi brevissimi, avevamo calcolato almeno 2 giorni per ricevere i visti. Poco distante dal Consolato abbiamo visto l’albergo Zade, e passiamo a chiedere se hanno 2 camere singole libere per 2 o 3 notti. Per 20 CHF a notte riceviamo delle camere bellissime con colazione a buffet inclusa. Recuperiamo Mr. Magoo per posteggiarlo a fianco dell’albergo. Le camere non sono ancora pronte, e nell’attesa ci fermiamo in un ristorantino che ci prepara un piatto delizioso di kebab arrotolato ricoperto di formaggio fondente. Per l’Iran dobbiamo ancora procurarci un po' di contante, visto che le nostre carte di credito non vengono accettate in Iran, perché l’Iran (come adesso anche la Russia), è escluso dai circuiti Visa e Marstercard. In un blog troviamo che la TEB Bank permette il prelevamento di Euro. Ci avviamo ed effettivamente al Bancomat riusciamo a prelevare 500 Euro a testa. Sul ritorno verso l’albergo troviamo anche le bombole del gas di ricambio, perché non sappiamo se in Iran troviamo le bombole che vanno bene con la nostra cucina da campo.

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03.07.2022

La famiglia di ranocchi che vive sulla riva del lago ci sveglia con il suo allegro gracchiare. Facciamo colazione in loro compagnia.

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02.7.2022

Oggi Marco compie gli anni; tantissimi auguri! Ci svegliamo con una vista stupenda sull'Ararat ed il piccolo Ararat. La notte è stata parecchio ventosa, e siamo stati svegliati più volte da raffiche di vento. A colazione discutiamo cosa fare nei prossimi giorni e come affrontare le pratiche per il visto e per il carnet de passage. Comunque abbiamo davanti a noi il weekend, quindi tutti gli uffici sono chiusi ed abbiamo qualche giorno prima di dover arrivare ad Erzurum. Decidiamo di esplorare la zona a nord di Erzurum verso il Mar Nero. Quindi prima tappa di oggi è proprio Erzurum, per poi inoltrarci in una valle e trovare un posticino vicino ad un laghetto. Il tragitto per Erzurum ricalca i paesaggi visti negli ultimi giorni.L'altipiano dell'Anatolia orientale che si aggira sui 2000 m e l'autostrada passa l'altipiano dell'Anatolia orientale attraversando larghe valli per poi restringersi e salire qualche passo che raggiunge i 2300 m per poi ridiscendere sull'altipiano. L'autostrada ci permette di raggiungere la prima meta entro mezzogiorno. Posteggiamo in pieno centro e troviamo un ristorantino all'aperto che offre kebab d'agnello. Controlliamo le mail per vedere se ci sono novità riguardanti il visto o il carnet de passage. Tutto tace, vuol dire che sta procedendo secondo i programmi. Erzerum sembra una bella cittadina, ma visiteremo la città quando ci fermeremo qualche giorno.

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01.07.2022

Un mese! Siamo in viaggio già da un mese. Da una parte sembra ieri che abbiamo lasciato le nostre confortevoli case in Ticino e, d’altra parte ci sembra di essere in giro da secoli. Abbiamo visitato tantissimi bei posti e, paradossalmente, i diversi inghippi sia con l’auto che con il percorso, ci hanno permesso di concentrarci più a fondo su paesi che in origine avremmo solo dovuto attraversare (Turchia e Georgia) o che non erano neanche parte del piano iniziale (Armenia). Ce la stiamo proprio godendo e non vediamo l’ora di passare in Iran dove avremo pure modo di girovagare per almeno un mese.

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30.6.2022

Notte molto tranquilla, niente cani che abbaiano, niente pastori che ci vengono a trovare la sera, niente chiamate alla preghiera del muezzin. Sempre con iOverlander abbiamo trovato un cratere di un vulcano, dove sembrano esserci anche posti per pernottare. La destinazione non è troppo lontana, quindi ce la possiamo prendere con comodo. Costeggiamo l’immenso lago di Van, il più grande della Turchia e ca. 7 volte la grandezza del lago di Costanza ed è uno dei più grandi laghi endoreici (senza sbocchi) del mondo. Il paesaggio è meraviglioso, il lago di un blu intenso contornato da montagne alte oltre 4000 m e valli verdeggianti principalmente adibite al foraggio. La regione non è sfruttata turisticamente, come non lo è il lago.

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29.06.2022

Quando ci apprestiamo a far colazione i pastori sono già al lavoro da un po’. Li vediamo e, soprattutto, li sentiamo in lontananza ognuno con il suo grido personale per farsi seguire dal suo gregge e per far sentire agli altri pastori dove si trova. Ieri arrivando quassù abbiamo visto decine e decine di ripari (molto) provvisori in uno dei quali Stefano è poi stato invitato a bere un te. Si potrebbe paragonare questo posto ai nostri alpeggi estivi ticinesi, solo che qui sono molto meno organizzati. Come testimoniato da Stefano, si tratta più che altro di bassi muretti fatti con scure pietre vulcaniche coperti poi da plastiche. In un angolo una stufa a legna che però viene fatta funzionare a cacca.

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28.6.2022

Notte tranquillissima, si sentiva solo lo stridire dei gabbiani. Prepariamo colazione e facciamo il piano per la giornata. Abbiamo bisogno di stampare il formulario di consenso per il Carnet de passage per l’Iran, quindi dobbiamo assolutamente trovare un internet cafè. La prossima città di una certa importanza è Kars, dove ci fermiamo in centro città. Chiediamo ad un negozio della Turkcell se ci possono stampare un pdf, e gentilmente ci danno le indicazioni per l’internet cafè più vicino. E’ un posto poco invitante, siamo come locale sia come odori vari… Però riusciamo a stampare il consenso, che Marco può firmare e rimandare al TCS. Inoltre TAP Persia (agenzia per i visti) ha richiesto un itinerario di massima, quindi dobbiamo assolutamente trovare un posto tranquillo con Wifi dove possiamo fare i lavori amministrativi. Troviamo un bel posto sulla strada principale, dove ci appostiamo per un paio d’ore. Prima a sorseggiare qualche caffè turco e poi per mangiare un tipo di toast locale. Oltre ai lavori amministrativi, decidiamo anche la nostra prossima tappa che è il monte Ararat, dove iOverlander indica un posto incantevole alle appendici della montagna. Dopo un paio d’ore di viaggio, lasciamo l’autostrada per imboccare una strada secondaria che ci porta sempre più in alto. Ad un certo punto la strada si interrompe da un blocco militare. Non riusciamo a raggiungere il posto desiderato, ma salendo abbiamo visto molteplici posticini stupendi dove fermarci. Ne scegliamo uno, e chiediamo ad  un pastore se possiamo fermarci per la notte. Qualche gesto per farci capire e poi montiamo le tende in questo luogo incantevole sotto l’Ararat. Il pastore incuriosito ci osserva mentre prepariamo in nostro campeggio. Marco vuole provare il drone, mentre Stefano esplora i dintorni incontrando una famiglia di pastori. Gli uomini non sono a casa, ci sono solo le donne con un bambino appena nato, avrà avuto sui 3 mesi. I pastori, in questa regione sono curdi, vivono in condizioni molto modeste. L’alpeggio estivo consiste di un muretto in sasso ed un telone di plastica per ripararsi dall’acqua e dal sole. Al centro della tenda un rettangolo rialzato abbastanza grande, ricoperto di tappeti e coperte, dove di giorno funge da posto per sedere e mangiare, mentre di notte funge da letto. Accanto i fornelli con il samovar, un contenitore metallico per scaldare l’acqua. Mi invitano per un chay e cerchiamo di fare 2 chiacchiere a gesti. Non hanno niente, e comunque sono contenti di condividere quello che hanno con uno straniero che neanche riesce a parlare la loro lingua. Mi concedo da tutta la famiglia, e la nonna mi abbraccia come se salutasse un suo figlio. Al ritorno prepariamo un’insalata di pomodori accompagnata da formaggio e pane locale, guardando i filmini del drone. Il tramonto è stupendo, però si sta avvicinando anche un temporale. Quindi mettiamo tutto al riparo, anche se poi il temporale ci aggira.

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27.06.2022

Giornata importante quella di oggi per il nostro viaggio. Risaliremo fino a Kazbegi (oggi Stepansminda) per poi passare la frontiera con la Russia e dirigerci, finalmente, verso i tanto agoniati Stans. Marco si alza per primo e si siede nella piccola hall. Messaggia Stefano che è pronto. Stefano compare dopo pochi minuti ma la sua faccia non promette niente di buono.

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Epilogo - Epilogue

Il viaggio iniziato il 1. Giugno sta volgendo al termine e ci sembra doveroso scrivere alcune righe per chiudere. E’ stata un esperienza fantastica. Con il senno di poi siamo concordi nel pensare che non saremmo comunque riusciti a seguire il piano originale. Per lo meno non viaggiando nel modo che piace a noi. Adagio adagio e gustandoci le cose con calma. Saremmo finiti a rincorrere le tappe pianificate dimenticandoci di tutto il resto. Lo scopo sarebbe stato quello di fare chilometri anziché gustarci i posti che attraversavamo. La scelta di andare in Iran è stata perfetta. Abbiamo avuto tutto quello che cercavamo negli “stan”. La Mongolia rimane lì, un sogno che magari un giorno si avvererà.

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17/18/19/20/21.08.2022

Il 17 Agosto, Dopo aver lasciato il camping in zona Ure Vajgurore, abbiamo raggiunto Durazzo per poi inoltrarci nell’entroterra e salire verso il parco nazionale Qafe Shtame. Ci fermiamo per consumare un piatto tipico (polle e tagliatelle tutto cotto assieme in un pentolotto di terracotta). Decidiamo poi di tornare indietro di qualche chilometro e scendere lungo una strada sterrata che ci porta fino al lago Bovilla dove vorremmo pernottare. Purtroppo l’unico posto “agibile” è già occupato. Proseguiamo la discesa nella speranza di trovare qualche altro spiazzo ma la zona è molto impervia e non riusciamo a trovare un posto adatto. Continuiamo quindi la discesa fino a Tirana e ci piazziamo in un camping sulle colline prima della città. Il posto è a dir poco “strambo”. Una casa con un grande giardino adibito a “camping” con pochi posti ma curatissimo. Servizi e docce pulitissime. Tutt’attorno piante di frutta, vigna ed orti. La coppia che gestisce la struttura non parla una parola di inglese ma riusciamo a chiedere se possiamo avere un poco di frutta. Stefano torna dopo 15 minuti con un secchiello pieno di verdure freschissime (pomodori, cipolle, peperoni e un cetriolone)…ci basteranno per una settimana. Per quanto concerne la frutta, basta servirsi dagli alberi. Come detto il posto è bizzarro gatti, galline e oche passeggiano allegramente fra i camper e le tende. Il proprietario, con i suoi stivaloni di gomma, corre in giro ad innaffiare, strappare qualche erbaccia, cogliere qualche frutto ed accompagnare le mucche al pascolo. La cosa stupefacente è che, malgrado siamo nel mezzo di una fattoria, non c’è l’ombra di una cacca per terra…tutto lo spazio riservato ai campeggiatori è verde e pulito. Con la verdura ricevuta, Stefano prepara una buonissima insalata. Durante la cena osserviamo sbigottiti le galline e le oche spiccare dei salti per strappare gli acini d’uva dai grappoli alti della vigna…quelli bassi sono già stati ampiamente saccheggiati.

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16.08.2022

Quando partiamo da Argirocastro sono già quasi le 9:00. Da quando abbiamo lasciato Mardin le nostre partenze mattutine si sono lentamente ma inersorabilmente ritardate. In effetti non dobbiamo più coprire grandi distanze e le cose che vogliamo vedere sono per lo più “di strada” e non richiedono lunghe deviazioni. Il mattino quindi ci prendiamo un poco più di tempo. Invece di alzarci prima che si alzi il sole in modo da poter smontare le tende senza il gran caldo, aspettiamo che sia il sole a svegliarci scaldando la tenda. Inoltre la qualità delle strade è notevolmente migliorata e quindi riusciamo a percorrere maggiori distanze in molto menpo tempo...ancora non sappiamo quanto questo oggi non sia vero.

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15.08.2022

Ci alziamo con calma dopo aver passato una notte molte tranquilla ed aver recuperato un pò di sonno arretrato. La giornata è bellissima e prepariamo il caffè prima di iniziare a ripiegare le nostre tende. Dopo una breve tratta lungo il mare arriviamo a Valona, una città molto turistica con un lungomare costellato di alberghi e palazzine con appartamenti, e dall'altro lato una bella spiaggia con stabilimenti balneari. C'è parecchio movimento e di conseguenza anche parecchio traffico. Dopo aver passato Valona ci fermiamo per bere un cappuccino ed una brioche per fare il punto della situazione. Vorremmo vedere anche un pò l'entroterra dell'Albania, ed ora che il tempo è bello, ci mettiamo a guardare in internet che cosa potremmo visitare. Facciamo una lista di tutte le cose che potrebbero interessarci, e ci accorgiamo che comunque sono tante.  Come prima meta decidiamo di andare ad Argirocastro, che si trova leggermente più a sud nell'entroterra albanese. Argirocastro è una delle più antiche città albanesi, costruita su una collinetta alta circa 300 m che domina una valleta fra i monti Mali i Gjere e il fiume Drino. La città antica mostra l'incontro delle culture greca, romana, bizantina, turca e albanese ed è inlcusa tra i patrimoni dell'umanità. Troviamo un posteggio ai piedi del centro storico, e come prima cosa dobbiamo salire per raggiungere il centro e poi il castello di Argirocastro. La salita a piedi è ripida ed il caldo non aiuta. Raggiungiamo sudati la cittadella fortificata che è stata costruita intorno al XII secolo e dal quale abbiamo un panorama mozzafiato sulla valle e sulla cittadina. Abbiamo sete e scendiamo al centro storico dove ci fermiamo a bere in un piccolo bar, dal quale possiamo osservare i turisti passeggiare per il centro storico molto carino e molto ben riattato. Scegliamo anche un campeggio per la notte, che si trova giusto fuori città. Scendiamo la ripida viuzza acciottalata verso il posteggio. Prima di andare al campeggio ci fermiamo a fare una piccola spesa per la colazione e rifornire il nostro frigo di acqua. Arriviamo al primo campeggio molto bello, ma con poca ombra. Quindi decidiamo di vedere un attimo il prossimo campeggio che dista poche centinaia di metri. Anche questo però non offre troppa ombra, quindi torniamo al primo che comunque ci sembrava meglio attrezzato. Infatto possiamo posteggiare Mr. Magoo all'ombra di un posteggio coperto dove possiamo rilassarci un pò prima di andare a cena al ristorante del campeggio. Il posto è ben frequentato dai locali, e ben presto il ristorante si riempie di gente. Soddisfatti della cena e della birretta fresca torniamo al nostro accampamento, dove notiamo un fuoristrada Nissan posteggiato accanto a Mr. Magoo. Facciamo due chiacchiere con la coppia italiana e raccontiamo le nostre avventure. Una bellissima giornata volge al termine, e siamo contenti di aver cambiato il programma della giornata.

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14.08.2022

Lasciamo il camping di Lynchos con un po’ di dispiacere. Ci mancherà questo bel pezzetto di mare ma non quei maledetti granchietti che ti mozzicano mentre fai il bagno. Siamo stati bene qui. Passiamo da Parga che ieri abbiamo raggiunto via mare e poi lentamente abbandoniamo la costa greca seguendo la strada che ci porterà in Albania. Raggiungiamo la frontiera in ca. 1 ora e mezza. Il passaggio è velocissimo. Nessuno ci da indicazioni ma, per evitare problemi, ci fermiamo e mostriamo i passaporti ad una doganiera che, sorridente, ci dice di proseguire. In Albania non guardano nemmeno i passaporti.

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12.-13.08.2022

Notte tranquilla al campeggio, e dopo colazione si riparte. Volevamo andare ad Ohrid in Macedonia del Nord per poi proseguire in Albania, ma le previsioni del tempo sono pessime nelle località di montagna, e quindi decidiamo di attraversare la Grecia da Est ad Ovest per raggiungere la costa del mar Ionio dove il tempo dovrebbe essere migliore. L'autostrada passa dalle colline dell'entroterra greco fino ad arrivare a Thessaloniki al mare. Ogni tanto scende qualche goccia di pioggia, e dopo Thessaloniki ci addentriamo nelle valli sovrastate da vette che raggiungono i 2600 m. Qui anche i temporali si intensificano. Passiamo dalla centrale elettrica a carbone più grande della Grecia. I piani erano di chiuderla entro la fine di quest'anno, ma la crisi energetica dovuta alla guerra probabilmente farà slittare anche i piani grechi. Comunque si vedono enormi cantieri dove sono in costruzione pannelli solari che probabilmente andranno a sostituire la centrale a carbone (o almeno in parte). Continuiamo il nostro viaggio verso Parga, una cittadina turistica al mare, dove abbiamo visto qualche campeggio. Entrando a Pargo la massa di gente per le strade inizia a preoccuparci, chissà se troveremo posto in uno dei campeggi? Al primo campeggio infatti non abbiamo fortuna, è già tutto pieno, e la spiaggia adiacente è affollattissima, quasi non riusciamo a passare. Il prossimo campeggio è situato a circa 15 minuti, e sembra essere più grande, quindi riproviamo. Il campeggio è situato nella bellissima baia di Lichnos con una bella spiaggia ed un mare stupendo, ed abbiamo già visto dei posti liberi in alto, non direttamente alla spiaggia. Invece ci assegnano un posto fronte mare, perfetto! Decidiamo subito di rimanere 2 notti. Per prima cosa facciamo un tuffo in mare, la temperatura è perfetta, l'unico inconveniente sono dei piccoli granchietti che ogni tanto ti punzecchiano, ma soprattutto riaprono la ferita al piede di Marco. Il campeggio dispone di un bellissimo ristorante con terrazza sul mare e naturalmente ne approfittiamo per mangiare un piatto feta per primo, e poi un bel pesce come secondo piatto. Nel frattempo il cielo si è annuvolato ed è in arrivo un  bel temporale. Stefano torna al campeggio per montare la copertura della tenda e mettere al riparo della pioggia frigo, sedie e tavolo. Appena in tempo prima che un bel temporale si abbatte sulla baia. Non ci facciamo mancare il dolce prima di andare a dormire.

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08/09/10/11.08.2022

Facciamo colazione sulla spiaggia…bellissimo. In lontananza ci salutano i 3 ragazzi che abbiamo tolto dai guai ieri sera. Anche loro hanno dormito sulla spiaggia ed anche loro stanno facendo colazione.

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07.08.2022

Ieri ci siamo presi una giornata di pausa, probabilmente la prima vera e completa giornata dedicata a far niente. Niente programmi, niente chilometri, niente pieno da fare a Mr Magoo, niente spesa, niente cercare un posto per la notte, niente di niente. Ci siamo poi resi conto entrambe, parlandone a cena, che avevamo tremendamente bisogno di “spegnerci” un attimo. Negli ultimi 2 mesi, fra aspettative, delusioni, cambi di programma, piacevolissime scoperte, luoghi, suoni, odori, città, paesi, valli, strade, facce, esperienze indimenticabili ed altre che, purtroppo, dimenticheremo presto, ci siamo riempiti all’inverosimile. Ci sentiamo un po’ come appena alzati da tavola dopo un pranzo di Natale iniziato troppo presto a terminato troppo tardi durante il quale ci siamo abbuffati di un sacco di roba buona ed abbiamo ascoltato un infinità di storie raccontate da parenti che non vedevamo da lungo tempo.

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05.08.2022

Lasciamo il carinissimo camping della pensione MAVI CENNET dopo aver diviso il tavolo della colazione con una giovane coppia turca e il loro bimbetto che, al sicuro tra le braccia del papà, ci scruta con i suoi profondi occhi neri.

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04.08.2022

Giornata di assoluto relax. Per colazione prepariamo il nostro caffè e poi con calma leggiamo le ultime news ed aggiorniamo il blog con i giorni mancanti dell'Iran e della Turchia. Ogni tanto un tuffo nel mare  per rinfrescarci. Verso sera ci concediamo un paio di birrette nella bella terrazza del campeggio, dove ci servono una zuppa di piselli e poi un ottimo pesce alla griglia con patatine (menù unico per tutti gli ospiti).

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03.08.2022

Marco si sveglia e non trova più la tenda si Stefano. E si che ieri sera era sistemata a ca. 2 o 3 metri da Mr Magoo. Si guarda attorno e poi la scorge, lontana, sulla spiaggia. Possibile che abbia russato così forte da costringere Stef ad allontanarsi di un centinaio di metri? In realtà la notte è stata caldissima e Stefano si è spostato per godere un poco della leggera brezza che c’era in riva al mare.

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02.08.2022

Per la prima volta ci svegliamo in 2 alberghi diversi. Facciamo colazione sulle rispettive terrazze e poi ci troviamo verso le 9 in una viuzza del centro storico dove è posteggiato Mr. Magoo. Quando Stefano arriva Marco sta già caricando i suoi bagagli, solo che siamo bloccati da 2 auto, una targata Francia ed una turca. Chiediamo in albergo se sanno di chi sono le auto, ma non ci possono aiutare. Dopo circa 15 minuti di attesa all’ombra sulla scalinata, arrivano i francesi (originariamente turchi) con le loro valigie. Bene, tra poco possiamo partire anche noi. Scendiamo la ripidissima e strettissima viuzza che ci riporta sulla strada principale per avviarci verso Dara, una importante città-fortezza romana nella Mesopotamia settentrionale. Gli scavi hanno portato alla luce i resti della fortezza e delle mura, una necropoli scavata nella roccia ed imponenti opere di canalizzazione sotterranea delle acque con una grande cisterna. Il sito è molto grande, e ci fermiamo alla necropoli per poi proseguire in auto per visitare la cisterna. E’ un luogo unico con un magnifico insediamento.  Purtroppo un blackout elettrico non ci permette di ammirare la bellezza della cisterna sotterranea, dove ritroviamo i francesi che sono partiti insieme a noi. Con le torce dei nostri cellulari cerchiamo di fare un po' di luce, ma le cisterne sono molto alte e non si riesce a vedere molto.

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01.08.2022

Colazione super abbondante e con ogni ben di Dio sulla magnifica terrazza dell’hotel Maristan. Oggi abbiamo intenzione di visitare questa cittadella che, già fin da ieri, ci ha notevolmente sorpreso con la sua architettura ben mantenuta e che può vantare influenze bizantine, ottomane, mongole, assire ed altre ancora.

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31.07.2022

Abbiamo passato una notte molto tranquilla in questa valle meravigliosa. Però anche al mattino ci infastidiscono le vespe ed altri insetti, quindi non ci dilunghiamo a fare colazione e ci facciamo bastare un solo caffè prima di ripartire. Il paesaggio è sempre ancora collinare e la presenza militare è sempre ancora massiccia. Oltre ad essere una regione curda, per lunghi tratti la strada segue il confine con l'Irak e la Siria poi che intravvediamo. Dopo molteplici controlli del passaporto arriviamo a Sirniak. Si ritiene che l’insediamento fosse originariamente chiamata la città di Noè poiché era vicino al monte Curdi dover l’Arca di Noè finalmente sbarcò dopo il diluvio. L’agricoltura, l’allevamento di animali ed il commercio di frontiera sono la spina dorsale della vita economica di Sirnak, come anche la commercializzazione di asfalto del quale ha una riserva stimata in 29 milioni di tonnellate. Il viaggio continua lungo la frontiera siriana delimitata da un muro e filo spinato ed una zona cuscinetto con molteplici torrette di controllo. Dopo un paio d’ore di viaggio arriviamo alla nostra prossima meta, Mardin. E’ nota per la sua architettura araba e per la sua posizione strategica. La sua altitudine le consente di dominare la sottostante regione. La sua popolazione è assai eterogenea, contando arabi, assiri e curdi. Non siamo ancora riusciti a procurarci una sim turca, quindi cerchiamo un albergo cercando di ricordarci quello che avevamo visto precedentemente. Fortuna vuole che lo troviamo abbastanza rapidamente ed ha anche 2 stanze libere, una però solo per una notte. Decidiamo di fermarci in questo albergo magnifico, vecchio 700 anni ed una volta usato come sinagoga. Si respira proprio l’aria dell’antichità in queste vecchie mura. Mardin ci piace subito, con i suoi stretti vicoli ed il centro storico. Le prime popolazioni ad insediarsi nell’area furono cristiani della Chiesa d’Oriente. Dal III al XVIII secolo la religione predominante rimase quella siro-orientale, sia durante il dominio islamico califfale, sia durante la dinastia turca che governò l’Anatolia orientale e la Mesopotamia settentrionale. Dopo aver fatto un primo giro di ricognizione torniamo in albergo a riposarci. Anche qui il caldo rimane opprimente nelle ore pomeridiane. Ci diamo appuntamento verso le 5, e troviamo un bel posticino all’ombra in un bel giardino per goderci una birra (la prima da quasi un mese!). E non riusciamo a resistere ad un 2 e 3 giro prima di avviarci verso il ristorante consigliato dall’albergo. Anche questo ristorante (come moltissimi a Mardin) ha una bellissima terrazza con vista sulla città storica. Ordiniamo un piatto tipico di Mardin, composto da diverse pietanze. Molto soddisfatti della cena Marco torna in albergo, mentre Stefano fa ancora un giro per il centro, che a quest’ora è molto animato.

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30.07.2022

In riva al lago, alla mattina, regna un grande silenzio. Alcuni piccoli uccelli bianchi e neri con le ginocchia che si piegano all’indietro come i fenicotteri infilano il loro lungo becco nel fango dell’acqua bassa e le rondini volano a pelo d’acqua effettuando cambi di direzione incredibili cercando di catturare gli insetti. Della gente che ieri pomeriggio e ieri sera ha vivacizzato le rive del lago rimane solo la vasta distesa di rifiuti. Che peccato!

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29.07.2022

Ci svegliamo con una splendida alba sul lago di Marivan. Anche stanotte il sonno è stato disturbato, sia da moto che sembrava facessero una gara rifacendo sempre lo stesso percorso, sia dal muezzin (sembrava aver il minareto davanti alla tenda). Le temperature mattutine molto piacevoli si innalzano velocemente con il sorgere del sole, e dopo colazione meglio iniziare a smontare le tende. Prima di partire Marco fa il pieno (dobbiamo consumare la benzina nelle taniche prima di passare il confine – non è permesso esportarla - comprensibile con i prezzi che hanno) e controlla ancora l’olio. Il paesaggio è sempre ancora molto collinare dove l’agricoltura è la fonte di guadagno principale. La stragrande maggioranza dei curdi iraniani è musulmana sunnita ed è stata perseguitata, discriminata ed emarginata dalla popolazione musulmana sciita e dal governo. . Come risultato la popolazione curda ha dovuto contare sull’agricoltura come principale fonte di reddito. Tutto l’insegnamento è svolto in persiano e sono vietate le altre lingue indigene. Questa è una barriera alla trasmissione delle tradizioni curde alle future generazioni. La discriminatoria politica ha impedito a molti l’accesso all’educazione , quindi c’è un alto tasso di analfabetismo. Comunque è un popolo molto gentile e ci saluta ad ogni fermata per fare qualche foto mentre lavorano i campi. Guidiamo su e giù per le colline interminabili. Nel pomeriggio arriviamo al lago Hasanlo e decidiamo di trovare un posto in riva al lago. Ci sono molti iraniani che si fermano al lago  per fare il bagno, e non troviamo subito un posto adatto. Un posticino abbastanza ampio con una spiaggia di sabbia ci sembra il posto adatto per montare le nostre tende. Come prima cosa però facciamo un tuffo nel lago. Il fondale non è tanto profondo ma la temperatura dell’acqua è piacevole. Come spesso accade in Iran, una ragazza ci porta dell’anguria che non possiamo rifiutare. Scambiamo due parole, parla abbastanza bene l’inglese e chiaramente non può mancare la foto. Verso sera ci porta anche una omelette iraniana a base di pomodoro. All’imbrunire la sponda del lago diventa tranquilla perché tutti tornano a casa, abbiamo tutta la spiaggia per noi (rimangono solo i rifiuti).

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28.07.2022

Passiamo una notte tranquilla in riva al fiume  vicino alle cascate di Bisheh nelle montagne di Zagros. Solo alcuni ululati di lupi e spari hanno disturbato il nostro sonno, probabilmente per spaventare i lupi. Dopo colazione si riparte in direzione di Kermanshah. Passiamo delle bellissime vallate con campi di grano o campi arati disseminati su tutti i pendii. Diversi agricoltori sono intenti a fare fieno ed usano dei grandi sacchi che poi vengono trasportati con i furgoni che trasportano pile enormi di questo fieno, tenuto assieme da teli e funi. Spesso si vedono gli accampamenti estivi ed i ragazzi che portano le pecore al pascolo. Sembra di tornare indietro nel tempo e siamo ad osservare la popolazione di etnia curda intenta nei loro lavori giornalieri. Superiamo un altro passo di oltre 2400 m e scendiamo nella prossima valle più ampia. Anche in questa valle assistiamo a paesaggi incredibili. Ci fermiamo al primo benzinaio che incontriamo per strada nella speranza di poter fare il pieno. Oggi tocca a Stefano a contrattare con il benzinaio che è subito molto disponibile e gentile. Facciamo il pieno senza grossi problemi e senza attesa con la carta di un camionista. Foto di rito con il benzinaio, e scambio del profilo Instagram e si riparte. In un paese di passaggio facciamo una piccola spesa per la cena, e come spesso accade non vogliono farci pagare la merce. Noi insistiamo sempre per pagare, non ci sembra corretto nei loro confronti. Ci concediamo anche un gelato confezionato.  Nel negozietto a fianco, dove compriamo la Hayday (bevanda analcolica a base di malto), ci fa assaggiare del latte fermentato. Naturalmente non possiamo rifiutare anche se questa bevanda non ci entusiasma. La prossima tappa è Bisotun, un importante sito storico con iscrizioni di Darius I (Persepolis). Purtroppo le iscrizioni praticamente non sono più accessibili e neanche visibili dal basso, perché coperte dalla scalinata create per raggiungere il sito. Delusi, riprendiamo il viaggio fino a Kermanshah, dove ci fermiamo al parco cittadino per trovare un posticino per la notte. Il parco è già molto affollato e non ci convince (vorremmo evitare l’esperienza fatta a Kashan). Quindi proseguiamo e ci inoltriamo sempre di più nella valle di Uraman, dove ci sono alcuni insediamenti curdi abbarbicati sui pendii delle montagne. La valle diventa sempre più stretta e più spettacolare, però diventa sempre più difficile trovare un posto un po' piano per la notte. Anche stavolta iOverlander ci aiuta a trovare un posticino per la notte, anche se arriviamo piuttosto tardi. Dobbiamo affrettarci a montare le tende, ma dopo quasi 2 mesi siamo esperti, e mentre cuoce la pasta montiamo il campeggio. Ci gustiamo un piatto di pasta al pesto rosso e poi ci ritiriamo nelle nostre tende.

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27.07.2022

Passiamo una notte tranquilla in riva al fiume  vicino alle cascate di Bisheh nelle montagne di Zagros. Solo alcuni ululati di lupi e spari hanno disturbato il nostro sonno, probabilmente per spaventare i lupi. Dopo colazione si riparte in direzione di Kermanshah. Passiamo delle bellissime vallate con campi di grano o campi arati disseminati su tutti i pendii. Diversi agricoltori sono intenti a fare fieno ed usano dei grandi sacchi che poi vengono trasportati con i furgoni che trasportano pile enormi di questo fieno, tenuto assieme da teli e funi. Spesso si vedono gli accampamenti estivi ed i ragazzi che portano le pecore al pascolo. Sembra di tornare indietro nel tempo e siamo ad osservare la popolazione di etnia curda intenta nei loro lavori giornalieri. Superiamo un altro passo di oltre 2400 m e scendiamo nella prossima valle più ampia. Anche in questa valle assistiamo a paesaggi incredibili. Ci fermiamo al primo benzinaio che incontriamo per strada nella speranza di poter fare il pieno. Oggi tocca a Stefano a contrattare con il benzinaio che è subito molto disponibile e gentile. Facciamo il pieno senza grossi problemi e senza attesa con la carta di un camionista. Foto di rito con il benzinaio, e scambio del profilo Instagram e si riparte. In un paese di passaggio facciamo una piccola spesa per la cena, e come spesso accade non vogliono farci pagare la merce. Noi insistiamo sempre per pagare, non ci sembra corretto nei loro confronti. Ci concediamo anche un gelato confezionato.  Nel negozietto a fianco, dove compriamo la Hayday (bevanda analcolica a base di malto), ci fa assaggiare del latte fermentato. Naturalmente non possiamo rifiutare anche se questa bevanda non ci entusiasma. La prossima tappa è Bisotun, un importante sito storico con iscrizioni di Darius I (Persepolis). Purtroppo le iscrizioni praticamente non sono più accessibili e neanche visibili dal basso, perché coperte dalla scalinata create per raggiungere il sito. Delusi, riprendiamo il viaggio fino a Kermanshah, dove ci fermiamo al parco cittadino per trovare un posticino per la notte. Il parco è già molto affollato e non ci convince (vorremmo evitare l’esperienza fatta a Kashan). Quindi proseguiamo e ci inoltriamo sempre di più nella valle di Uraman, dove ci sono alcuni insediamenti curdi abbarbicati sui pendii delle montagne. La valle diventa sempre più stretta e più spettacolare, però diventa sempre più difficile trovare un posto un po' piano per la notte. Anche stavolta iOverlander ci aiuta a trovare un posticino per la notte, anche se arriviamo piuttosto tardi. Dobbiamo affrettarci a montare le tende, ma dopo quasi 2 mesi siamo esperti, e mentre cuoce la pasta montiamo il campeggio. Ci gustiamo un piatto di pasta al pesto rosso e poi ci ritiriamo nelle nostre tende.

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26.07.2022

Saldiamo il conto dell’albergo e ci sembra di aver speso tantissimo. In realtà rientra tutto nella normalità con l’eccezione del conto della lavanderia che ammonta a 11'700'000 Rials (qualcosina in più di 30 franchi). Con il timore di non aver abbastanza moneta locale per i giorni rimanenti decidiamo di cambiare ancora 100 Euro. Non sappiamo bene cosa ci dobbiamo aspettare con la nafta e non vorremmo avere brutte sorprese. Per l’operazione dobbiamo recarci di nuovo all’angolo di Sepah street, nella zona pedonale, dove sostano tutti i cambisti di Esfahan. Mentre Stefano aspetta in auto, Marco effettua l’operazione. Oggi riceviamo 30'000'000 di Rials, un poco meno dell’altro giorno. Viene richiesta anche una “commissione” di 200'000 Rials, richiesta alla quale il secco “No commission!” di Marco basta.

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25.07.2022

Ci alziamo con calma per fare colazione al piano superiore della nostra guesthouse “Sunrise”. Dopo aver bevuto il tè e mangiato le uova al tegamino ci incamminiamo verso la moschea che non è molto distante e la strada la conosciamo a memoria. Passiamo il quartiere ebraico (dove è anche situato il nostro albergo) ed il bazar per arrivare all’entrata dove paghiamo i soliti 2 mio. di rial per l’entrata (6 CHF). La moschea è l’espressione architettonica più importante della dominazione selgiuchide in Persia (1038-1118) e delle successive aggiunte nei secoli successivi. Dal 2012 è un bene protetto dall’Unesco. Le nostre aspettative non sono troppo alte, perché abbiamo già visto molteplici moschee, però appena entrati ci stupisce l’ampiezza della moschea con composizioni decorative, il lavoro meticoloso di intagliatura dello stucco, contribuiscono alla magia di questo posto, probabilmente anche per il fatto che siamo gli unici visitatori della moschea ed il silenzio è assoluto. Visitiamo le diverse sale di preghiera provviste di colonne a sezione circolare e ci facciamo catapultare nel passato. La Moschea del Venerdì è stata una grossa sorpresa e ci è piaciuta moltissimo. Torniamo in albergo per scrivere un po' di blog e per riposarci. Chiediamo di farci portare un kebab di pollo (la guesthouse non ha un ristorante) per niente male, ed in più ci portano una minestra come primo, probabilmente il pasto preparato per il personale. Il caldo si fa sentire anche nell’ombra del bellissimo cortile interno e non ci resta che fare un pisolino in camera con l’aria condizionata. Ne approfittiamo anche per salvare le foto e fare ordine nei nostri appunti. La sera non abbiamo voglia di tornare in centro, e cerchiamo un ristorante in vicinanza. In Iran non è facile trovare un ristorante, il Covid ha sicuramente dato il colpo di grazia a molti esercenti e gli Iraniani non hanno l’abitudine di andare al ristorante. Il ristorante consigliato alla reception è chiuso, e quelli in prossimità secondo google maps non esistono più. Facciamo un ultimo tentativo, ed abbiamo fortuna, il ristorante è aperto ed è anche carino. Ordiniamo gamberi fritti sperando di non star male; la scelta si rivela azzeccata perché sono molto buoni. Dopo cena torniamo in albergo per terminare i nostri lavoretti e preparare la partenza di domani.

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24.07.2022

Ci ritroviamo alle 8 per fare colazione per poi visitare Esfahan. Sfruttiamo le ore mattutine quando la temperatura è ancora sopportabile. Marco non ha dormito molto bene, forse la cena di ieri sera era un poco pesante... Ci avviamo verso la piazza Naqsh-e Jahan, passando attraverso diversi bazar. Per arrivare in piazza dobbiamo camminare per ca. 30 minuti, e praticamente tutto il tragitto a piedi lo possiamo fare passando i bazar e quindi all’ombra. Al mattino i vari negozianti sono ancora intenti a pulire e preparare la merce da esporre. La piazza ci stupisce ancora, costruita con una file di edifici a due piani di negozi, affiancata ad un’architettura imponente, la piazza è un’arena di intrattenimenti e di commerci. Esfahan era una tappa fondamentale lungo la via della seta.  Prima meta è la visita del palazzo Ali Qapu, l’antico palazzo degli Scià di Persia che sorge imponente nella grandiosa piazza. L’edificio rettangolare si sviluppa su 6 piani, ha una vasta terrazza nella parte frontale, coperta con soffitto intarsiato sostenuto da colonne altissime. Il resto dell’edificio è poco spettacolare, veniva usato principalmente a scopi di rappresentanza e dalla galleria superiore assistevano a partite di polo ed alle corse ci cavalli. A sud dell’imponente piazza si affaccia la moschea dello Shah che è la principale moschea di Esfahan. Eretta nel 1629 l’edificio è un eccellente esempio di architettura islamica, è enorme e molto bella, però non ci lascia a bocca aperta, forse perché abbiamo già visto molteplici moschee. La prossima tappa è Sepah Street, dove dovremmo trovare per cambiare un po' di euro. Consultando google maps (che non è molto affidabile in Iran) troviamo un solo ufficio di cambio, però appena arrivati abbiamo capito che si cambia per strada; veniamo letteralmente assaliti da persone che ci propongono di cambiare euro o dollari. Ci consultiamo un attimo, e poi ci affidiamo alla prima persona che ci propone 31'000'000 di rial per 100 euro. Il tasso di cambio equivale ai tassi che ci hanno proposto finora, quindi decidiamo di cambiare 250 euro. La transazione si svolge con ordine, e soddisfatti ci avviamo verso il ponte Si-o-se Pol (ponte delle 100 arcate) sul fiume Zalandè che per 10 mesi all’anno è in secca. Il caldo è opprimente (sui 40 gradi) ed abbiamo un assoluto bisogno di liquidi. Ci fermiamo per bere una limonata ed un caffè freddo accompagnato da 2 bottiglie di acqua, sullo splendido viale Chahar Bagh e Abbasi. Il viale pedonale si compone da una passeggiata centrale fiancheggiata da quattro giardini. Un canale a gradini attraversa il centro della passeggiata. Ancora oggi il viale con numerosi piccoli bar con tavoli all’aperto e negozi è un importante luogo d’incontro. Vorremmo anche mangiare un boccone, qualcosa di leggero prima di tornare in albergo. Lungo il viale all’ombra di alberi troviamo uno dei migliori e più antichi barbecue di Esfahan. Ci chiedono semplicemente se vogliamo pollo o agnello, perché si mangia esclusivamente kebab. Optiamo per il pollo, ed effettivamente ci gustiamo degli ottimi spiedini di pollo. Dopo pranzo è ora di tornare in albergo, il caldo è sempre più opprimente. Per fortuna anche il ritorno lo possiamo fare lungo i bazar, riparati dal sole. Il pomeriggio lo dedichiamo all’ozio prima di riprendere la strada verso il ponte. Stasera decidiamo di mangiare nel parco dell’albergo Abbasi, conosciuto per il suoi ristoranti nel sontuoso parco dell’albergo. E possiamo confermare che anche lo steak e le costolette d’agnello con diversi contorni sono ottimi. Ora non ci resta che affrontare il ritorno in albergo. Il bazar sta chiudendo ed in diversi tratti siamo soli, una sensazione molto strana pensando alla gente che di solito troviamo in queste vie. Stanchi delle lunghe camminate (abbiamo fatto oltre 25 km a piedi oggi) vogliamo solo ancora andare a dormire.    

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23.07.2022

Abbiamo dormito così, così. Presi dalla bellezza del posto che abbiamo trovato per piazzarci non abbiamo badato troppo alle pendenze e sia la tenda di Marco che quella di Stefano avevano una bella pendenza.

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22.07.2022

Abbiamo entrambi fatto fatica ad addormentarci, forse per la cena tardiva o forse per altri motivi. Comunque ci troviamo alle 8 per fare colazione a base di omelette ed il loro tè. Mr. Magoo è posteggiato all’autosilo distante una decina di minuti dalla guesthouse (dove ci hanno consigliato di posteggiarlo), quindi come prima cosa andiamo a prenderlo per non dover portare tutti i bagagli fino all’autosilo. Prepariamo i nostri 2 sacchi da montagna e riempiamo il frigo con acqua e la cena. Tanica dell’acqua, frigo e soprattutto serbatoio e taniche sono piene, quindi dopo un’ultima foto alla guesthouse (non è la prima volta che ce lo chiedono) si riparte. Il paesaggio lungo la strada non è spettacolare, usciamo dalla città e riprendiamo l’autostrada fino a Persepolis. Visto che è venerdì, che equivale alla nostra domenica, il traffico è scorrevole e dopo ca. 1 ora di viaggio arriviamo al posteggio. Il posto è enorme come anche il posteggio, ma c’è pochissima gente. Incontriamo pochissimi turisti ed ancora meno stranieri, il turismo iraniano non si è ancora ripreso dalla crisi del Covid. Paghiamo il biglietto di entrata ed entriamo nell’immenso sito archeologico, riconosciuto come patrimonio mondiale dall’Unesco. Per quanto devastato dall’arrivo di Alessandro Magno, quello che resta rende decisamente l’idea della grandezza raggiunta dal popolo persiano, di cui sono giustamente orgogliosi. Le immense sale, i raffinati bassorilievi e le maestose colonne… un luogo di grandezza e potere oltre ogni descrizione che fu abitato per quasi 2 secoli e venne riportato alla luce grazie a degli scavi effettuati nella  prima metà del ‘900. Persepoli fu una delle 5 capitali dell’impero achemenide, e risale al 500 a.C.,  e divenne in seguito la capitale delle Persia. La visita ci conduce alla tomba di Dario dalla quale si ha una vista dell’alto di Persepolis. Il caldo non ci dà tregua, ed abbiamo bisogno di un attimo di ristoro e soprattutto una bibita fresca (l’acqua che ci siamo portati è finita da un pezzo). Si riparte in direzione Esfahan, senza pretesa di arrivare oggi. A metà strada intravvediamo delle strade sterrate che salgono sulle colline circostanti e decidiamo di andare a vedere. Anche iOverlander consiglia qualche posto in zona per il pernottamento. Ed in effetti il posto è incantevole e ci fermiamo. Marco vuole cambiare il filtro della benzina, ma non riesce a svitare quello esistente, quindi lascia perdere (sarà compito di un meccanico iraniano). Prepariamo il nostro campeggio e Stefano inizia a preparare la frittata di verdure. Si preannuncia un bellissimo tramonto, ma purtroppo un annuvolamento improvviso ce lo rovina. Andiamo a dormire presto, visto che abbiamo un po' di sonno accumulato dalla notte precedente. Domani ci aspetta Esfahan!

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21.07.2022

Oggi abbiamo sostanzialmente 3 cose da fare: finire le visite che avevamo intenzione di fare a Shiraz (moschea, fortezza e i bagni), fare scorta di diesel e riposare. Iniziamo con le visite sfruttando le ore mattutine che dovrebbero essere più fresche (ma non lo sono tanto) e di buon’ora siamo già alla fortezza. La stessa è anche conosciuta come cittadella di Karim Kahn, risale al 1180 (inaugurazione) e fungeva sia da abitazione che da centro militare. Come molte delle antiche strutture che abbiamo visitato, anche questa ha subito molti cambiamenti a seconda di chi regnava nella regione. Spesso, purtroppo, i conquistatori esprimevano il loro odio e superiorità supposta sui conquistati non solo massacrando i nemici ma anche distruggendo e saccheggiando le città e tutti i suoi simboli religiosi o di potere. In Iran poi la situazione geologica ha anche contribuito alla distruzione (si dice che in Iran ci sia almeno un terremoto al giorno).

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20.07.2022

Abbiamo dormito bene al Toranjestan Hostel, e ci ritroviamo verso le 9 per fare colazione nel cortile all’ombra di un albero di limoni. Oggi facciamo una giornata relax dopo la giornata di ieri, e dopo colazione andiamo al Vakil Bazaar, molto simile a tanti altri Bazaar visitati finora, ma comunque sempre interessante vedere i  prodotti in vendita ed i molteplici botteghini. Nella piazza centrale ci fermiamo a bere una limonata, è raro vedere ristoranti all’aperto in Iran, di solito sono locali sotterranei per mantenere i locali freschi d’estate e caldi d’inverno. Visitiamo la moschea di Vakil del XVIII secolo con splendidi interni caratterizzati da pilastri, intagli e piastrelle dai motivi intricati. Inizia a fare caldo e decidiamo di avviarci verso l’albergo e trovare un ristorante. Ci incuriosisce una madrasa (scuola islamica) ed entriamo a vedere. Si tratta della madrasa e-Khan  costruita all’inizio del 18 secolo. L’ingresso è ostruito da assi di legno, che dopo aver pagato l’ingresso, vengono gentilmente spostate per permetterci di visitare il piano superiore ed il giardino del cortile interno. Le aule scolastiche erano al piano superiore, ora completamente vuote. Lo stomaco inizia a brontolare e ci infiliamo nel primo ristorante che troviamo (cosa non troppo evidente in Iran, non ci sono tantissimi ristoranti), dove i locali si trovano nel sotterraneo dove rimane bello fresco. Mangiamo un piatto di kebab e di pesce e poi torniamo al nostro ostello per fare un riposino pomeridiano. Comunque sarebbe troppo caldo per visitare la città, e preferiamo uscire la sera, come fanno tutti gli Iraniani. Dopo un bel pisolino Marco scrive un po' di blog e Stefano prepara il programma per il giorno seguente nel cortile e verso sera torniamo nel centro città. Ci fermiamo a bere una limonata (che ci fanno pagare un rene – sempre pensando ai prezzi iraniani). Passando dalla fortezza Karim Khan, andiamo alla ricerca di un ristorante. Come spesso accade in Iran, google maps non è per niente affidabile e gran parte dei ristoranti indicati non esistono più. Dopo aver girovagato per il centro, troviamo un albergo con ristorante molto carino sul tetto della struttura. Ci consigliano il Kalam Polo, specialità di Shiraz composto da riso con piccole polpette di carne e cavolo, che si rivela essere un’ottima scelta; è buonissimo! Soddisfatti torniamo al nostro ostello.

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19.07.2022

Oggi giornata nera! Per fortuna è la prima vera giornataccia da quando siamo partiti. Tutto inizia bene, Ci svegliamo nel Lut Desert poco prima del sorgere del sole. Sono le 6 di mattina ma la temperatura è già di 33 gradi. Troppo caldo per il caffè. Il tempo di bere un po’ d’acqua ed un bicchiere di succo di pesca ed il sole fa capolino all’orizzonte. Il momento è magico e smettiamo di impacchettare le cose per gustarcelo e fotografarlo.

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18.07.2022

Alle 8 ci troviamo per fare colazione nella corte della nostra guesthouse e paghiamo il conto in USD (a dipendenza del luogo preferiscono il pagamento in USD o in EUR, localmente il tasso di cambio è migliore per USD oppure per EUR sul mercato nero). Prepariamo i nostri bagagli e si riparte per Kerman. La tratta autostradale attraversa vaste pianure desertiche ad un altitudine tra i 1500 e 2000 m, passando da Na’in ed altre città minori. Prima di arrivare a Kerman ci fermiamo in diversi distributori di benzina, però sembra non esserci più diesel (molto strano per un paese produttore, però probabilmente si tratta di un problema di rifornimento dovuto alle diverse feste nazionali negli ultimi giorni). Inoltre ci spiegano che essendo vicini al Pakistan, i distributori non hanno la famosa carta per turisti. Un camionista molto gentile riempie il serbatoio con 20 litri, meglio di niente, e non vuole neanche che paghiamo. Però il problema rimane, prima di inoltrarci nel deserto Lut, vorremmo avere il serbatoio pieno. Proseguiamo per Kerman, dove la nostra intenzione era di fermarci per pranzare, ma visto che è una festa nazionale, non troviamo un posto aperto e ci accontentiamo di acquistare un po' di pane e formaggio da spalmare per cena. Quindi proseguiamo verso il deserto e ci accontentiamo di snacks (comunque fa molto caldo e non abbiamo troppa fame). Dopo Kerman facciamo l’ennesimo tentativo di trovare un po' di diesel, ed anche qui troviamo un camionista che ci riempie 20 litri. Proseguiamo per il deserto, però prima dobbiamo affrontare un passo alto 2600 m, per poi scendere nel deserto a 800 m. Il caldo si fa più opprimente e le temperature salgono velocemente sopra i 40 gradi. Il paesaggio ci ripaga per lo sforzo e le sudate. Passiamo un paio di oasi prima di intravvedere i Kalouts. I Kalouts sono delle formazioni rocciose create dall’erosione del vento e dell’acqua. In passato i Kalouts si trovavano nel mezzo del via delle spezie per trasportare le spezie dall’India all’Iran (conosciuta anche come Via della Seta). Lasciamo la strada principale e ci inoltriamo fuori strada nel deserto. Il fondo sabbioso è abbastanza duro e non ci crea problemi, mentre la temperatura arriva a oltre 48 gradi. Non vogliamo strapazzare troppo Mr. Magoo, e ci fermiamo in un bel posto riparato dal vento. A queste temperature il vento peggiora la sensazione di caldo e diventa insopportabile. Beviamo litri di acqua e mangiamo solo un po' di pane e formaggio da spalmare aspettando il tramonto per poter fare un giro a piedi e fare qualche foto. Il paesaggio è stupendo e la pace ed il silenzio sono una sensazione incredibile che solo il deserto di può dare. Le temperature scendono leggermente ed il sole più basso ci permette di esplorare il deserto e goderci il tramonto. Il buio scende ed il cielo stellato è fantastico. Ora dobbiamo solo ancora montare le nostre tende e sperare di poter addormentarci malgrado le temperature comunque ancora elevate (sui 35 gradi).  

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17.07.2022

Facciamo colazione nello spazio comune della guest house Dakhasch che, abbiamo ormai imparato grazie alle diverse visite a case e musei fatte sin’ora, era la corte esterna centrale con fontana delle abitazioni tradizionali. Ai quattro lati della corte vi erano la parti della casa utilizzate una in ogni stagione.

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16.07.2022

Ci svegliamo nel deserto dopo aver passato una notte tranquillissima. Abbiamo scelto un posto ideale, la collina ci protegge dal sole mattutino. Stamattina abbiamo ancora il resto della macedonia e dello yogurt, colazione di lusso! Garmeh sarà la prima meta di oggi, e la strada nel deserto è in parte spettacolare ed in parte attraversiamo immense distese deserte e piatte. Intravediamo le prime dune, ma i cammelli si vedono solo sui cartelli stradali. Raggiungiamo Garmeh in tarda mattinata. La prima impressione è deludente, ma poi si rivela comunque carina, con le vecchie costruzioni in adobe (un impasto di argilla, sabbia e paglia), in parte riattate ed in parte semi-distrutte dal tempo. Volevamo anche fermarci a bere e mangiare qualcosa, ma il villaggio sembra abbandonato. Una signora anziana ci fa vedere il suo cortile con le capre e le galline, è l’unica persona che incontriamo. Non ci resta altro che proseguire il nostro viaggio verso Yazd. Il paesaggio è desertico ed inabitato e fa caldo (38-40 gradi). Non abbiamo visto nessuna pompa di rifornimento ed il serbatoio è quasi vuoto, ed ecco che appare un distributore. Chiediamo se hanno la tessera, e dopo un attimo di attesa possiamo fare il pieno. Stavolta senza problemi. Arriviamo a Yazd alla Delkhash Guesthouse, dove per 20$ ci danno una stanza. Decidiamo di rimanere 2 notti per poterci riposare un po' ed aggiornare il nostro blog. E’ decisamente troppo caldo per visitare la città, e ci diamo appuntamento alle 6. Yazd ci piace immediatamente, già per arrivare alla guesthouse dobbiamo seguire delle viuzze nella città vecchia, tra case ad 1 o 2 piani in adobe, uno dei più grandi centri urbani costruito quasi interamente con adobe. A cause del clima secco, ha una delle più ampie reti di qanat (sistema di trasporto idrico) nel mondo, ed i costruttori di Yazd sono considerati i più abili dell’Iran. Molti edifici antichi sono dotati di magnifiche torri del vento e di vasti ambienti sotterranei. Prima di cena ci fermiamo in un ristorante con terrazza sul tetto per bere una limonata fresca. Facciamo un giro tra i vicoli stretti della città vecchia ed ammiriamo la moschea di Giame che è coronata da una coppia di minareti che sono le più alte dell’Iran. Ceniamo sulla splendida terrazza con vista sulla moschea ed i molteplici torri del vento. La cena a base di melanzane è squisita, e ci godiamo la tranquillità ed il panorama. Molto soddisfatti ma stanchi torniamo al nostro albergo.   

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15.07.2022

Gli utlimi gruppi di festaioli, specialmente quello piazzatosi a grigliare davanti alla tenda di Marco, lasciano il parco alle 5 di mattina. Non è stato facile dormire questa notte. Urla e grida di gioia, musica a manetta e, verso le 2, il moto GP di Kashan per le viuzze del parco hanno allettato la nostra notte. Poco importa, noi siamo in vacanza ed avremo tempo di recuperare. Per loro invece il giovedì sera è occasione di festeggiamenti visto che il venerdì è il loro giorno di libero settimanale ed è giusto che approfittino per divertirsi.

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14.07.2022

Abbiamo passato una notte tranquillissima nella bellissima Andaj Valley (che fa parte della regione di Alamut). Dopo una bella colazione tranquilla in riva al fiume, ci prepariamo per la partenza. Marco nota una vite per terra e si accorge che le viti che tengono la sua tenda sul tetto sono da avvitare. Per fortuna ha trovato la vite! Quindi svuotiamo il nostro Defender per arrivare alla cassetta degli attrezzi e riavvitiamo e controlliamo le diverse viti. Per fortuna il sole arriva tardi in questa valle stretta e la temperatura rimane fresca, ideale per fare questi lavoretti. Carichiamo le casse ed i bagagli e si riparte. Prima destinazione è Qom, che sono oltre 5 ore di viaggio. Passiamo ancora una volta gli incantevoli paesaggi di Alamut, per poi innalzarci fino ad oltre 2400m di altitudine. Dalla cima il panorama spazia fino a Qazvin e la enorme pianura sottostante. Dobbiamo anche fare il pieno (malgrado che abbiamo 100 l di riserva nelle taniche), e ci fermiamo ad un distributore. Il problema è sempre trovare qualcuno con un carta per fare il pieno. Alcuni distributori hanno una carta apposta per i turisti, e quindi fare il pieno è semplice, mentre altri distributori non ce l’hanno e quindi bisogna aspettare qualche camionista che ci “presta” la carta per fare il pieno. Anche questa volta dobbiamo aspettare il passaggio di un camion e stavolta però ci fa pagare 10 volte tanto (sempre poco per i nostri standard, 12 CHF per il pieno invece di 1.20). E’ un problema comune, e non ci sono molte alternative. Niente di grave, procediamo il nostro viaggio attraversando pianure immense in parte industriali, in parte deserte. Nel pomeriggio raggiugiamo il santuario di Hazrat-e-Masumeh che ospita il sepolcro di Fatemè, che morì e fu sepolta qui nel IX secolo. Il santuario è impressionante e riusciamo ad entrare nel suo interno ad ammirare il sepolcro (entrata riservata a soli uomini). Sull’altro lato l’entrata è riservata alle donne. Fa molto caldo, e decidiamo di procedere fino a Kashan a ci fermiamo in un nuovo parco cittadino allestito fuori città e perfetto ai nostri scopi. Vaste aree di piccoli pini con viali e gazebo con posti pic-nic. Siamo gli  unici in questo immenso parco e prendiamo un gazebo per piazzare il tavolo con le sedie, ed un altro per piazzare la tenda. Prepariamo una cena semplice a base di pane, formaggio e macedonia fresca. Sul viale principale ci sono alcuni rubinetti dove possiamo lavare i piatti. Nel frattempo sono arrivate alcune famiglie con bambini che anche loro fanno il pic-nic (molto popolare tra gli Iraniani). Non ci preoccupa molto, perché sicuramente non faranno tardi le famiglie, e potremo passare una notte tranquilla.

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13.07.2022

La scorsa notte su questa collina che sovrasta Hir, siamo stati alla mercè di un fortissimo vento. Si è alzato mentre stavamo cenando ed ha continuato a guadagnare di intensità. Marco ha dovuto alzarsi per sistemare il tendalino che copre la scala e l’entrata della sua tenda. I picchetti sono stati strappati dal vento e la sua forza era tale da non riuscire a farlo tornare in posizione ed riaffrancarlo a terra. Alla luce delle luna piena Marco ha dovuto improvvisare un soluzione in modo che la tenda non finisse per strapparsi.

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12.07.2022

Notte per niente tranquilla. Gli Iraniani hanno festeggiato fino a notte inoltrata, mangiando, bevendo ed ascoltando musica. Per non farci mancare niente, appena era diventato un po' più tranquillo, hanno iniziato ad abbaiare i cani, proprio davanti alle nostre tende. Oltre a questo le temperature erano parecchio alte, quindi abbiamo fatto fatica a dormire. Stefano, appena svegliato, va a fare ancora un bagno per rinfrescarsi un poco e fare la doccia (sempre nella sezione riservata agli uomini), anche perché il resto della spiaggia era cosparso di rifiuti della notte precedente. Al ritorno Marco ha già preparato colazione e con i primi raggi di sole anche la temperatura sale. Mentre facciamo colazione molti Iraniani partono già, sembra che il loro obiettivo sia proprio dormire in spiaggia, ed appena svegli ripartono. E’ stata un’esperienza indimenticabile ed abbiamo avuto l’occasione di entrare nella vita da campeggio e da spiaggia alla Iraniana. Oggi costeggiamo in parte il Mar Caspio fino a Khalchay, per poi fare un passo sterrato fino a Hir. La strada fino a Khalchay è piuttosto monotona, un centro abitato dopo l’altro con traffico abbastanza intenso. Verso l’una arriviamo a Khalchay e ci fermiamo a comprare acqua ed un paio di cose per cena. Pranziamo al ristorante, il solito kebab misto. Però questa volta non è buono, riusciamo a mangiare solo quello di pollo ed il riso, la scelta questa volta non è stata delle migliori. Ci riavviamo e la strada comincia a salire lungo una valle. All’inizio della valle stanno costruendo una diga, anche qui molte valli e villaggi verranno presto sommersi. Ci alziamo abbastanza velocemente e l’aria è già più fresca. La strada segue la valle che diventa sempre più stretta ed il paesaggio sempre più spettacolare. Ci diamo il cambio, e Marco riprende la guida, giusto in tempo per iniziare a guidare la tratta sterrata. I tornanti si susseguono uno dopo l’altro ed il paesaggio diventa sempre più alpino e la vegetazione si riduce a ciuffi d’erba e fiori. Arriviamo a 2800 m, essendo una strada sterrata il traffico è quasi inesistente ed il paesaggio è semplicemente stupefacente. Il tempo scorre velocemente, e dobbiamo pensare all’accampamento, e siamo subito d’accordo di trovare un posticino un po' piano lungo la strada, prima di arrivare ai primi paesi (diventa più difficile trovare un posto dove ogni angolo viene coltivato). Ci fermiamo a bordo strada in uno spiazzo bellissimo, un po' ventoso, ma non eccessivo. Montate le tende il vento si rafforza gradualmente, e ci dobbiamo rifugiare dietro a Mr. Magoo per poter preparare un’insalata con pane e formaggio da spalmare. Il vento è sempre più insistente e non ci resta altro da fare che rifugiarci nelle nostre tende. Solo che il vento riesce anche a sradicare i picchetti della tenda di Marco, che deve trovare una soluzione di fortuna per non volare via insieme alla tenda. D’un tratto il vento cessa, e finalmente riusciamo a dormire. Domani ci aspetta la valle di Alamut!

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11.07.2022

Ci svegliamo un poco più tardi del solito. Abbiamo dormito bene anche se questa notte c’è stato un po’ di traffico attorno a noi. I contadini del posto, approfittando del fresco della notte e della luna quasi piena, hanno raccolto ed imballato il fieno in un campo vicino a dove ci siamo sistemati. Il programma di oggi dovrebbe portarci sulle rive dal Mar Caspio. E’ uno dei suggerimenti di Nasser, anche se lui ci ha proposto di seguire tutta la costa fino alla Gorgan Bay. Prima peò dobbiamo affrontare un passo che ci porterà fino a 2300 metri di altezza. La strada che sale verso il passo si snoda in un paesaggio piuttosto arido. Non ci sono alberi ed in lontananza,  sugli aspri pendii lontani, scorgiamo decine e decine di strade che si inerpicano per raggiungere villaggi dei quali vediamo solo i tetti di latta luccicare al sole. Il passo deve essere ben frequentato perché al bordo della strada si susseguono “ristoranti” e piccole bancarelle presso le quali pendono in bella vista dei pezzi enormi di carne. I proprietari sono tutti impegnati nel tenere viva la brace delle griglie nel caso qualcuno dovesse fermarsi e gustare le carni esposte…noi passiamo la mano.

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09.07.2022-10.07.2022

Alle 8 ci troviamo per la colazione. Abbiamo dormito bene entrambe anche se, entrambe, abbiamo sofferto dell’aria condizionata che non si poteva spegnere. Per fortuna le camere sono dotate di coperte belle spesse!! 

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08.07.2022

Ci svegliamo ben riposati, dopo una notte tranquilla. Facciamo colazione con un solo caffè perché vogliamo raggiungere la frontiera iraniana ancora in mattinata. Visto che c’è anche un’ora e mezza di fuso orario e sono già le 8:30, meglio iniziare a sbaraccare. Partiamo e ci avviciniamo ben presto al confine. Volevamo ancora fare il pieno di benzina, per evitare di dover, come prima cosa, dover fare il pieno. Ma non troviamo distributori di benzina, e d’un tratto siamo già al confine che stavolta incute un po' di timore a causa dei muri e del filo spinato lungo la strada. Al confine turco un signore ci fa subito cambiare dei dollari ed il resto delle lire turche (ad un cambio molto sfavorevole), però ci aiuta anche a districarci per il timbro di uscita. Davanti ad uno sportello una fila lunghissima di persone in attesa continua a spintonare, mentre il nostro cambista turco grida “driver” e ci fa passare davanti a tutti. Abbiamo solo alcune persone davanti a noi, quindi l’attesa è breve, però non c’è uscita per coloro che passano il confine con il proprio veicolo, quindi dobbiamo tornare indietro. Facciamo fatica a passare a causa degli spintoni continui, ma alla fine ce la facciamo. Ora siamo fermi davanti al cancello chiuso per il confine iraniano. Dobbiamo attendere ca. 20 minuti, finchè un doganiere ci apre il cancello e fa passare 3 automobili. Anche qui veniamo subito presi in “ostaggio” da un iraniano (che all’inizio pensavamo fosse un doganiere), che si occupa di tutti gli incarti per poter entrare in Iran. Non capiamo bene quanto dovremo pagare per questo servizio e siamo un po' scettici, però non abbiamo altra scelta visto che è tutto in persiano, Ci accompagna per il controllo passaporto, test PCR e visto per poi richiederci tutti  i documenti dell’auto per la dogana (carta grigia, carnet de passage, passaporto). Dopo un po' ritorna per chiederci la fotocopia del passaporto e del visto. Quella del passaporto l’abbiamo, mentre per il visto dovrà arrangiarsi. Noi siamo sempre in attesa davanti alla barriera chiusa; d’un tratto arrivano 4 persone e ci chiedono se abbiamo alcool e di aprire l’auto. Per fortuna non ci fanno svuotare tutti i nostri bagagli ma si accontentano di una veloce occhiata e ci fanno un paio di domande. Ci salutano dicendoci “welcome in Iran” – ce l’abbiamo fatta! Poco dopo ci aprono la barriera e siamo definitivamente in Iran. Il nostro “service man” ci ritorna tutta la documentazione, ed un piccolo formulario per passare il controllo della polizia poco avanti. Infatti è bastato consegnarlo che ci hanno aperto anche questa barriera. A Bazargan, primo paese in Iran, troviamo un’agenzia per fare l’assicurazione auto. Ora ci servirebbe ancora la benzina, ma pensiamo di non aver abbastanza contante. Continuiamo fino a Maku, la prima città dopo il confine, ma non troviamo niente di aperto. Chiediamo a dei ragazzi sul bordo strada, e ci fanno segno di tornare a Bazargan. Ma anche a Bazargan non troviamo niente, e ci fermiamo a chiedere in un Hotel. Ci dicono che oggi in Iran è festa, e tutto è chiuso. Però ci cambiano 100 Euro. Volevamo cambiare USD di piccolo taglio, però non ce li accettano. Il cambio teorico è di 300'000  Dram per 1 Euro. Il problema è che per 100 Euro riceviamo un plico enorme di banconote che non conosciamo ancora, e non ci danno tutto quello che dovrebbero, quindi alla fine il cambio è di 280’000.

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07.07.2022

Oggi siamo belli pimpanti. Le giornate in città e le notti in hotel ci hanno stufato un poco. Finalmente possiamo riprendere il nostro viaggio e, così, avvicinarci all’Iran. Dopo colazione ci spostiamo verso l’ospedale per ritirare i risultati del test PCR. Andiamo dritti allo sportello e, dopo un attimo di panico, viene chiamato qualcuno che sa districarsi con i sistemi informatici e ci stampa i risultati. Due copie a testa, una in inglese e una in turco. Controlliamo di essere negativi su tutte e quattro i formulari e poi ci riavviamo verso l’auto.

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06.07.2022

Stamattina non abbiamo fretta e ci troviamo all’ultimo piano dell’albergo per fare colazione. Il caffè qui proprio non è buono. Dopo una colazione abbondante dedichiamo la mattinata a fare il blog, mettere in ordine il bucato lavato e stirato e riposare ancora un attimino. Appuntamento alle 12:00 per andare in ospedale a fare il test PCR necessario per entrare in Iran. Marco riceve anche la conferma da UPS che il pacchetto (carnet de passage e cartina dell’Iran) sono arrivati, quindi dopo il PCR possiamo passare direttamente all’UPS, L’ospedale è nuovissimo ed enorme, ed all’entrata è segnalato di presentarsi nel blocco D dell’ospedale. Nessuno parla inglese, e dopo alcuni tentativi riusciamo a capire che dobbiamo andare nell’edificio principale dove troviamo qualcuno che parla un po' di inglese e ci indica uno sportello più avanti sulla sinistra. Infatti vediamo il cartello COVID Test, ma non siamo ancora al posto giusto. Ci accompagnano allo sportello corretto, visto che anche qui nessuno parla inglese, dove inseriscono i nostri dati e ci consegnano delle etichette (un po' come nei nostri ospedali). Nel frattempo è arrivato un caddy e Marco si chiede se è per noi. In effetti ci pregano di salire e ci mettiamo a ridere. Passiamo innumerevoli corridoi, fino ad arrivare in un piccolo ufficio pieno di carta dove un impiegato ci prega di pagare la tassa per il test in contanti. Paghiamo e ci consegna una conferma del pagamento e via si risale sul caddy. Adesso abbiamo anche capito la necessità di portarci, non avremmo mai trovato questo ufficio nascosto. Ci riporta allo sportello COVID Test, dove vengono inseriti ulteriori dati. Poi finalmente possiamo fare il test. I risultati saranno pronti il giorno successivo a partire dalle 09:00. Ci avviamo verso l’ufficio UPS, ed appena entriamo l’impiegata ci fa vedere il nostro pacchetto. Ora siamo quasi pronti per partire, manca solo la riservazione dell’albergo per la prima notte in Iran. Ci fermiamo a mangiare un iskender kebab, che consiste in un fondo di pane, poi carne e contorni, e prima di servirlo a tavola viene versata una salsa. Ottimo, sicuramente uno dei migliori kebab mangiati in Turchia. Torniamo in albergo e Marco continua a scrivere il blog, mentre Stefano riserva l’albergo e poi va a fare un giro per la città. Riservare un albergo in Iran non è impresa facile, perché esclusa da tutte le piattaforme occidentali. Quindi bisogna appoggiarsi ad una agenzia, oppure sembra esserci un sito dove si può riservare online. Proviamo la versione online; funziona tutto ma non riceviamo una conferma via mail. Contattiamo qualcuno via chat, ma gli uffici sono già chiusi. Vediamo domani come fare.Stasera scegliamo un ristorante con un menu più occidentale, siamo un po' stufi di mangiare kebab. Troviamo un entrecôte cafè de paris alla turca, nel senso che la carne è sminuzzata, però tutto sommato una buona cena, ed iniziamo a discutere i piani per l’Iran. Domani si riparte!

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05.07.2022

Visto che ieri abbiamo potuto sbrigare molto velocemente gli affari al consolato iraniano e che il plico UPS non arriverà prima di domani, oggi faremo i turisti.

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04.07.2022

Ci svegliamo sotto un sole splendente, e visto che stanotte abbiamo dormito a ca. 1000 m, anche il caldo si fa già sentire. A colazione ci accontentiamo di un solo caffè perché vorremmo arrivare al consolato Iraniano ancora in mattinata per vedere cosa ci dicono ed eventualmente avere il tempo di organizzare i documenti mancanti, o meglio, stampare i documenti perché li abbiamo solo in formato elettronico, ed inoltre non siamo ancora riusciti a riservare un albergo che sembra essere un pre-requisito per il visto. Avanziamo velocemente verso Erzurum, anche grazie all’autostrada. Dopo un giro extra per Erzurum troviamo il consolato, ci aspettavamo un edificio imponente, invece è solo un piccolo ufficio al pianterreno di una palazzina. Troviamo posteggio a ca. 5 minuti dal consolato, e dopo breve attesa all’esterno, ci fanno entrare. Non siamo gli unici stranieri ad aver richiesto un visto ad Erzurum, e chiediamo ad una coppia Bridget e Topher se è necessario avere la documentazione stampata. Ci tranquillizzano che è solo necessaria la richiesta del visto (che abbiamo fatto fare tramite Sara di TAP Persia). Dopo un po' di attesa è il nostro turno, consegniamo i passaporti ed aspettiamo sperando in bene. Ed in effetti, ci riconsegnano i passaporti con il bigliettino delle coordinate bancarie per il pagamento del visto. Ci guardiamo felicissimi, ed andiamo alla Ziraat Bank (ca. 10 min. a piedi) per fare il versamento di 75 Euro a testa. Il pagamento però deve essere fatto in contanti, e controllando i nostri averi attuali, arriviamo esattamente a 150 Euro. In banca dobbiamo attendere il nostro turno, e finalmente appare il nostro numero sopra la cassa. Consegniamo i nostri bigliettini e i 150 Euro. La cassiera però rifiuta una banconota da 10 Euro perché leggermente strappata. Ci guardiamo sconsolati, perché non abbiamo altro contante. La cassiera sparisce per un attimo con i 10 Euro e poi torna sorridente che li può accettare. Pagamento eseguito e riceviamo la conferma per il consolato. Non è ancora mezzogiorno, ed il consolato chiude alle 12:30, quindi tentiamo di ricevere il visto ancora in mattinata. Tornati al consolato consegniamo i passaporti con la ricevuta del pagamento.  Poco dopo ci consegnano i visti – ce l’abbiamo fatta in tempi brevissimi, avevamo calcolato almeno 2 giorni per ricevere i visti. Poco distante dal Consolato abbiamo visto l’albergo Zade, e passiamo a chiedere se hanno 2 camere singole libere per 2 o 3 notti. Per 20 CHF a notte riceviamo delle camere bellissime con colazione a buffet inclusa. Recuperiamo Mr. Magoo per posteggiarlo a fianco dell’albergo. Le camere non sono ancora pronte, e nell’attesa ci fermiamo in un ristorantino che ci prepara un piatto delizioso di kebab arrotolato ricoperto di formaggio fondente. Per l’Iran dobbiamo ancora procurarci un po' di contante, visto che le nostre carte di credito non vengono accettate in Iran, perché l’Iran (come adesso anche la Russia), è escluso dai circuiti Visa e Marstercard. In un blog troviamo che la TEB Bank permette il prelevamento di Euro. Ci avviamo ed effettivamente al Bancomat riusciamo a prelevare 500 Euro a testa. Sul ritorno verso l’albergo troviamo anche le bombole del gas di ricambio, perché non sappiamo se in Iran troviamo le bombole che vanno bene con la nostra cucina da campo.

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03.07.2022

La famiglia di ranocchi che vive sulla riva del lago ci sveglia con il suo allegro gracchiare. Facciamo colazione in loro compagnia.

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02.7.2022

Oggi Marco compie gli anni; tantissimi auguri! Ci svegliamo con una vista stupenda sull'Ararat ed il piccolo Ararat. La notte è stata parecchio ventosa, e siamo stati svegliati più volte da raffiche di vento. A colazione discutiamo cosa fare nei prossimi giorni e come affrontare le pratiche per il visto e per il carnet de passage. Comunque abbiamo davanti a noi il weekend, quindi tutti gli uffici sono chiusi ed abbiamo qualche giorno prima di dover arrivare ad Erzurum. Decidiamo di esplorare la zona a nord di Erzurum verso il Mar Nero. Quindi prima tappa di oggi è proprio Erzurum, per poi inoltrarci in una valle e trovare un posticino vicino ad un laghetto. Il tragitto per Erzurum ricalca i paesaggi visti negli ultimi giorni.L'altipiano dell'Anatolia orientale che si aggira sui 2000 m e l'autostrada passa l'altipiano dell'Anatolia orientale attraversando larghe valli per poi restringersi e salire qualche passo che raggiunge i 2300 m per poi ridiscendere sull'altipiano. L'autostrada ci permette di raggiungere la prima meta entro mezzogiorno. Posteggiamo in pieno centro e troviamo un ristorantino all'aperto che offre kebab d'agnello. Controlliamo le mail per vedere se ci sono novità riguardanti il visto o il carnet de passage. Tutto tace, vuol dire che sta procedendo secondo i programmi. Erzerum sembra una bella cittadina, ma visiteremo la città quando ci fermeremo qualche giorno.

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01.07.2022

Un mese! Siamo in viaggio già da un mese. Da una parte sembra ieri che abbiamo lasciato le nostre confortevoli case in Ticino e, d’altra parte ci sembra di essere in giro da secoli. Abbiamo visitato tantissimi bei posti e, paradossalmente, i diversi inghippi sia con l’auto che con il percorso, ci hanno permesso di concentrarci più a fondo su paesi che in origine avremmo solo dovuto attraversare (Turchia e Georgia) o che non erano neanche parte del piano iniziale (Armenia). Ce la stiamo proprio godendo e non vediamo l’ora di passare in Iran dove avremo pure modo di girovagare per almeno un mese.

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30.6.2022

Notte molto tranquilla, niente cani che abbaiano, niente pastori che ci vengono a trovare la sera, niente chiamate alla preghiera del muezzin. Sempre con iOverlander abbiamo trovato un cratere di un vulcano, dove sembrano esserci anche posti per pernottare. La destinazione non è troppo lontana, quindi ce la possiamo prendere con comodo. Costeggiamo l’immenso lago di Van, il più grande della Turchia e ca. 7 volte la grandezza del lago di Costanza ed è uno dei più grandi laghi endoreici (senza sbocchi) del mondo. Il paesaggio è meraviglioso, il lago di un blu intenso contornato da montagne alte oltre 4000 m e valli verdeggianti principalmente adibite al foraggio. La regione non è sfruttata turisticamente, come non lo è il lago.

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29.06.2022

Quando ci apprestiamo a far colazione i pastori sono già al lavoro da un po’. Li vediamo e, soprattutto, li sentiamo in lontananza ognuno con il suo grido personale per farsi seguire dal suo gregge e per far sentire agli altri pastori dove si trova. Ieri arrivando quassù abbiamo visto decine e decine di ripari (molto) provvisori in uno dei quali Stefano è poi stato invitato a bere un te. Si potrebbe paragonare questo posto ai nostri alpeggi estivi ticinesi, solo che qui sono molto meno organizzati. Come testimoniato da Stefano, si tratta più che altro di bassi muretti fatti con scure pietre vulcaniche coperti poi da plastiche. In un angolo una stufa a legna che però viene fatta funzionare a cacca.

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28.6.2022

Notte tranquillissima, si sentiva solo lo stridire dei gabbiani. Prepariamo colazione e facciamo il piano per la giornata. Abbiamo bisogno di stampare il formulario di consenso per il Carnet de passage per l’Iran, quindi dobbiamo assolutamente trovare un internet cafè. La prossima città di una certa importanza è Kars, dove ci fermiamo in centro città. Chiediamo ad un negozio della Turkcell se ci possono stampare un pdf, e gentilmente ci danno le indicazioni per l’internet cafè più vicino. E’ un posto poco invitante, siamo come locale sia come odori vari… Però riusciamo a stampare il consenso, che Marco può firmare e rimandare al TCS. Inoltre TAP Persia (agenzia per i visti) ha richiesto un itinerario di massima, quindi dobbiamo assolutamente trovare un posto tranquillo con Wifi dove possiamo fare i lavori amministrativi. Troviamo un bel posto sulla strada principale, dove ci appostiamo per un paio d’ore. Prima a sorseggiare qualche caffè turco e poi per mangiare un tipo di toast locale. Oltre ai lavori amministrativi, decidiamo anche la nostra prossima tappa che è il monte Ararat, dove iOverlander indica un posto incantevole alle appendici della montagna. Dopo un paio d’ore di viaggio, lasciamo l’autostrada per imboccare una strada secondaria che ci porta sempre più in alto. Ad un certo punto la strada si interrompe da un blocco militare. Non riusciamo a raggiungere il posto desiderato, ma salendo abbiamo visto molteplici posticini stupendi dove fermarci. Ne scegliamo uno, e chiediamo ad  un pastore se possiamo fermarci per la notte. Qualche gesto per farci capire e poi montiamo le tende in questo luogo incantevole sotto l’Ararat. Il pastore incuriosito ci osserva mentre prepariamo in nostro campeggio. Marco vuole provare il drone, mentre Stefano esplora i dintorni incontrando una famiglia di pastori. Gli uomini non sono a casa, ci sono solo le donne con un bambino appena nato, avrà avuto sui 3 mesi. I pastori, in questa regione sono curdi, vivono in condizioni molto modeste. L’alpeggio estivo consiste di un muretto in sasso ed un telone di plastica per ripararsi dall’acqua e dal sole. Al centro della tenda un rettangolo rialzato abbastanza grande, ricoperto di tappeti e coperte, dove di giorno funge da posto per sedere e mangiare, mentre di notte funge da letto. Accanto i fornelli con il samovar, un contenitore metallico per scaldare l’acqua. Mi invitano per un chay e cerchiamo di fare 2 chiacchiere a gesti. Non hanno niente, e comunque sono contenti di condividere quello che hanno con uno straniero che neanche riesce a parlare la loro lingua. Mi concedo da tutta la famiglia, e la nonna mi abbraccia come se salutasse un suo figlio. Al ritorno prepariamo un’insalata di pomodori accompagnata da formaggio e pane locale, guardando i filmini del drone. Il tramonto è stupendo, però si sta avvicinando anche un temporale. Quindi mettiamo tutto al riparo, anche se poi il temporale ci aggira.

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27.06.2022

Giornata importante quella di oggi per il nostro viaggio. Risaliremo fino a Kazbegi (oggi Stepansminda) per poi passare la frontiera con la Russia e dirigerci, finalmente, verso i tanto agoniati Stans. Marco si alza per primo e si siede nella piccola hall. Messaggia Stefano che è pronto. Stefano compare dopo pochi minuti ma la sua faccia non promette niente di buono.

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5.6.2022

Come previsto, la notte non è stata tranquilla. La moltitudine di giovani ospiti del week-end ci hanno dato dentro fino alle ore piccole ed è stato difficile prendere sonno. Verso le 2 del mattino la situazione si tranquillizza. Alle 5:30 Stefano crede di sentire Marco che prepara il caffè e si alza maledicendolo per quanto sia mattiniero. In realtà Marco se la dorme della più bella e si sveglierà solo alle 7:30. Il caffè lo stanno preparando i vicini di tenda. Stefano torna quindi a dormire. La situazione igienica del camping è veramente disastrosa. Rinunciamo alla doccia e consumiamo una colazione velocissima…non vediamo l’ora di riprendere il nostro viaggio verso la Cappadocia. Oggi dobbiamo attraversare Ankara e non sappiamo bene cosa ci aspetta in termini di traffico. Abbiamo un paio di opzioni di pernottamento per la sera a distanze diverse. Vedremo nel corso della giornata. Sul nostro percorso non  troviamo nessuna struttura organizzata ma iOverlander ci propone alcuni posti in cui si può (?) pernottare “in libera”. Questi posti sono in generale segnalati da altri che ne hanno già usufruito senza problemi.

Imbocchiamo l’autostrada nuovissima e a 4 corsie; siamo praticamente soli. Probabilmente, essendo Domenica, la gente ha di meglio da fare che intasare le strade. Meglio per noi. Percorriamo un paesaggio fatto di basse colline intensamente coltivate e godiamo della vista dei mille colori dei campi. Dal bruno di quelli appena arati alle mille tonalità di verde e giallo di quelli in cui il seminato sta crescendo. Il vento che li percorre contribuisce con delle sfumature che sembrano dar vita al tutto. Di tanto in tanto, in lontananza, dei campi di un viola intenso catturano la nostra attenzione. A bordo strada i rossi papaveri ci salutano allegri.  

Il traffico rimane ridotto al minimo anche passando da Ankara. In verità non passiamo attraverso la città ma la bordeggiamo. Vediamo solo da lontano gli alti grattaceli.

Ci colpisce come le coltivazioni lambiscano gli alti palazzoni della periferia e il cemento che li circonda. Non c’è un passaggio graduale fra le due realtà tanto diverse fra loro.  

Verso l’una facciamo una piccola pausa diesel, pranzo, WC e cambio guida. Come già detto i prezzi del carburante sono rientrati in una fascia normale (ca. 1.60 / 1.70 al litro). Visto il numero di chilometri che abbiamo intenzione di fare, i prezzi sopra i 2.—che abbiamo trovato in altri paesi, avrebbero pesantemente influito sul nostro budget.

L’avvicinamento a Goreme (la o vorrebbe l’umlaut ma Marco non lo trova sulla tastiera) prosegue e anche la nuovissima autostrada con le sue 4 corsie continua. Non riusciamo a capire la necessità di vie di comunicazione tanto importanti in un area così discosta. Le uscite e rispettivamente le entrate che servono i piccoli paesini sono a 2 corsie. Terminate le rampe di uscita, le strade ritornano ad essere in uno stato pietoso. Probabilmente la zona è destinata a crescere nei prossimi anni e le infrastrutture sono in preparazione oppure si tratterà dello spreco di fondi ci chissà quale provenienza.

Nel frattempo ci siamo alzati fino a quasi 1'500 metri per poi scendere a ca. 900, altitudine della collinetta sulla quale ci accamperemo per la notte e che sovrasta il Tuz Golu (o e u entrambe umlautate). Da qui godiamo una splendida vista sul  lago salato (il Tuz Golu appunto) e sul paesino di Hamzali.

Prima di ciò facciamo ancora una fermata diesel e la spesa per la cena che consumeremo guardando preoccupati i diversi temporali che si sono, nel frattempo, scatenati attorno a noi.
Infatti, dopo poco, si alza un fortissimo vento che costringe Stefano a rinforzare il montaggio della sua tenda.
I temporali non ci raggiungeranno. Durante la notte pioverà un pochino ma niente di cui preoccuparsi.

Alcune note finali:
Siamo in contatto con l’help desk del sito che ospita queste pagine per vedere se sia possibile commentare direttamente i post e che i commenti possano essere visti da tutti. Attendiamo risposta alla nostra mail.

Dani (Danke!) ci chiede di fare in modo che sia possibile avere una visione del nostro percorso. Ci stiamo lavorando. Creeremo nei prossimi giorni una sezione apposita.

***

As expected, the night was not peaceful. The multitude of young weekend guests had their parties until the wee hours and it was hard to get to sleep. Around 2 in the morning the situation calms down. At 5:30 Stefano thinks he hears Marco preparing the coffee and gets up cursing him for how early he is. In reality, Marco sleeps in the most beautiful and will wake up only at 7:30. The coffee is being prepared by the neighbors. Stefano then goes back to sleep. The hygienic situation of the campsite is truly disastrous. We give up the shower and have a very quick breakfast ... we can't wait to resume our journey to Cappadocia. Today we have to go through Ankara and we are not sure what awaits us in terms of traffic. We have a couple of overnight options for the evening at different distances. We will decide later in the day. On our route we do not find any organized structure but iOverlander offers us some places where you can (?) camp “wild”. These places are generally reported by others who have already used them without problems. We take the brand new 4-lane highway; we are practically alone. Probably, being Sunday, people have better things to do than clog the streets. Better for us. We walk through a landscape made up of low intensely cultivated hills and enjoy the view of the thousand colors of the fields. From the brown of those just plowed to the thousand shades of green and yellow of those in which the sown is growing. The wind that runs through them contributes with shades that seem to give life to the whole. From time to time, in the distance, deep purple fields catch our attention. On the side of the road the red poppies greet us cheerfully. Traffic remains minimized even when passing through Ankara. In truth we do not pass through the city but we skirt it. We only see the tall skyscrapers from afar. We are struck by how the crops touch the high buildings of the suburbs and the concrete that surrounds them. There is no gradual transition between the two very different realities.

Around one we take a little diesel break, lunch, toilet and change of guide. As already mentioned, fuel prices have returned to a normal range (approx. 1.60 / 1.70 per liter). Given the number of kilometers we plan to travel, prices above 2. — we've found in other countries would have heavily impacted our budget. The approach to Goreme (the o would like the umlaut but Marco cannot find it on the keyboard) continues and the brand new highway with its 4 lanes continues. We fail to understand the need for such important communication routes in such a remote area. The exits and respectively the entrances that serve the small villages are 2 lanes. Once the exit ramps are over, the streets return to being in a sorry state. Probably the area is destined to grow in the coming years and the infrastructures are in preparation or it’s a simple waste of funds who knows where they come from. In the meantime we have risen to almost 1,500 meters and then descend to approx. 900, altitude of the hill on which we will camp for the night and which overlooks the Tuz Golu (o and u both umlauited). From here we enjoy a splendid view of the salt lake (the Tuz Golu in fact) and the village of Hamzali. Before that, let's do a diesel stop and the shopping for the dinner that we will consume looking worried at the different storms that have, in the meantime, been unleashed around us. In fact, after a while, a very strong wind rises which forces Stefano to reinforce the assembly of his tent. The thunderstorms will not reach us. During the night it will rain a little but nothing to worry about.

Some final notes:

We are in contact with the help desk of the site hosting these pages to see if it is possible to comment directly on the posts and that the comments can be seen by everyone. We await response to our email.

Dani (Danke!) Asks us to make it possible to have a vision of our path. We're working on it. We will create a special section in the coming days.

4.6.2022

Notte tranquilla al campeggio Ukraine a parte i cani ed il camion dei rifiuti che è passato alle 3 di notte. Ci svegliamo di buon'ora, ed ormai siamo un team ben rodato, colazione, smontaggio tende e poi doccia prima di partire. Oggi vorremmo raggiungere la Turchia. Stefano guida, mentre Marco inizia a scrivere il blog (a turni un giorno inizia Marco a guidare e Stefano fa il blog, o viceversa). Passiamo ampie vallate in un paesaggio molto collinoso con ampie coltivazioni di cereali, tabacco o girasoli. La Bulgaria è ancora in buona misura rurale, dove oltre il 40% del territorio è messo a coltura. L'autostrada è libera ed arriviamo al confine Bulgaro-Turco verso le 10, dove il controllo dei passaporti avviene in modo spedito con brevi attese. Mentre al controllo merci, la questione diventa più complicata. Dobbiamo recarci al controllo del veicolo, e già pensiamo a come scaricare le casse e tutto il materiale. Ci attende una giovane doganiera, che ci fa aprire il "cofano". Inizia a chiedere cosa contengono tutte le casse, gli zaini, ecc. La mole di materiale la scoraggia e poco convinta ci fa passare senza dover scaricare neanche una singola cassa. Uff... questa volta è andata bene. Passata la dogana preleviamo un pò di lire turche, in uno dei bancomat allineati lungo la strada. Poco dopo ci fermiamo a comprare una scheda SIM per il traffico dei dati, in modo da poter rimanere connessi (la Turchia non fa parte dell'Unione Europea, quindi è esclusa dai pacchetti roaming per l'estero). Ora dobbiamo solo ancora fermarci ad acquistare la vignetta autostradale presso il prossimo ufficio postale.  Sembra facile, ma ci vuole passaporto, carta grigia, riempire un formulario in turco (aiuto), e poi finalmente la registrazione ed acquisto.

Riprendiamo il nostro viaggio, passando la Turchia Europea, cinta al sud dal Mar Egeo, al nord dal Mar Nero; il Mar di Marmara ed il Bosforo separa la Turchia Europea da quella Asiatica (penisola Anatolica). Dopo mezzogiorno ci fermiamo a fare rifornimento di benzina per Mr. Magoo, e di ottime polpettine alla turca per Marco e Stefano, e per finire un caffè turco (niente male). Soddisfatti del pranzo torniamo al nostro mezzo che nel frattempo è stato lavato (chiaramente ha voluto un compenso per il lavoro fatto). Marco riprende i comandi e si riparte verso Istanbul. Ben presto vediamo i primi palazzoni dell'agglomerato di Istanbul, città che conta oltre 15 milioni di abitanti, e di conseguenza anche il traffico aumenta. Subiamo diversi chilometri di code per attraversare Istanbul ed il Bosforo, per poi prendere la direzione del Mar Nero. Il paesaggio è molto collinoso prima di arrivare alla costa. Il campeggio sembra molto bello e moderno, però sovraffolato (è sabato, e sembra una meta molto ambita). Dobbiamo accontentarci di un posteggio sterrato tra diversi bungalow (come tanti altri - anzi, il nostro posto è accettabile). La posizione è carina, rialzata sopra il mare, ma i servizi, anche se moderni, non sono molto igienici e sicuramente non adatti al numero di persone nel campeggio. Il tempo è coperto e freschino, e non ci invoglia a fare il bagno. Dopo cena andiamo a dormire, ben sapendo che sarà una notte piuttosto rumorosa, visto i festini dei tanti giovani. 

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Quiet night at camping Ukraine apart from the dogs and the garbage truck which passed at 3 am. We wake up early, and by now we are a well-run team, breakfast, tents disassembly and then shower before leaving. Today we would like to reach Turkey. Stefano drives, while Marco starts writing the blog (one day Marco starts driving in turns and Stefano blogs, or vice versa). We pass wide valleys in a very hilly landscape with large crops of cereals, tobacco or sunflowers. Bulgaria is still largely rural, where over 40% of the territory is cultivated. The highway is free and we arrive at the Bulgarian-Turkish border around 10 am, where passport control takes place quickly with short waits. While at the goods check, the matter becomes more complicated. We have to go to the vehicle control, and we are already thinking about how to unload all the material. A young customs officer awaits us, who makes us open the "hood". Start asking what all the boxes, backpacks, etc. contain. The amount of material discourages her and unconvinced, allowing us to pass without having to unload even a single box. Uff ... this time it went well. After customs we take some Turkish lira, in one of the ATMs lined up along the road. Shortly after we stop to buy a SIM card for data traffic, so that we can stay connected (Turkey is not part of the European Union, so it is excluded from roaming packages for abroad). Now we still have to stop and buy the motorway vignette at the next post office. It seems easy, but it takes a passport, gray card, filling in a form in Turkish (help), and then finally registration and purchase. 

We resume our journey, passing through European Turkey, surrounded in the south by the Aegean Sea, in the north by the Black Sea; the Sea of ​​Marmara and the Bosphorus separates European Turkey from the Asian one (Anatolian peninsula). After noon we stop to refuel with petrol for Mr. Magoo, and excellent Turkish meatballs for Marco and Stefano, and finally a Turkish coffee (not bad). Satisfied with the lunch we go back to our vehicle which in the meantime has been washed (clearly he wanted a fee for the work done). Marco resumes the controls and sets off again for Istanbul. Soon we see the first apartment blocks of the Istanbul agglomeration, a city that has over 15 million inhabitants, and consequently the traffic also increases. We undergo several kilometers of queues to cross Istanbul and the Bosphorus, and then take the direction of the Black Sea. The landscape is very hilly before reaching the coast. The campsite looks very nice and modern, but overcrowded (it's Saturday, and it seems like a very popular destination). We have to be content with a dirt car park between several bungalows (like so many others - indeed, our place is acceptable). The location is nice, raised above the sea, but the services, although modern, are not very hygienic and certainly not suitable for the number of people in the campsite. The weather is overcast and chilly, and we don't want to swim. After dinner we go to sleep, knowing well that it will be a rather noisy night, given the parties of the many young people.

3.6.2022

Memori dell’esperienza mattutina di ieri, Marco e Stefano adattano la loro routine mattutina. Prima colazione (cerali per Stefano e biscottini per Marco). Non c’è niente di meglio di un buon caffè fatto con la moca per iniziare bene la giornata. Un grazie alla mamma di Marco per averla fornita! Finita la colazione smontano baracca e burattini e, solo dopo, fanno la doccia. Belli freschi e profumati partono non prima di aver salutato la coppia di italiani piazzati vicino che, con il loro camper, si stanno recando in Grecia. Percorsi neanche 500 metri e due devono fermarsi. Marco non ha chiuso le cinghie che fissano il telone della tenda.

Nel frattempo, sono arrivati anche i visti per l’Azerbaijan (hurra!!) e Stefano ha compilato i formulari per il tracciamento COVID che sono ancora necessari per entrare in Turchia.

Il viaggio riprende in direzione della Bulgaria. Decideranno nel corso della giornata, a dipendenza del traffico e del tempo di attesa alla frontiera, fino dove spingersi.
L’attraversamento di Belgrado prende un po’ di tempo. Il traffico è intenso ma, una volta lasciato il centro, ridiventa scorrevole e si riesce a riprendere la folle velocità di crocera.
Lungo l’autostrada, sulla corsia d’emergenza in direzione nord, di tanto in tanto si vedono dei gruppetti di giovani medio orientali che, probabilmente, stanno percorrendo il loro viaggio della speranza per raggiungere paesi convinti di trovare il loro eldorado.

Il verde paesaggio serbo di campi coltivati punteggiati da boschetti e illuminati dal sole mattutino scorre guardando dai finestrini.

Poco dopo mezzogiorno si fermano in un area di servizio per il cambio di conducente e per consumare un pezzo di pollo alla piastra con patatine, pomodori e cetrioli. Una specie di tuttofare che si aggira nei dintorni pulisce i vetri del Defender e si guadagna un euro di mancia. Scoprono da lui che la ragazza in cucina che ha preparato il pranzo si chiama Sara, Sara Good!! (…e non Lara Gut, Marco!).

Il viaggio prosegue e, in lontananza, si intravvedono alcuni paesini con molte case non intonacate. Sembra che in queste zone balcaniche sia un’abitudine abbastanza diffusa. In tutti i paesi co sono molte case con i mattoni a vista intercalati dai pilastrini di cemento che sostengono il tutto.

Poco prima della frontiera trovano il casello per il pagamento del pedaggio. 1'310 Dinari serbi (ca. 11.50 CHF) per l’attraversamento di tutta la Serbia. Percorsi alcuni chilometri giungono alla dogana. Si scatena un temporalone e l’oretta di attesa passa sotto la pioggia battente. Marco si offre volontario per correre fino al chiosco ed acquistare la vignetta autostradale necessaria in Bulgaristan  (come recita il chisco in cui la vendono). 10 Euri, validità 2 giorni.

I controlli da superare sono 2, prima la polizia e poi la dogana. Tutto fila liscio, le solite domande di rito (dove andate?) e i soliti occhi sgranati alla riposta (Uzbekistan, Tajikistan, Kirghizistan,…).

Nel frattempo la meta è stata scelta: Camping UKRAINE a Tsalapitsa. Fino ad ora le scelte sono state fatte consultando iOverlander che si è rivelato una buonissima fonte. Molto utile anche la funzione che permette di copiare le coordinate che sono poi copiate in MAPS.ME, l’applicazione sulla quale sono state scaricate tutte le mappe offline e usata per trovare le varie destinazioni.

Prima di giungere a destinazione viene fatto ancora un pieno di diesel che è tornato a prezzi “normali”, 1.68 CHF il litro. Approfittando di questo prezzo viene riempita anche una tanica da 20 litri…non si sa mai. Le altre 4 di cui Marco e Stefano dispongono, per il momento, rimangono vuote per evitare di portare in giro peso inutile. Per il momento l’approvvigionamento di carburante non sembra essere un problema.

Verso le 19:00 (ah, a proposito, la Bulgaria è un’ora avanti rispetto alla svizzera) arriviamo a destinazione. Viene fatta una piccola spesetta per la cena e poi, sulle dissestatissime strade di Tsalapitsa, i 2 giungono a destinazione. Il camping non è altro che il giardino di una casa privata. Ci sarà posto si e no per 6 o 7 tende. Un solo gabinetto e una sola doccia. Siccome Stefano e Marco sono gli unici ospiti avranno il bagno privato.

Viene montato il campo, si fa una cenetta veloce e poi viene discusso il piano generale del giorno seguente. L’intenzione è quella di entrare in Turchia, passare Istanbul e pernottare da qualche parte sulle rive del Mar nero. Lavatina ai denti e poi…a nanna.

***

Mindful of yesterday's morning experience, Marco and Stefano adapt their morning routine. Breakfast first (cereals for Stefano and biscuits for Marco). There is nothing better than a good coffee made with the “moka” to start the day well. Thanks to Marco's mother for providing it! After breakfast they dismount the tents and arrange everything and, only afterwards, they take a shower. Beautiful, fresh and fragrant, they leave not before saying goodbye to the couple of Italians placed nearby who, with their camper, are on their way to Greece. Not even 500 meters and the two must stop. Marco did not close the straps that secure the tarpaulin of the tent.

Meanwhile, visas for Azerbaijan have also arrived (hurray !!) and Stefano has filled in the forms for COVID tracking which are still required to enter Turkey.

The journey resumes in the direction of Bulgaria. Depending on the traffic and the waiting time at the border, they will decide how far to go during the day.

The Belgrade crossing takes some time. The traffic is intense but, once you leave the center, it becomes smooth again and you can get back to crazy cruising speed. Along the highway, on the emergency lane heading north, from time to time we see small groups of young Middle Easterners who are probably making their journey of hope to reach countries convinced they will find their Eldorado.

The green Serbian landscape of cultivated fields dotted with groves and illuminated by the morning sun flows as you look out the windows. Shortly after noon they stop at a service area to change drivers and to have a piece of grilled chicken with chips, tomatoes and cucumbers. Some kind of handyman who wanders around cleans the Defender's windows and earns a euro tip. They find out from him that the girl in the kitchen who prepared the lunch is called Sara, Sara Good !! (... and not Lara Gut, Marco!). The journey continues and, in the distance, we can glimpse some villages with many unplastered houses. It seems that in these Balkan areas it is a fairly widespread habit. In all the towns there are many houses with exposed bricks interspersed with concrete pillars that support the whole.

Just before the border they find the toll booth. 1,310 Serbian dinars (approx. 11.50 CHF) for the crossing of all Serbia.

After a few kilometers they reach customs. A storm breaks out and the hour of waiting passes in the pouring rain. Marco volunteers to run to the kiosk and buy the motorway vignette needed in Bulgaristan (as stated in the kiosk in which they sell it). 10 Euros, valid for 2 days.

There are 2 checks to pass, first the police and then the customs. Everything goes smoothly, the usual ritual questions (where are you going?) And the usual wide eyes at the answer (Uzbekistan, Tajikistan, Kyrgyzstan, ...).

In the meantime, the destination has been chosen: Camping UKRAINE in Tsalapitsa. Up to now the choices have been made by consulting iOverlander which has proved to be a very good source. Also very useful is the function that allows you to copy the coordinates that are then copied to MAPS.ME, the application on which all the offline maps have been downloaded and used to find the various destinations. Before reaching destination, the diesel is filled, which has returned to “normal” prices, 1.68 CHF per liter. Taking advantage of this price, a 20-liter jerry can is also filled… you never know. The other 4 that Marco and Stefano have, for the moment, remain empty to avoid carrying around unnecessary weight. For the moment, the fuel supply does not seem to be a problem.

Around 19:00 (oh, by the way, Bulgaria is an hour ahead of Switzerland) we arrive at our destination. A small “shopping” is made for dinner and then, on the very rough roads of Tsalapitsa, the 2 arrive at their destination. The campsite is nothing more than the garden of a private house. There will be room for 6 or 7 tents. One toilet and one shower. Since Stefano and Marco are the only guests they will have a private bathroom. The camp is set up, a quick dinner is taken and then the general plan for the following day is discussed. The intention is to enter Turkey, pass Istanbul and stay overnight somewhere on the shores of the Black Sea. Tooth brushing and then ... to bed.

Danube river from our tents
Bulgarian border
Waiting
kiosk
Our stay in Tsalapitsa

2.6.2022

Ci svegliamo di buon'ora e Stefano sente odore di caffè prima di uscire dalla tenda. Marco si è già messo al lavoro. Dopo colazione una bella doccia calda per poi smontare le tende e rimettere a posto le casse. Abbiamo avuto la pessima idea di sistemare materassini e sacchi a pelo nella tenda da tetto, con il risultato che non siamo riusciti a chiuderla. Quindi tutto da rifare. Riaprire la tenda, togliere materassino e sacchi a pelo, e richiudere la tenda sudando sette camicie. Anche i benefici della doccia mattutina si sono vanificati. Abbiamo imparato che la tenda da tetto non va riempita e che è molto piu' saggio fare la doccia dopo aver sistemato tutto. Finalmente partiamo con l'idea di raggiungere la Serbia in serata. Procediamo spediti (che vuol dire a 100 km/h - dobbiamo anche pensare al nostro Defender Mr. Magoo) perchè finalmente le autostrade sono libere e non troviamo ingorghi e colonne. A Lijubliana Stefano sbaglia uscita e facciamo un giretto prima di riprendere l'autostrada in direzione Zagabria. Prima di arrivare al confine Sloveno-Croato facciamo il pieno (e facciamo bene, perchè in Croazia è piu' cara). Passata la capitale croata, Zagabria, ci fermiamo a mangiare un panino e fare rifornimento di birra (essenziale per la sera). Attraversiamo la Croazia passando da Vukovar ed altri luoghi conosciuti per la guerra nei Balcani. Alla dogana Croata-Serba sono curiosi di sapere la nostra destinazione e si meravigliano dei chilometri che dovremo percorrere per raggiungere l'Asia centrale. Ci avviciniamo a Belgrado dove  pernottiamo in un campeggio in riva al Danubio. Fa caldo ed una birretta (o due) sono d'obbligo. Anche stasera non abbiamo  piu' voglia di trovare un ristorante, e Marco cucina un risotto ai funghi (quelli già pronti) e poi a nanna, domani ci aspetta un'altra tappa lunga verso la Bulgaria.   

***

We wake up early and Stefano smells coffee before leaving the tent. Marco has already set to work. After breakfast a nice hot shower and then start to put away our tents. We had the bad idea to arrange the mattrasses and sleeping bags in the roof top tent, with the result that we were unable to close it. So everything had to be redone. We have learned that the roof top tent does not need to be filled and that it is much wiser to shower after everything has been fixed. Finally we start with the idea of reaching Serbia in the evening. We proceed fast (which means at 100 km/h - we must also think about our Defender Mr. Magoo) because we don't find traffic jams. In Lijubliana Stefano misses the exit and we take a stroll before taking the motorway toward Zagreb. Before arriving at the Slovenian-Croatian borderwe fill up petrol (good idea, becuase in Croatia it is more expensive). After the croatian capital Zagreb we stop to have a sandwich and refuel with beer. We cross Croatia via Vukovar and other places known for the balkan war. At Croatian-Serbian customs they are curious to know our destination and marvel at the kilometers we will have to travel to reach Central Asia. We approach Belgrade where we spend the night in a campsite on the banks of the Danube. It's hot and a beer (or two) is a must. Even tonight we no longer want to find a Restaurant, and Marco cooks a mushroom risotto (the ones already ready) and then to bed, tomorrow will be another long drive towards Bulgaria.

 

 

 

Epilogo - Epilogue

Il viaggio iniziato il 1. Giugno sta volgendo al termine e ci sembra doveroso scrivere alcune righe per chiudere. E’ stata un esperienza fantastica. Con il senno di poi siamo concordi nel pensare che non saremmo comunque riusciti a seguire il piano originale. Per lo meno non viaggiando nel modo che piace a noi. Adagio adagio e gustandoci le cose con calma. Saremmo finiti a rincorrere le tappe pianificate dimenticandoci di tutto il resto. Lo scopo sarebbe stato quello di fare chilometri anziché gustarci i posti che attraversavamo. La scelta di andare in Iran è stata perfetta. Abbiamo avuto tutto quello che cercavamo negli “stan”. La Mongolia rimane lì, un sogno che magari un giorno si avvererà.

Con questo diario speriamo di essere riusciti a trasmettervi un po’ delle nostre emozioni  e darvi l’impressione di essere in viaggio con noi. A noi è sicuramente servito per lasciare una traccia delle piccole emozioni che abbiamo vissuto. Quelle grandi non si dimenticano mai ma ce ne sono alcune che hanno bisogno di piccolo aiuto per risalire in superfice. Di tanto in tanto rileggeremo dei pezzetti di questo diario cercando di rivivere quei momenti e magari risentirne gli odori o i rumori.

Grazie mille a Mr Magoo per aver tenuto duro per 21'000 chilometri, Gli acciacchi delle prime settimane non promettevano niente di buono ma poi hai tirato fuori tutta la tua grinta. Appena a casa Marco si prenderà cura di te…dopo botte e strapazzi ti aspettano carezze e riposo.

***

The journey started on June 1st is coming to an end and it seems right to write a few lines to close. It was a fantastic experience. With hindsight we agree that we would not have been able to follow the original plan anyway. At least not traveling the way we like it. Slowly slowly and enjoying things calmly. We would have ended up chasing the planned stages forgetting everything else. The aim would have been to make kilometers instead of enjoying the places we passed through. The choice of going to Iran was perfect. We had everything we were looking for in the "stan". Mongolia remains there, a dream that maybe one day will come true. With this diary we hope to be able to convey some of our emotions and give you the impression of being on a journey with us. It certainly helped us to leave a trace of the small emotions we experienced. The big ones are never forgotten but there are some that need a little help to get back to the surface. From time to time we will re-read bits of this diary trying to relive those moments and maybe feel the smells or noises. Thanks a lot to Mr Magoo for holding on for 21,000 kilometers. The aches and pains of the first few weeks did not promise anything good but then you brought out all your determination. As soon as Marco is at home he will take care of you… after beatings and hardships, caresses and rest await you.

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17/18/19/20/21.08.2022

Il 17 Agosto, Dopo aver lasciato il camping in zona Ure Vajgurore, abbiamo raggiunto Durazzo per poi inoltrarci nell’entroterra e salire verso il parco nazionale Qafe Shtame. Ci fermiamo per consumare un piatto tipico (polle e tagliatelle tutto cotto assieme in un pentolotto di terracotta). Decidiamo poi di tornare indietro di qualche chilometro e scendere lungo una strada sterrata che ci porta fino al lago Bovilla dove vorremmo pernottare. Purtroppo l’unico posto “agibile” è già occupato. Proseguiamo la discesa nella speranza di trovare qualche altro spiazzo ma la zona è molto impervia e non riusciamo a trovare un posto adatto. Continuiamo quindi la discesa fino a Tirana e ci piazziamo in un camping sulle colline prima della città. Il posto è a dir poco “strambo”. Una casa con un grande giardino adibito a “camping” con pochi posti ma curatissimo. Servizi e docce pulitissime. Tutt’attorno piante di frutta, vigna ed orti. La coppia che gestisce la struttura non parla una parola di inglese ma riusciamo a chiedere se possiamo avere un poco di frutta. Stefano torna dopo 15 minuti con un secchiello pieno di verdure freschissime (pomodori, cipolle, peperoni e un cetriolone)…ci basteranno per una settimana. Per quanto concerne la frutta, basta servirsi dagli alberi. Come detto il posto è bizzarro gatti, galline e oche passeggiano allegramente fra i camper e le tende. Il proprietario, con i suoi stivaloni di gomma, corre in giro ad innaffiare, strappare qualche erbaccia, cogliere qualche frutto ed accompagnare le mucche al pascolo. La cosa stupefacente è che, malgrado siamo nel mezzo di una fattoria, non c’è l’ombra di una cacca per terra…tutto lo spazio riservato ai campeggiatori è verde e pulito. Con la verdura ricevuta, Stefano prepara una buonissima insalata. Durante la cena osserviamo sbigottiti le galline e le oche spiccare dei salti per strappare gli acini d’uva dai grappoli alti della vigna…quelli bassi sono già stati ampiamente saccheggiati.

Il giorno seguente (18 Agosto) ci dirigiamo verso il parco nazionale di Theth. Il primo pezzo di strada è piuttosto barboso ma poi iniziamo a salire e, più o meno da Dedaj, il paesaggio si trasforma più ci alziamo e più diventa alpino. Sulla strada incontriamo numerosi villaggi che intuiamo essere luoghi di villeggiatura. Case ed Hotel sono moderni e costruiti con gusto (non proprio tutti). La strada si inerpica stretta sulla montagna ed incrociare chi scende si fa fatica. Giunti in cima lo spettacolo del parco nazionale si apre davanti a noi ed è magnifico. Un specie di incrocio fra il verde della nostra Engadina e il grigio rossastro delle dolomiti. Proseguiamo sulla strada che scende a picco verso Qender Theth dove troviamo un “camping” per passare la notte. In effetti si tratta del posteggio di un ristorante con dei servizi piuttosto minimi. Con le verdure rimaste Stefano prepara un super sugo per la pasta. Il parco nazionale è frequentatissimo da escursionisti che, in serata, fanno ritorno alle varie guest houses dalle loro passeggiate. Molti anche i piccoli bus che, probabilmente, vanno a ritirare gli ospiti alla fine delle passeggiate per riportarli in albergo.

L’indomani (19 Agosto), abbiamo intenzione di attraversare il Montenegro e portarci in Croazia dove vorremmo gustarci alcuni giorni del bel mare di cui tanto abbiamo sentito parlare. Ci gustiamo la ripida discesa con la sua bella vista su Kotor e quando la raggiungiamo abbiamo le prime avvisaglie di quello che ci aspetta. Il traffico si intensifica. Le strette strade che portano alla frontiera con la Croazia non sono in grado di sostenere il flusso di turisti e traffico locale che, in entrambe le direzioni, si blocca ad ogni strettoia. Proseguiamo così (ma almeno proseguiamo) fino a ca. 5 o 6 chilometri dal confine. Qui ci fermiamo incolonnati. Ci impiegheremo 3 ore e ½ per attraversare il confine. Aldilà, il traffico ricomincia a scorrere ma non diminuisce, anzi. Ci accorgiamo che la Croazia è letteralmente invasa dai turisti. La conferma l’abbiamo quando iniziamo a cercare un posto per dormire. Troviamo posto “disponibile” in un camping occupato all’inverosimile. La “piazzuola” che ci viene assegnata è talmente in pendenza che neanche con i cunei riusciamo a mettere Mr Magoo in piano e talmente piccola che Sefano deve piazzare la tenda praticamente sotto il muso del camper che occupa il posto adiacente. Non ci vuole molto a capire che non avremo modo di gustarci la Croazia come speravamo. A dire il vero settimane fa, discutendo dei possibili tragitti per il rientro, avevamo pensato che la Croazia avrebbe potuto essere piuttosto intasata dai turisti. Siamo però rimasti ottimisti ed eravamo convinti che la buona sorte che ci ha accompagnato durante tutto il viaggio ci avrebbe assistito anche qui. Siamo stanchi e un po’ frustrati così rimandiamo ogni decisione al giorno dopo.

Sabato 20 Agosto, ci mettiamo in marcia di buon mattino e, subito, siamo confrontati con il traffico. La strada sulla costa è un lungo serpentone di auto, camper e roulottes. Imbocchiamo l’autostrada e, malgrado le 2 corsie, le cose peggiorano. Procediamo a rilento e a tratti addirittura a passo d’uomo. Non ci sono incidenti né lavori in corso, si tratta semplicemente dell’effetto fisarmonica che si produce con il traffico intenso. Così proprio non va, non riusciamo ad adattarci a questa situazione e decidiamo di proseguire verso casa. A dipendenza del traffico dovremmo raggiungere il Ticino o domani o Lunedì. Prendiamo questa decisione a malincuore. La Croazia è fantastica! La costa ci rivela degli angolini in riva al mare fantastici e la discesa su Dubrovnic toglie il fiato. Entrambe concordiamo sul fatto che il paese merita una seconda chance. Torneremo, probabilemente non insieme ma torneremo a gustarci questi luoghi fantastici.

Domenica 21 Agosto:
Siamo in Slovenia e stiamo viaggiando verso casa. Sono le 11:30 e Google Maps ci da ancora 5 ore e 12 minuti di viaggio. Se tutto va bene in serata saremo a casa.

***

On August 17, After leaving the campsite in the Ure Vajgurore area, we reached Durres and then we went inland and climbed towards the Qafe Shtame national park. We stop to eat a typical dish (chicken and tagliatelle all cooked together in a terracotta pot). We then decide to go back a few kilometers and go down a dirt road that takes us to Lake Bovilla where we would like to stay overnight. Unfortunately the only "usable" place is already occupied. We continue the descent in the hope of finding some other clearing but the area is very inaccessible and we cannot find a suitable place. We then continue the descent to Tirana and set up camp in the hills before the city. The place is "weird" to say the least. A house with a large garden used as a "camping" with few places but well-kept. Spotless toilets and showers. All around fruit trees, vineyards and vegetable gardens. The couple who run the property don't speak a word of English but we manage to ask if we can have some fruit. Stefano comes back after 15 minutes with a bucket full of fresh vegetables (tomatoes, onions, peppers and a cucumber)… they will be enough for a week. As for fruit, just use it from the trees. As mentioned, the place is bizarre cats, chickens and geese walk happily among the campers and tents. The owner, with his rubber boots, runs around watering, pulling some weeds, picking some fruit and accompanying the cows to pasture. The amazing thing is that, despite being in the middle of a farm, there is not the shadow of a poop on the ground ... all the space reserved for campers is green and clean. With the vegetables received, Stefano prepares a delicious salad. During dinner we watch in amazement as the hens and geese leap to tear the grapes from the high clusters of the vineyard ... the low ones have already been widely looted.

The following day (August 18th) we head to Theth National Park. The first part of the road is rather boring but then we start to climb and, more or less from Dedaj, the landscape changes the more we get up and the more alpine it becomes. On the way we meet numerous villages that we perceive to be holiday resorts. Houses and hotels are modern and tastefully built (not all of them). The road climbs tightly up the mountain and it is difficult to cross those who descend. At the top the spectacle of the national park opens before us and is magnificent. A kind of cross between the green of our Engadine and the reddish gray of the Dolomites. We continue on the road that descends to Qender Theth where we find a "camping" to spend the night. In fact it is the parking lot of a restaurant with rather minimal services. With the remaining vegetables Stefano prepares a super sauce for the pasta. The national park is very popular with hikers who, in the evening, return to the various guest houses from their walks. There are also many small buses that probably pick up guests at the end of the walks to bring them back to the hotel.

The next day (August 19th), we intend to cross Montenegro and take us to Croatia where we would like to enjoy a few days of the beautiful sea we have heard so much about. We enjoy the steep descent with its beautiful view of Kotor and when we reach it we have the first signs of what lies ahead. Traffic intensifies. The narrow roads leading to the border with Croatia are unable to support the flow of tourists and local traffic which, in both directions, gets stuck at every bottleneck. We continue like this (but at least we continue) up to approx. 5 or 6 kilometers from the border. Here we stop in columns. It will take us 3 ½ hours to cross the border. Beyond, the traffic begins to flow again but does not decrease, on the contrary. We realize that Croatia is literally overrun with tourists. We have confirmation when we start looking for a place to sleep. We find an "available" place in a campsite that is incredibly busy. The "pitch" that is assigned to us is so sloping that even with the wedges we are not able to put Mr Magoo flat and so small that Sefano has to place the tent practically under the nose of the camper that occupies the adjacent place. It doesn't take long to realize that we won't be able to enjoy Croatia as we hoped. Actually weeks ago, discussing possible return routes, we thought that Croatia could be quite clogged with tourists. However, we remained optimistic and we were convinced that the good fortune that accompanied us throughout the journey would also assist us here. We are tired and a bit frustrated so we postpone every decision until the next day.

On Saturday 20 August, we set off early in the morning and were immediately confronted with the traffic. The road on the coast is a long snake of cars, campers and caravans. We take the highway and, despite the 2 lanes, things get worse. We proceed slowly and at times even at a walking pace. There are no accidents or work in progress, it is simply the accordion effect that occurs in heavy traffic. This is just not right, we can't adapt to this situation and we decide to continue home. Depending on the traffic we should reach Ticino either tomorrow or Monday. We take this decision reluctantly. Croatia is great! The coast reveals some fantastic corners by the sea and the descent on Dubrovnic takes your breath away. We both agree that the country deserves a second chance. We will return, probably not together but we will return to enjoy these fantastic places.

Sunday 21 August: We are in Slovenia and we are traveling home. It's 11:30 am and Google Maps still gives us 5 hours and 12 minutes to travel. Hopefully we'll be home in the evening.

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16.08.2022

Quando partiamo da Argirocastro sono già quasi le 9:00. Da quando abbiamo lasciato Mardin le nostre partenze mattutine si sono lentamente ma inersorabilmente ritardate. In effetti non dobbiamo più coprire grandi distanze e le cose che vogliamo vedere sono per lo più “di strada” e non richiedono lunghe deviazioni. Il mattino quindi ci prendiamo un poco più di tempo. Invece di alzarci prima che si alzi il sole in modo da poter smontare le tende senza il gran caldo, aspettiamo che sia il sole a svegliarci scaldando la tenda. Inoltre la qualità delle strade è notevolmente migliorata e quindi riusciamo a percorrere maggiori distanze in molto menpo tempo...ancora non sappiamo quanto questo oggi non sia vero.

La nostra destinazione è l’Osumi Canyon. Il navigatore ci da ca. 3 ore per coprire gli 86 km che lo separano da Argirocastro. Non facciamo molto caso a questa indicazione...le diverse app di navigazione che abbiamo utilizzato ci hanno abituato alle indicazioni più strane ed incomprensibili ed abbiamo sviluppato una nostra piccola strategia: Nelle città usiamo Google Maps che, in genere da buone indicazioni sulle strade percorribili “normalmente” per andare da una città all’altra o all’interno delle stesse. I percorsi alternativi li cerchiamo su MapsMe che, invece, riporta tutte, ma proprio tutte le strade anche quelle in cui Mr Magoo ha avuto le sue difficoltà ma che ci hanno permesso di vivere momenti indimenticabili sulle montagne della Turchia e dell’Iran.

Oggi usiamo Google Map e quindi non ci aspettiamo grandi difficoltà tecniche di fuoristrada. Tutto procede per il meglio finchè giungiamo a Ballaban. Da qui la strada si restringe un pochino ma rimane asfaltata e percorribile agevolmente. Poi, ad un tratto, l’asfalto termina. Questo ci suona strano. Controlliamo su Google Map e, infatti, da Ballaban la strada diventa “bianca”. Ciò, per noi e sulla base delle esperienze fatte con questo navigatore, significa una strada secondaria. Continuiamo fiduciosi. Dopo qualche minuto incrociamo una macchina targata Olanda. Questo ci rassicura, se ce l’ha fatta l’olandese con la sua Golf, per il nostro Mr Magoo sarà una passeggiata. Quello che in realtà è diventato potete vederlo nella sezione video, Episolde 10...e l’Olandese sicuramente stava anche lui seguendo Google Maps ma ha dovuto fare dietro front.

Purtroppo il Canyon non é accessibile a piedi e con l’attuale siccità anche le attività di rafting o discesa in canoa non vengono effettuate. Ci fermiamo in un view point per alcune foto e poi proseguiamo per Berat.

Il centro storico di Berat, come quello di Argirocastro, è un bene protetto dall’UNESCO. La cittadina è dominata da un castello nel cui interno, ancora oggi, vi sono abitazioni e negozi.

Ai lati del fiume vediamo le  molte case che, per la quantità di finestre di ogni edificio e il particolare posizionamento delle stesse, viene anche chiamata la città dalle mille finestre.

Posteggiamo in riva al fiume e raggiungiamo il castello a piedi. Oltre che sudati siamo affamatissimi e, prima della visita, ci concediamo un insalatona, del Zaziki e delle gustosissime polpette alla griglia. Del castello e del suo centro storico ci sorprende la qualità dei lavori di restauro effettuati in passato e quelli (molti!) ancora in corso. Apprezziamo molto il desiderio di restaurare ed utilizzare nuovamente gli spazi. Ciò manterrà il luogo vivo anzichè trasformarlo in un asettico museo. Questo anche se l’utilizzo non avrà alcunchè di storico ma sarà un semplice bar o una piccola boutique.

Durante il nostro giro il cielo si oscura. Vediamo i lampi in lontananza e i tuoni che li accompagnano non annunciano niente di buono. Riusciamo a raggiungere l’auto prima che si scateni un forte temporale.

La giornata è stata lunga e non vediamo l’ora di piazzarci ma la pioggia rende le cose difficili. Decidiamo di proseguire per alcuni km sperando che cessi o che almeno si calmi. Visitiamo alcuni camping ma nessuno ci soddisfa finchè non ne troviamo uno piuttosto carino. Piove ancora ma decidiamo che è il posto giusto e quindi entriamo nel ristorante per chiedere informazioni. Ci aggoglie un Omone greco con il quale non riusciamo a comunicare. Ci fa capire che all’estereno c’è un cartellone con tutte le informazioni. Una cosa riesce però a dirci: “Ice Cafè?” annuiamo entrambi e lui, con le sue grandi manone, ci prepara il più delicato e gustoso ice coffe che abbiamo mai bevuto. Nel frattempo ha smesso di piovere ed usciamo a montare il nostro campo. Ancora sazi del pranzo consumato a Berat, riunciamo alla cena e ci dedichiamo alla lettura. Nel frattempo il celo si è ripulito ed al posto delle nuvole, le prime stelle iniziano a far capolino.

***

When we leave Gjirokastra it is already almost 9:00. Since we left Mardin our morning departures have slowly but surely delayed. In fact, we no longer have to cover great distances and the things we want to see are mostly directly on our path and do not require long detours. So in the morning we take a little more time. Instead of getting up before the sun comes up so that we can take the tents apart without the heat, we wait for the sun to wake us up by warming the tent. Furthermore, the quality of the roads has improved considerably and therefore we are able to travel greater distances in a very short time ... we still do not know how much this is not true today.

Our destination is Osumi Canyon. The navigator gives us approx. 3 hours to cover the 86 km that separate it from Gjirokaster. We do not pay much attention to this indication ... the different navigation apps we have used have accustomed us to the strangest and most incomprehensible indications and we have developed our own little strategy: In the cities we use Google Maps which generally gives good indications on the “normally” viable roads to go from one city to another or within them. We look for alternative routes on MapsMe which, on the other hand, reports all, but precisely all the roads, even those in which Mr Magoo had his difficulties but which allowed us to experience unforgettable moments in the mountains of Turkey and Iran.

Today we use Google Map and therefore we do not expect great off-road technical difficulties. Everything is going well until we reach Ballaban. From here the road narrows a little but remains paved and can be traveled easily. Then, all of a sudden, the asphalt ends. This sounds strange to us. We check on Google Map and, in fact, from Ballaban the road becomes “white”. This, for us and on the basis of the experiences made with this navigator, means a secondary road. We continue confident. After a few minutes we come across a Dutch car. This reassures us, if the Dutchman made it with his Golf, it will be a piece of cake for our Mr Magoo. What it has actually become you can see in the video section, Episolde 10...and the Dutch was also follwoing Google Maps but had to turn around.

Unfortunately, the Canyon is not accessible on foot and with the current drought even rafting or canoeing activities are not carried out. We stop at a view point for some photos and then continue to Berat. The historic center of Berat, like that of Gjirokastra, is a heritage protected by UNESCO. The town is dominated by a castle inside which, even today, there are houses and shops. On the sides of the river we see the many houses which, due to the quantity of windows in each building and the particular positioning of the same, is also called the city of a thousand windows.

We park by the river and reach the castle on foot. In addition to being sweaty, we are very hungry and, before the visit, we indulge in a salad, Zaziki and delicious grilled meatballs.

We are surprised by the quality of the restoration works carried out in the past and those (many!) Still in progress of the castle and its historic center. We greatly appreciate the desire to restore and use the spaces again. This will keep the place alive instead of turning it into an aseptic museum. This even if the use will not have anything historical but will be a simple bar or a small boutique. During our tour the sky darkens. We see the lightning in the distance and the thunder that accompanies them do not announce anything good. We manage to reach the car before a strong storm breaks out. The day has been long and we can't wait to place ourselves but the rain makes things difficult. We decide to continue for a few kilometers hoping that it will stop or at least calm down. We visit some campsites but no one satisfies us until we find a rather nice one. It is still raining but we decide that it is the right place and then we enter the restaurant to ask for information. We are caught by a big Greek man with whom we are unable to communicate. It makes us understand that outside there is a billboard with all the information. However, one thing manages to tell us: "Ice Cafè?" we both nod and he, with his big hands, prepares us the most delicate and tasty ice coffee we have ever drunk. In the meantime, the rain has stopped and we go out to set up our camp. Still satisfied with the lunch eaten in Berat, we give up dinner and dedicate ourselves to reading. In the meantime, the sky has cleared up and instead of the clouds, the first stars begin to peep out.

 

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15.08.2022

Ci alziamo con calma dopo aver passato una notte molte tranquilla ed aver recuperato un pò di sonno arretrato. La giornata è bellissima e prepariamo il caffè prima di iniziare a ripiegare le nostre tende. Dopo una breve tratta lungo il mare arriviamo a Valona, una città molto turistica con un lungomare costellato di alberghi e palazzine con appartamenti, e dall'altro lato una bella spiaggia con stabilimenti balneari. C'è parecchio movimento e di conseguenza anche parecchio traffico. Dopo aver passato Valona ci fermiamo per bere un cappuccino ed una brioche per fare il punto della situazione. Vorremmo vedere anche un pò l'entroterra dell'Albania, ed ora che il tempo è bello, ci mettiamo a guardare in internet che cosa potremmo visitare. Facciamo una lista di tutte le cose che potrebbero interessarci, e ci accorgiamo che comunque sono tante.  Come prima meta decidiamo di andare ad Argirocastro, che si trova leggermente più a sud nell'entroterra albanese. Argirocastro è una delle più antiche città albanesi, costruita su una collinetta alta circa 300 m che domina una valleta fra i monti Mali i Gjere e il fiume Drino. La città antica mostra l'incontro delle culture greca, romana, bizantina, turca e albanese ed è inlcusa tra i patrimoni dell'umanità. Troviamo un posteggio ai piedi del centro storico, e come prima cosa dobbiamo salire per raggiungere il centro e poi il castello di Argirocastro. La salita a piedi è ripida ed il caldo non aiuta. Raggiungiamo sudati la cittadella fortificata che è stata costruita intorno al XII secolo e dal quale abbiamo un panorama mozzafiato sulla valle e sulla cittadina. Abbiamo sete e scendiamo al centro storico dove ci fermiamo a bere in un piccolo bar, dal quale possiamo osservare i turisti passeggiare per il centro storico molto carino e molto ben riattato. Scegliamo anche un campeggio per la notte, che si trova giusto fuori città. Scendiamo la ripida viuzza acciottalata verso il posteggio. Prima di andare al campeggio ci fermiamo a fare una piccola spesa per la colazione e rifornire il nostro frigo di acqua. Arriviamo al primo campeggio molto bello, ma con poca ombra. Quindi decidiamo di vedere un attimo il prossimo campeggio che dista poche centinaia di metri. Anche questo però non offre troppa ombra, quindi torniamo al primo che comunque ci sembrava meglio attrezzato. Infatto possiamo posteggiare Mr. Magoo all'ombra di un posteggio coperto dove possiamo rilassarci un pò prima di andare a cena al ristorante del campeggio. Il posto è ben frequentato dai locali, e ben presto il ristorante si riempie di gente. Soddisfatti della cena e della birretta fresca torniamo al nostro accampamento, dove notiamo un fuoristrada Nissan posteggiato accanto a Mr. Magoo. Facciamo due chiacchiere con la coppia italiana e raccontiamo le nostre avventure. Una bellissima giornata volge al termine, e siamo contenti di aver cambiato il programma della giornata.

***

We get up calmly after spending a very quiet night and having recovered some back sleep. The day is beautiful and we make coffee before starting to fold up our curtains. After a short stretch along the sea we arrive in Vlora, a very touristy city with a promenade dotted with hotels and apartment buildings, and on the other side a beautiful beach with bathing establishments. There is a lot of movement and consequently a lot of traffic. After passing Vlora we stop to drink a cappuccino and a brioche to take stock of the situation. We would also like to see a little bit of the hinterland of Albania, and now that the weather is nice, we start looking on the internet what we could visit. We make a list of all the things that could interest us, and we realize that in any case there are many. As a first destination we decide to go to Gjirokastra, which is located slightly further south in the Albanian hinterland. Gjirokastra is one of the oldest Albanian cities, built on a hill about 300 m high overlooking a valley between the Mali i Gjere mountains and the Drino river. The ancient city shows the meeting of Greek, Roman, Byzantine, Turkish and Albanian cultures and is included among the world heritage sites. We find a parking space at the foot of the historic center, and first we have to go up to reach the center and then the castle of Gjirokastra. The climb on foot is steep and the heat does not help. Sweaty we reach the fortified citadel that was built around the twelfth century and from which we have a breathtaking view of the valley and the town. We are thirsty and we go down to the historic center where we stop to drink in a small bar, from which we can observe the tourists strolling through the very nice and very well refurbished historic center. We also choose a camping site for the night, which is located just outside the city. We go down the steep cobbled alley towards the car park. Before going to the campsite we stop for a small shopping for breakfast and refill our fridge with water. We arrive at the first very nice campsite, but with little shade. So we decide to see the next campsite which is a few hundred meters away. However, this too does not offer too much shade, so let's go back to the first one which still seemed better equipped. In fact, we can park Mr. Magoo in the shade of a covered car park where we can relax a bit before going to dinner at the campsite restaurant. The place is well frequented by locals, and the restaurant soon fills up with people. Satisfied with the dinner and the cold beer we return to our camp, where we notice a Nissan off-road vehicle parked next to Mr. Magoo. Let's have a chat with the Italian couple and tell our adventures. A beautiful day is coming to an end, and we are happy to have changed the program of the day.

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14.08.2022

Lasciamo il camping di Lynchos con un po’ di dispiacere. Ci mancherà questo bel pezzetto di mare ma non quei maledetti granchietti che ti mozzicano mentre fai il bagno. Siamo stati bene qui. Passiamo da Parga che ieri abbiamo raggiunto via mare e poi lentamente abbandoniamo la costa greca seguendo la strada che ci porterà in Albania. Raggiungiamo la frontiera in ca. 1 ora e mezza. Il passaggio è velocissimo. Nessuno ci da indicazioni ma, per evitare problemi, ci fermiamo e mostriamo i passaporti ad una doganiera che, sorridente, ci dice di proseguire. In Albania non guardano nemmeno i passaporti.

Direttamente in dogana troviamo un banchetto della vodafone ed acquistiamo due SIM da 8 giga. L’Albania non è tra i paesi che abbiamo nei nostri abbonamenti.

Lasciata la dogana ci inoltriamo brevemente nell’entroterra Albanese per poi tornare sulla costa. Attraversiamo alcune località turistiche (Borsh, Himare, Dhermi) che però non riusciamo a farce piacere. Non ce ne vogliano gli amanti di questi luoghi!

Lasciata Dhermi, la strada taglia diverse volte per tutta la lunghezza una ripida montagna e, grazie ad una serie di ripidi tornanti ci fa guadagnare in pochi km ben 1'000 metri di altezza. Verso la cima di questo passo il traffico si fa intensissimo. Tutti cercano un posteggio a bordo strada. Il motivo sono una serie di affollatissimi ristoranti che costeggiano, da ambo le parti, la strada. In tutti, il piatto forte è l’agnello anche se la grandezza degli animali che cuociono sugli spiedi fa pensare più a pecore che ad agnelli. Questo e la bella vista che si gode sulla costa sottostante che abbiamo appena percorso, devono essere le ragioni di tanto interesse. Ci fermiamo per un caffè ed una visita al bagno ma riusciamo solo a fare quest’ultima. Quando ordiniamo il caffè ci viene gentilmente fatto notare che quello è un ristorante…si deve mangiare.

Scendiamo dal passo e raggiungiamo Orikum dove ci installiamo in un piccolo camping in riva al mare. Anche qui, niente di speciale. La spiaggia (con la sua sporcizia) ed il colore del mare non invogliano ad un bagno. Il camping à praticamente vuoto.

Ci dedichiamo per alcune ore alla lettura e, verso sera, facciamo qualche centinaio di metri sulla “spiaggia” per raggiungere un ristorante li vicino. Il posto è magnifico e ci gustiamo un aperitivo. Per cena ordiniamo del fritto misto e dei gamberi in tempura che ci gustiamo con un tramonto spettacolare.

Al nostro rientro il camping e molto più affollato e molta altra gente arriverà nel corso della serata. La serata è fresca e per la prima volta dallo Svaneti abbiamo tirato fuori le nostre giacche. Questa notte sicuramente niente zanzare!

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We leave the Lynchos campsite with a bit of regret. We will miss this beautiful piece of sea but not those damned crabs that cut you while you bathe. We had a good time here. We pass through Parga that we reached by sea yesterday and then slowly leave the Greek coast following the road that will take us to Albania. We reach the border in approx. 1 hour and a half. The transition is very fast. Nobody gives us directions but, to avoid problems, we stop and show our passports to a customs officer who, smiling, tells us to continue. In Albania they don't even look at passports. Directly at customs we find a vodafone banquet and buy two 8 gig SIM cards. Albania is not among the countries we have in our season tickets. Leaving customs, we briefly enter the Albanian hinterland and then return to the coast. We cross some tourist places (Borsh, Himare, Dhermi) but we are not able to please us. Lovers of these places do not want it! Leaving Dhermi, the road cuts through a steep mountain several times along its entire length and, thanks to a series of steep hairpin bends, it makes us gain 1,000 meters in height in a few kilometers. Towards the top of this pass the traffic becomes very intense. Everyone is looking for a parking space on the roadside. The reason is a series of crowded restaurants that line the street on both sides. In all of them, the main dish is lamb, even if the size of the animals they cook on skewers suggests more sheep than lambs. This and the beautiful view of the coast below that we have just traveled, must be the reasons for so much interest. We stop for a coffee and a visit to the bathroom but we can only do the latter. When we order coffee we are kindly pointed out that this is a restaurant… you have to eat.

We descend from the pass and reach Orikum where we settle in a small camping by the sea. Again, nothing special. The beach (with its dirt) and the color of the sea do not tempt us to swim. The campsite is practically empty.

We dedicate ourselves to reading for a few hours and, in the evening, we walk a few hundred meters on the "beach" to reach a nearby restaurant. The place is magnificent and we enjoy an aperitif. For dinner we order mixed sea fried and tempura shrimps that we enjoy with a spectacular sunset.

On our return, the campsite is much more crowded and many more people will arrive during the evening. The evening is cool and for the first time since Svaneti we pulled out our jackets. Definitely no mosquitoes tonight!

 

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12.-13.08.2022

Notte tranquilla al campeggio, e dopo colazione si riparte. Volevamo andare ad Ohrid in Macedonia del Nord per poi proseguire in Albania, ma le previsioni del tempo sono pessime nelle località di montagna, e quindi decidiamo di attraversare la Grecia da Est ad Ovest per raggiungere la costa del mar Ionio dove il tempo dovrebbe essere migliore. L'autostrada passa dalle colline dell'entroterra greco fino ad arrivare a Thessaloniki al mare. Ogni tanto scende qualche goccia di pioggia, e dopo Thessaloniki ci addentriamo nelle valli sovrastate da vette che raggiungono i 2600 m. Qui anche i temporali si intensificano. Passiamo dalla centrale elettrica a carbone più grande della Grecia. I piani erano di chiuderla entro la fine di quest'anno, ma la crisi energetica dovuta alla guerra probabilmente farà slittare anche i piani grechi. Comunque si vedono enormi cantieri dove sono in costruzione pannelli solari che probabilmente andranno a sostituire la centrale a carbone (o almeno in parte). Continuiamo il nostro viaggio verso Parga, una cittadina turistica al mare, dove abbiamo visto qualche campeggio. Entrando a Pargo la massa di gente per le strade inizia a preoccuparci, chissà se troveremo posto in uno dei campeggi? Al primo campeggio infatti non abbiamo fortuna, è già tutto pieno, e la spiaggia adiacente è affollattissima, quasi non riusciamo a passare. Il prossimo campeggio è situato a circa 15 minuti, e sembra essere più grande, quindi riproviamo. Il campeggio è situato nella bellissima baia di Lichnos con una bella spiaggia ed un mare stupendo, ed abbiamo già visto dei posti liberi in alto, non direttamente alla spiaggia. Invece ci assegnano un posto fronte mare, perfetto! Decidiamo subito di rimanere 2 notti. Per prima cosa facciamo un tuffo in mare, la temperatura è perfetta, l'unico inconveniente sono dei piccoli granchietti che ogni tanto ti punzecchiano, ma soprattutto riaprono la ferita al piede di Marco. Il campeggio dispone di un bellissimo ristorante con terrazza sul mare e naturalmente ne approfittiamo per mangiare un piatto feta per primo, e poi un bel pesce come secondo piatto. Nel frattempo il cielo si è annuvolato ed è in arrivo un  bel temporale. Stefano torna al campeggio per montare la copertura della tenda e mettere al riparo della pioggia frigo, sedie e tavolo. Appena in tempo prima che un bel temporale si abbatte sulla baia. Non ci facciamo mancare il dolce prima di andare a dormire.

Il giorno seguente lo dedichiamo all'ozio ed al dolce far niente. Ogni tanto un bel bagno nel mare per poi tornare a sonnecchiare all'ombra. Alle 5 prendiamo una imbarcazione che ci porta al paese di Parga. Nel porto rientrano diversi battelli che hanno fatto una gita per le isole di Paxo e Antipaxo o lungo la bellissima costa. La piccola cittadina brulica di turisti intenti a passeggiare per le vie del paesino, o intenti a bere l'aperitivo sul lungomare. Anche noi ci fermiamo per un aperitivo al porto dove osserviamo il grande movimento di barche e di turisti che vanno e vengono. Dopo un piccolo giro per le viuzze del paese ci fermiamo a cena in uno dei molteplici ristoranti. Il tramonto è stupendo, ed i ristoranti si affollano sempre più. Dopo cena un taxi ci riporta a Lichnos perchè il servizio in barca non è attivo la sera. 

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Quiet night at the campsite, and after breakfast we leave. We wanted to go to Ohrid in North Macedonia and then continue to Albania, but the weather forecast is very bad in the mountain resorts, and so we decide to cross Greece from East to West to reach the Ionian coast where the weather should be better. . The highway passes from the hills of the Greek hinterland until it reaches Thessaloniki at the sea. Occasionally a few drops of rain fall, and after Thessaloniki we enter the valleys dominated by peaks that reach 2600 m. Here the thunderstorms also intensify. We pass by the largest coal-fired power plant in Greece. Plans were to close it by the end of this year, but the energy crisis due to the war will likely postpone the Greek plans as well. However, there are huge construction sites where solar panels are being built that will probably replace the coal plant (or at least in part). We continue our journey to Parga, a tourist town by the sea, where we have seen some camping. Entering Pargo the mass of people on the streets begins to worry, who knows if we will find a place in one of the campsites? In fact, at the first campsite we have no luck, it is already full, and the adjacent beach is very crowded, we can hardly get through. The next campsite is about 15 minutes away, and it seems to be bigger, so let's try again. The campsite is located in the beautiful bay of Lichnos with a beautiful beach and a beautiful sea, and we have already seen some free places up above, not directly at the beach. Instead they assign us a place facing the sea, perfect! We immediately decide to stay 2 nights. First we take a dip in the sea, the temperature is perfect, the only drawback are the small crabs that occasionally tease you, but above all they reopen the wound in Marco's foot. The campsite has a beautiful restaurant with a terrace overlooking the sea and of course we take the opportunity to eat a feta dish first, and then a nice fish as a second course. In the meantime the sky has clouded over and a nice storm is coming. Stefano goes back to the campsite to put up the tent cover and put the fridge, chairs and table out of the rain. Just in time before a nice storm hits the bay. We do not miss the dessert before going to sleep.

The following day we dedicate it to idleness and to doing nothing. Every now and then a nice swim in the sea and then go back to dozing in the shade. At 5 we take a boat that takes us to the town of Parga. The port includes several boats that have made a trip to the islands of Paxo and Antipaxo or along the beautiful coast. The small town swarms with tourists intent on walking through the streets of the village, or intent on drinking an aperitif on the seafront. We too stop for an aperitif at the port where we observe the great movement of boats and tourists that come and go. After a short tour through the narrow streets of the town we stop for dinner in one of the many restaurants. The sunset is gorgeous, and the restaurants are getting more and more crowded. After dinner a taxi takes us back to Lichnos because the boat service is not active in the evening.

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08/09/10/11.08.2022

Facciamo colazione sulla spiaggia…bellissimo. In lontananza ci salutano i 3 ragazzi che abbiamo tolto dai guai ieri sera. Anche loro hanno dormito sulla spiaggia ed anche loro stanno facendo colazione.

Partiamo in direzione di Pergamon, un altro sito archeologico che il ragazzo incontrato alcuni giorni fa ci ha vivamente consigliato di visitare. Per raggiungerlo dobbiamo ripercorrere un oretta buona di strada fatta ieri e questo non ci entusiasma. Inoltre non siamo sicuri di poter digerire una altro sito archeologico. Nel caso non fosse almeno bello come quello di Hierapolis sarebbe uno spreco di tempo. Inoltre Stefano oggi non è in formissima. Decidiamo quindi di rinunciare alla visita e ci dirigiamo verso Ayvalik, nostra prossima tappa sul percorso verso la Grecia. Ci sono alcuni camping molto carini su un’isoletta prospicente la costa e raggiungibile per mezzo di un ponte.

Il viaggio, oggi, non ci riserva sorprese. Arriviamo senza problemi nei pressi di Smirne (Izmir), terza citta turca per grandezza dopo Istanbul ed Ankara. Dall’autostrada possiamo vederla tutta. E’ immensa e si sviluppa dal mare fin sulle pendici delle colline circostanti. La zona è molto ventosa e, oltre alla fatica di Mr Magoo a tenere la strada, lo confermano i numerosissimi parchi eolici che vediamo in lontananza.

Anche sull’isola che ospita il nostro camping (e sull’isolotto precedente che pure attraversiamo) le pale a vento sono disseminate un po’ dappertutto. Prima di raggiungere la zona naturale protetta dove vogliamo installarci, veniamo fermati dalla polizia. L’auto che ci precede viene mandata indietro, noi gli diciamo che siamo diretti al camping e ci lasciano passare. Probabilmente cercano di evitare che troppa gente si installi sulle diverse spiagge presenti in zona o che il camping selvaggio dilaghi.

Raggiungiamo la nostra destinazione ma non ci lasciano entrare. Non hanno posto per auto con la tenda sul tetto, ci consigliano però di provare nella struttura confinante. Li troviamo posto. Ci installiamo e poi facciamo un bagnetto. Stefano rinuncia immediatamente, ancora non si sente bene e poi l’acqua è freddissima. Marco riesce a bagnarsi ma abbandona anche lui subito l’idea di qualsiasi performance natatoria…l’acqua, stranamente, è gelida!

Ceniamo al ristorante del camping. La vista sul mare è fantastica. Ordiniamo calamari fritti e mangiamo un piatto di crevettes cotte nel burro…misteri della comunicazione!

Ci alziamo il giorno dopo e Stefano non sta meglio, anzi. Durante la notte ha avuto un poco di febbre. Decidiamo di partire comunque ma lui dorme praticamente tutto il viaggio. Ci fermiamo in autostrada per un panino veloce. Arriviamo infine a Murefte in un simpatico camping un po’ hippie in riva al mare e ci installiamo all’ombra di un grosso pino. Stefano sonnecchia spostandosi dai grossi cuscini che sparsi su tutta l’area del camping alle amache appese ai pini ma la situazione non migliora. Anche qualche Dafalgan non aiuta. Marco nel frattempo approfitta per mettere insieme un po’ del materiale filmato con la dascham, i telefonini e la macchina fotografica e pubblicare alcuni filmini su YouTube e linkarli al sito. Se non li avete ancora visti andata nella sezione Video!

 

Il giorno dopo non va per niente meglio. Stefano ha ancora avuto febbre durante la notte. Decidiamo di fermarci una notte in più in questo gradevolissimo posto. Le attività di ieri pomeriggio si ripetono. Stefano sonnecchia, Marco si dà da fare con i video.

All’orario di cena Stef sta decisamente meglio. Prepara un gustosissimo piatto di penne al pesto e poi subito a nanna. Ancora un bel riposo per recuperare del tutto e poi domani si riparte.

Il mattino seguente in effetti, dopo una bella colazione con vista sul mare, si riparte. Stefano sta veramente meglio e prende i comandi fino alla nuova destinazione: Camping Alexandros a Nea Karvali. Impieghiamo 1 ora ad attraversare la frontiera fra Turchia e Grecia. Non incontriamo particolari difficoltà, anzi, non dobbiamo neanche scendere dall’auto, però c’è molto traffico (anche diversi camion) e le operazioni non per tutti si svolgono in modo celere.

Ritroviamo (finalmente?) la tipologia classica “europea” dei camping (grande, piazzole ben segnalate e servite da acqua ed elettricità, viali d’accesso e quant’altro). Anche qui, come già oggi in autostrada, un sacco di macchine targate in germania, olanda, francia, svizzera, …sicuramente un buon numero di turchi emigrati che fanno sosta qui sulla via del ritorno dalle vacanze estive.

Seduti all’ombra di un tiglio, discutiamo il programma dei prossimi giorni. Per la prima volta ci ritroviamo a consultare le previsioni del tempo. Vorremmo andare in Macedonia nella zona dei Laghi attorno ad Ocrida (Parco nazionale di Galitchitsa e Parco nazionale del Lago Prespa) ma danno pioggia fino a Lunedì. In alternativa potremmo passare dalla Grecia all’Albania ma sappiamo che al momento questa è invasa dai turisti. Per il momento non decidiamo niente…vedremo domani prima di partire.

Consumiamo una abbondantissima cena a base di insalata greca e mussaka. Finalmente, dopo parecchie settimane, una cucina che non è basata sul kebab. Poco prima di cena Stefano deve correre a mettere il telo antipioggia sulla sua tenda. Il celo si è riempito di nuvole minacciose e, infatti, pochi minuti dopo inizia a piovere…la prima volta che vediamo la pioggia dai giorni della Georgia.

Consumiamo la nostra cena mentre l’isola che ci sta di fronte, Thasos, è consumata dagli incendi. Vediamo il fumo dei diversi focolai sollevarsi e gli elicotteri che li sorvolano intenti nelle opere di spegnimento.

Dopo cena la pioggia cessa e raggiungiamo le nostre tende per la notte.  

***

We have breakfast on the beach ... beautiful. In the distance, the 3 guys we got out of trouble last night greet us. They too slept on the beach and they are having breakfast too.

We leave in the direction of Pergamon, another archaeological site that the boy met a few days ago strongly advised us to visit. To reach it we have to retrace a good hour of the road made yesterday and this does not excite us. We are also not sure if we can digest another archaeological site. If it wasn't at least as beautiful as the one in Hierapolis it would be a waste of time. Moreover Stefano is not in great shape today. We therefore decide to give up the visit and head towards Ayvalik, our next stop on the way to Greece. There are some very nice campsites on an islet overlooking the coast and reachable by means of a bridge.

The journey, today, holds no surprises for us. We arrive without problems near Izmir, the third largest Turkish city after Istanbul and Ankara. From the highway we can see it all. It is immense and extends from the sea to the slopes of the surrounding hills. The area is very windy and, in addition to Mr Magoo's effort to keep the road, this is confirmed by the numerous wind farms that we see in the distance. Even on the island that hosts our campsite (and on the previous islet that we also cross) the wind blades are scattered all over the place. Before reaching the protected natural area where we want to settle, we are stopped by the police. The car in front of us is sent back, we tell them we are headed to the campsite and they let us pass. Probably they try to avoid too many people settling on the different beaches in the area or that the wild camping is rampant.

We reach our destination but they won't let us in. They do not have a place for cars with a tent on the roof, but they advise us to try in the neighbouring structure. There we find place.

We settle down and then take a bath. Stefano gives up immediately, he still doesn't feel well and the water is very cold. Marco manages to get wet but he too immediately abandons the idea of ​​any swimming performance ... the water, strangely, is freezing!

We have dinner at the campsite restaurant. The sea view is fantastic. We order fried squid and eat a plate of crevettes cooked in butter… mysteries of communication!

We get up the next day and Stefano is not better, quite the contrary. During the night he had a little fever. We decide to leave anyway but he sleeps practically the whole trip. We stop on the highway for a quick sandwich. Finally, we arrive in Murefte in a nice hippie style campsite by the sea and settle in the shade of a large pine. Stefano dozes moving from the large cushions that are scattered throughout the camping area to the hammocks hanging from the pines, but the situation does not improve. Even some Dafalgan does not help. In the meantime, Marco takes the opportunity to put together some of the material filmed with the dascham, mobile phones and camera and publish some short videos on YouTube and link them to the site. If you haven't seen them yet, go to the Video section!

The next day is no better. Stefano still had a fever during the night. We decide to stay one more night in this very pleasant place. The activities of yesterday afternoon are repeated. Stefano is dozing, Marco is busy with videos. Stef feels much better at dinner time. He Prepares a delicious penne with pesto and then we to immediately go to bed. Another good rest to recover completely and then tomorrow we leave.

In fact, the following morning, after a nice breakfast overlooking the sea, we leave. Stefano is really better and takes the controls to the new destination: Camping Alexandros in Nea Karvali. It takes us 1 hour to cross the border between Turkey and Greece. We do not encounter particular difficulties, on the contrary, we don't even have to get out of the car, but there is a lot of traffic (even several trucks) and not everyone's operations are carried out quickly.

We find (finally?) The classic "European" type of camping (large, well-marked pitches served by water and electricity, access roads and so on). Here too, as already today on the motorway, a lot of cars registered in Germany, the Netherlands, France, Switzerland, ... certainly a good number of Turkish emigrants who stop here on their way back from summer holidays.

Sitting in the shade of a lime tree, we discuss the program for the next few days. For the first time we find ourselves consulting the weather forecast. We would like to go to Macedonia in the Lakes area around Ohrid (Galitchitsa National Park and Prespa Lake National Park) but the weather is bad until Monday. Alternatively, we could go from Greece to Albania but we know that at the moment this is overrun with tourists. For the moment we do not decide anything ... we will see tomorrow before leaving.

We consume a very abundant dinner based on Greek salad and mussaka. Finally, after several weeks, a cuisine that is not based on kebabs.

Shortly before dinner Stefano has to run to put the rain cover on his tent. The sky was filled with ominous clouds and, in fact, a few minutes later it started raining… the first time we have seen rain since the days of Georgia. We eat our dinner while the island in front of us, Thasos, is consumed by fires. We see the smoke from the various outbreaks rise and the helicopters flying over them intent on extinguishing works. After dinner the rain stops and we reach our tents for the night.  

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07.08.2022

Ieri ci siamo presi una giornata di pausa, probabilmente la prima vera e completa giornata dedicata a far niente. Niente programmi, niente chilometri, niente pieno da fare a Mr Magoo, niente spesa, niente cercare un posto per la notte, niente di niente. Ci siamo poi resi conto entrambe, parlandone a cena, che avevamo tremendamente bisogno di “spegnerci” un attimo. Negli ultimi 2 mesi, fra aspettative, delusioni, cambi di programma, piacevolissime scoperte, luoghi, suoni, odori, città, paesi, valli, strade, facce, esperienze indimenticabili ed altre che, purtroppo, dimenticheremo presto, ci siamo riempiti all’inverosimile. Ci sentiamo un po’ come appena alzati da tavola dopo un pranzo di Natale iniziato troppo presto a terminato troppo tardi durante il quale ci siamo abbuffati di un sacco di roba buona ed abbiamo ascoltato un infinità di storie raccontate da parenti che non vedevamo da lungo tempo.

Tra un bagno e l’altro rileggiamo i diari che abbiamo pubblicato e, oltre a ridere degli errori commessi (ortografia, tempi dei verbi, grammatica in generale, ripetizioni…vergogna!) chiudiamo gli occhi e ripensiamo ai bellissimi momenti vissuti che ci sembrano ormai lontanissimi nel tempo.

Ma quando si viaggia non fa bene rimanere fermi per troppo tempo ed oggi si rivelerà (ancora???) essere una giornata super interessante.

Come da programma scendiamo la collina verso il sito di Pamukkale/Hierapolis. Alle 08:00 prendiamo il biglietto di entrata ed iniziamo la visita che si divide in due “attrazioni” ben distinte. Le “vasche” e il sito archeologico di Hierapolis.

Iniziamo dalle vasche. Riportiamo qui di seguito (copia/incolla) quanto riportato su Wikipedia. Secondo noi è la perfetta descrizione di come, anche ai nostri tempi, i “conquistatori” (nel nostro caso la civiltà moderna) tendono, per chissà quale motivi, a distruggere ciò che hanno “conquistato”.

Inizio citazione - Sfortunatamente Pamukkale venne deturpata nel corso del XX secolo, alcuni hotel furono costruiti sopra al sito, distruggendo parte delle rovine di Hierapolis. L'acqua calda fu incanalata allo scopo di riempire le piscine artificiali degli alberghi. Gli scarichi di queste ultime per anni riversarono le acque reflue direttamente sul sito contribuendo in maniera determinante all'inscurimento delle vasche calcaree. Fu anche costruita una strada asfaltata in mezzo al sito per permettere ai visitatori di raggiungere la parte alta della formazione in bici, moto o a piedi. Inoltre fu concesso a questi ultimi di lavarsi all'interno delle vasche calcaree utilizzando detergenti di natura industriale aggravando ulteriormente il problema.

A seguito dei danni prodotti, L'UNESCO è intervenuta, predisponendo un piano di recupero nel tentativo di invertire il processo di inscurimento. Gli hotel furono demoliti, e la strada coperta da piscine artificiali che sono tuttora accessibili, a differenza del resto, dai turisti a piedi nudi. Una piccola trincea è stata scavata lungo il bordo, al fine di recuperare l'acqua ed evitarne la dispersione. Le parti brune sono sbiancate lasciandole al sole, in assenza di acqua per diverse ore al giorno. Per questo motivo molte piscine sono vuote. Alcune aree sono coperte d'acqua per un paio di ore al giorno, secondo la programmazione mostrata in cima alla collina. Inoltre il sito è costantemente sorvegliato da addetti che impediscono ai visitatori di abusare dei luoghi. Grazie a questi interventi il musa sta lentamente riprendendo il suo naturale colore bianco. – fine citazione

Personalmente avremmo qualche cosa da dire a riguardo al fatto che “il sito è costantemente sorvegliato da addetti che impediscono di abusare dei luoghi”. Nei pochi minuti che vi abbiamo dedicato ne abbiamo viste di tutti i colori. Inoltre il fatto che le “piscine” siano lasciate vuote per molte ore al giorno è per noi incomprensibile. Come può essere che il processo che ha creato tanta bellezza debba essere “interrotto per alcune ore al giorno”? non sarebbe forse meglio interrompere il flusso di turisti (ahinoi, anche noi due!!!) che pucciano i piedi (e non solo) nelle vasche anziché quello dell’acqua?

Rimaniamo comunque sbalorditi dalla grandezza del fenomeno. Stefano ha già avuto modo di vedere posti simili in Toscana e negli Stati Uniti ma mai di una tale estensione. Facciamo quindi le nostre foto di rito pucciando i nostri piedi nelle vasche comportandoci così anche noi da buoni conquistatori moderni e contribuendo alla rovina di tanta bellezza.

La visita di Hieraklios si rivela una vera sorpresa. Eravamo un poco scettici. Dopo aver visto Persepolis pensavamo che non ci fossero altri posti che potessero rimandare le grandezze di un tempo. Poi ieri, al camping, abbiamo avuto il piacere di conoscere un ragazzo italiano in viaggio con al sua moto ed espertissimo della zona. Mentre noi ci sollazzavamo in piscina, lui ha visitato il sito. Grazie alla sua frequentazione del liceo classico e, quindi, una solida formazione riguardante i periodi ellenici e romani della zona, a cena ci ha decantato le meraviglie di questa perla.

Entrambe con formazione commerciale, lo abbiamo ascoltato ma non siamo riusciti a contestualizzare. Il gap di storia che abbiamo è immenso. Siamo però rimasti affascinati dal suo entusiasmo.

Entusiasmo che, durante la visita, ci farà guardare alle vestigia antiche senza capirne molto ma rendendoci conto che abbiamo la possibilità di muoverci liberamente (forse troppo) in luoghi un tempo frequentati da notissimi personaggi che hanno avuto ruoli chiave nell’impero ellenico e in quello romano e, si dice, anche da alcuni apostoli del cristo di cui, nel nostro girovagare, abbiamo anche avuto modo di parlare in occasione della visita del luogo in cui fu custodita una delle lance utilizzate dai soldati romani per rendere il suo calvario un po’ più…calvario.

Stando alle dicerie locali l’apostolo filippo avrebbe, qui, scacciato un dragone dal tempio e, sempre qui, egli sarebbe stato sepolto.

Non dimentichiamo poi che qui in zona, si ritiene ci sia l’abitazione in cui la vergine Maria avrebbe trascorso i suoi ultimi anni di vita…Insomma, tanta roba.

Ora, a prescindere da dicerie, leggende, storia, credo o quant’altro, muoversi tra questi resti fa veramente una grande impressione. Altrettanta impressione ce la fa la distruzione che i terremoti hanno portato nel tempo. I blocchi di travertino usati per le costruzioni sono giganteschi ma, oggi, giacciono a lato di quanto rimasto in piedi come tessere di un domino che, al posto dei punti con il valore della tessera, riportano incise scritte e simboli vecchie anche di più di 2'000 anni.

Lasciamo per ultimo la salita al teatro che, recentemente restaurato da una missione italiana, ci induce a pensare a come potesse essere la vita a quei tempi in questi luoghi. Da quassù si domina la città che si estende tutt’attorno e termina sulla cascata bianca di Pamukkale. Probabilmente ci facciamo un film sbagliato, ma immaginiamo le eleganti signore camminare lungo i viali colonnati per salire fino al teatro che domina la città. Sicuramente seguite da uno stuolo di servitori che le proteggevano dal sole cocente con ombrelloni. Magari addirittura trasportate a spalle da schiavi di chissà quale provenienza su baldacchini di lussuosa fattura. Sul loro tragitto bellissime statue e imponenti stabilimenti (i bagni bizantini, quelli romani, le latrine, la cattedrale, il templio di Apollo, L’Agorà, Il Plutonium) a fare da contorno.

In tutto questo forse ci dimentichiamo delle fogne a cielo aperto, dei rifiuti marcescenti ammassati fuori dalle botteghe, degli odori delle cucine, delle pecore, capre, mucche, cavalli che circolavano pure loro per la città lasciando i loro escrementi dove meglio credevano. Sarebbe veramente bello poter chiudere gli occhi e, per un attimo, viaggiare indietro nel tempo e poter curiosare fa le strade di questa città ai tempi del suo maggior splendore e capire quale aria tirasse.

Torniamo alla calda realtà e a Mr Magoo che ci aspetta per la marcia di avvicinamento al confine della Turchia che, comunque, non attraverseremo oggi.

Il viaggio si svolge con continui avvicendamenti al volante. Oggi, purtroppo, i colpi di sonno sono frequentissimi e sappiamo bene anche il perché. Ieri (sabato) nel pomeriggio il camping si è riempito di famiglie e comitive di giovani che, con noi hanno goduto della piscina e del bar. Purtroppo le comitive di giovani, e in verità anche alcune famiglie, hanno abusato un pochino sia della piscina che del bar. Alla una di notte c’era ancora gente che si tuffava urlante in piscina mentre altri danzavano, pure urlanti, sui tavoli al ritmo di un improbabile disco music turca. Non abbiamo dormito molto e questo si riflette sulle nostre capacità di guida odierne.

Alla fine giungiamo comunque a destinazione (tappa obbligata alla Migros per la spesa) e troviamo un posto fantastico in riva al mare, praticamente sulla spiaggia (…vai di predicar bene e razzolare male!!).

Ci rinfreschiamo con alcuni bagni nel mare anzi, Stefano si rinfresca, Marco riesce solo a bagnarsi un pochino. Per chissà quale ragione qui la temperatura dell’acqua è di 21 gradi. Decisamente troppo pochi per Marco.

Prima di cena Marco decide di fare 2 passi lungo le stradine sabbiose che, scendendo dalle colline, permettono l’accesso in diversi punti al mare. Nel suo giro si imbatte in un gruppetto di giovani che si sono insabbiati con la loro macchina, una specie di Renalut Gordini più adatta alle piste da gara che quelle di sabbia. Dopo alcuni tentativi a spinta la situazione peggiora e Marco decide di andare a prendere Mr. Magoo per trascinarli fuori.

In un batter d’occhio la macchinetta è fuori dai guai e Marco riporta Mr. Magoo dove passeremo la notte. Purtroppo però i ragazzi si insabbiano ancora e Marco deve ritornare a trainarli. Cosa che si ripete ancora una volta non più di 5 minuti dopo. Questa volta i 3 si insabbiano talmente tanto che trascinarli fuori è impossibile. Marco deve usare il verricello. Ed è proprio in occasione di questo 3. intervento che un altro giovane corre incontro a Marco chiedendogli di andare ad aiutare anche lui che si è insabbiato poco più lontano.

Terminati i soccorsi stradali possiamo finalmente consumare la nostra cena e godere del fatto che per un paio di giorni non dovremo più comperare birre, quelle offerteci dai soccorsi quale ricompensa ci hanno riempito il frigo.

***

Yesterday we took a day off, probably the first real and complete day dedicated to doing nothing. No plans, no miles, no fuel for Mr Magoo, no shopping, not looking for a place for the night, nothing at all.

We then both realized, talking about it at dinner, that we needed to "switch off" for a moment. In the last 2 months, between expectations, disappointments, program changes, very pleasant discoveries, places, sounds, smells, cities, towns, valleys, roads, faces, unforgettable experiences and others that, unfortunately, we will soon forget, we have filled up beyond belief . We feel a bit like we just got up from the table after a Christmas lunch that started too early and ended too late during which we stuffed ourselves with a lot of good stuff and listened to countless stories told by relatives we haven't seen in a long time. . Between one bath and another we re-read the diaries we have published and, in addition to laughing at the mistakes made (spelling, tenses of verbs, grammar in general, repetitions ... shame!) we close our eyes and think back to the wonderful moments lived that now seem to us very distant in time.

But when you travel it is not good to stay still for too long and today it will turn out (again ???) to be a super interesting day.

As scheduled we go down the hill towards the Pamukkale / Hierapolis site. At 08:00 we take the entrance ticket and begin the visit which is divided into two distinct "attractions". The "basins" and the archaeological site of Hierapolis.

Let's start with the first. We report below (copy & paste) what is reported on Wikipedia. In our opinion it is the perfect description of how, even in our times, the "conquerors" (in our case modern civilization) tend, for whatever reason, to destroy what they have "conquered".

Beginning of quote - Unfortunately Pamukkale was defaced during the 20th century, some hotels were built on top of the site, destroying part of the ruins of Hierapolis. Hot water was channeled in order to fill the artificial swimming pools of the hotels. The discharges of the latter for years poured the waste water directly on the site, contributing in a decisive way to the darkening of the limestone tanks. An asphalted road was also built in the middle of the site to allow visitors to reach the top of the formation by bike, motorcycle or on foot. Furthermore, the latter were allowed to wash themselves inside the limestone tanks using industrial detergents, further aggravating the problem. Following the damage caused, UNESCO intervened, preparing a recovery plan in an attempt to reverse the darkening process. The hotels were demolished, and the street covered with artificial swimming pools which are still accessible, unlike the rest, by barefoot tourists. A small trench was dug along the edge, in order to recover the water and avoid its dispersion. The brown parts are whitened by leaving them in the sun, in the absence of water for several hours a day. For this reason, many swimming pools are empty. Some areas are covered with water for a couple of hours a day, according to the schedule shown at the top of the hill. In addition, the site is constantly monitored by employees who prevent visitors from abusing the places. Thanks to these interventions, the muse is slowly regaining its natural white color. - end of quote

Personally, we would have something to say about the fact that "the site is constantly monitored by people who prevent visitors from abusing the sites". In the few minutes that we have dedicated to the bassins, we have seen several abuses with no intervention. Furthermore, the fact that the "pools" are left empty for many hours a day is incomprehensible to us. How can it be that the process that created so much beauty has to be "interrupted for a few hours a day"? Wouldn't it be better to interrupt the flow of tourists (alas, the two of us too !!!) who pound their feet (and not only) in the tubs rather than that of the water?

However, we are amazed by the magnitude of the phenomenon. Stefano has already had the opportunity to see similar places in Tuscany and the United States but never of such an extent.

So we take our ritual photos by putting our feet in the tubs, thus behaving ourselves as good modern conquerors and contributing to the ruin of such beauty.

The visit of Hieraklios turns out to be a real surprise. We were a little skeptical. After seeing Persepolis we thought that there were no other places that could postpone the greatness of the past.

Then yesterday, at the campsite, we had the pleasure of meeting an Italian boy traveling with his motorbike and very expert in the area. While we were enjoying ourselves in the pool, he visited the site. Thanks to his attendance of the classical high school and, therefore, a solid education concerning the Hellenic and Roman periods of the area, at dinner he praised the wonders of this pearl. Both with commercial training, we listened to it but were unable to contextualize. The history gap we have is immense. However, we were fascinated by his enthusiasm.

Enthusiasm that, during the visit, will make us look at the ancient vestiges without understanding much but realizing that we have the opportunity to move freely (perhaps too much) in places once frequented by well-known personalities who played key roles in the Hellenic empire and in that Roman and, it is said, also by some apostles of Christ of whom, in our wanderings, we also had the opportunity to speak on the occasion of the visit of the place where one of the spears used by Roman soldiers to make his ordeal was kept a little more ... ordeal.

According to local rumors, the apostle Philip would have chased a dragon from the temple here and, again here, he would have been buried.

Let's not forget that here in the area, it is believed there is the house where the Virgin Mary would have spent her last years of life ... In short, a lot of stuff.

Now, regardless of rumors, legends, history, creed or whatever, moving among these remains really makes a great impression. The destruction that earthquakes have brought over time makes the same impression. The travertine blocks used for the constructions are gigantic but, today, they lie next to what remained standing like dominoes which, in place of the points with the value of the card, have engraved writings and symbols even more than 2000 years old.

We leave for last the ascent to the theater which, recently restored by an Italian mission, leads us to think about what life could have been like in those times in these places. From up here you can see the city that extends all around and ends at the white waterfall of Pamukkale. We probably make a wrong movie, but let's imagine the elegant ladies walking along the colonnaded avenues to go up to the theater overlooking the city. Surely followed by a crowd of servants who protected them from the scorching sun with umbrellas. Maybe even carried on the shoulders of slaves from who knows what origin on luxuriously made canopies. On their way, beautiful statues and impressive establishments (the Byzantine baths, the Roman ones, the latrines, the cathedral, the temple of Apollo, the Agora, the Plutonium) surround them.

In all this, perhaps we forget the open sewers, the rotting waste piled up outside the shops, the smells of the kitchens, sheep, goats, cows, horses that also circulated around the city, leaving their excrements where they thought best. It would be really nice to be able to close the eyes and, for a moment, travel back in time and be able to browse the streets of this city at the time of its greatest splendor and understand what the air was like.

Visit is over and we go back to the warm reality and to Mr Magoo who is waiting for us for the march towards the Turkish border which, however, we will not cross today.

The journey takes place with continuous changes at the wheel. Unfortunately, sleepiness is very frequent today and we also know why. Yesterday (Saturday) in the afternoon the campsite was filled with families and groups of young people who, with us, enjoyed the swimming pool and the bar. Unfortunately the groups of young people, and indeed some families, have abused a little both the pool and the bar. At one o'clock in the morning there were still people screaming into the pool while others danced, even screaming, on the tables to the rhythm of an unlikely Turkish disco music. We didn't get much sleep and that reflects on our driving skills today.

In the end, however, we arrive at our destination (obligatory stop at Migros for shopping) and we find a fantastic place by the sea, practically on the beach (… go preach one thing do another !!).

We refresh ourselves with a few baths in the sea indeed, Stefano refreshes himself, Marco can only get a little wet. For who knows what reason the water temperature here is 21 degrees. Far too few for Marco.

Before dinner, Marco decides to take 2 steps along the sandy streets which, descending from the hills, allow access to the sea at different points. On his lap he runs into a group of young people who have covered up with their car, a kind of Renalut Gordini more suited to racing tracks than the sandy ones.

After a few push attempts the situation worsens and Marco decides to go get Mr. Magoo to drag them out. In the blink of an eye the machine is out of trouble and Marco takes Mr. Magoo back to where we will spend the night. Unfortunately, however, the boys are still covered up and Marco has to return to tow them. Which is repeated again no more than 5 minutes later. This time the 3 get so covered up that it is impossible to drag them out. Marco has to use the winch. And it is precisely on the occasion of this 3. intervention that another young man runs to meet Marco asking him to go and help him too, who is covered up a little further away. After the roadside assistance we can finally have our dinner and enjoy the fact that for a couple of days we will no longer have to buy beers, those offered to us by the rescued as a reward have filled our fridge.

 

 

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05.08.2022

Lasciamo il carinissimo camping della pensione MAVI CENNET dopo aver diviso il tavolo della colazione con una giovane coppia turca e il loro bimbetto che, al sicuro tra le braccia del papà, ci scruta con i suoi profondi occhi neri.

Oggi vogliamo raggiugere un camping nell’entroterra situato vicino alle curiose formazioni di Pamukkale che in turco significa “castello di cotone”, nome che ben si adatta al luogo. Seguiamo la costa fino ad Antalya (o Adalia) dove giriamo a sinistra e ci allontaniamo dal mare. Mentre Marco, provato dal caldo, se la dorme della più bella, Stefano segue la grande (in perfetto stile turco) strada che ci porta a Denizli. Giriamo un poco in città alla ricerca della Migros per la spesa e rimaniamo sorpresi dalla modernità, dall’ordine e dalla pulizia di questo luogo. Sembra quasi che la città sia stata interamente edificata negli ultimi mesi adottando ed applicando i più recenti standard di una città moderna europea.

Senza accorgercene (almeno, Marco non se n’è accorto) dal livello del mare siamo saliti fino a 1'500 metri per poi ridiscendere ai 354 di Denizli.

Riempito il frigo, copriamo gli ultimi 30 km che ci separano dal camping Tepe che si trova in alto sopra al sito di Pamukkale/Hierapolis che visiteremo domani.

Il posto ci piace subito. E’ semplice ed essenziale. Bello ombreggiato dispone anche di una super piscina. Ed è proprio li che passiamo il resto della giornata. Tra un bagno e l’altro facciamo ordine nelle foto e nei video che abbiamo raccolto nelle ultime settimane. Ci tiriamo anche a giorno con i blog. Che pacchia! Non ci mettiamo molto a decidere che domani spenderemo l’intera giornata qui. La visita al sito è rimandata di un giorno.

***

We leave the cute camping site of the MAVI CENNET pension after sharing the breakfast table with a young Turkish couple and their little boy who, safe in his father's arms, scrutinizes us with his deep black eyes.

Today we want to reach a campsite in the hinterland located near the curious formations of Pamukkale which in Turkish means "cotton castle", a name that is well suited to the place.

We follow the coast to Antalya (or Adalia) where we turn left and move away from the sea. While Marco, tried by the heat, sleeps in the most beautiful way, Stefano follows the great (in perfect Turkish style) road that leads us to Denizli. We wander around the city for a while in search of a Migros for shopping and we are surprised by the modernity, order and cleanliness of this place.

It almost seems that the city has been entirely built in the last few months by adopting and applying the latest standards of a modern European city. Without realizing it (at least, Marco didn't notice) we climbed up to 1,500 meters from sea level and then descended back to 354 in Denizli.

 Once the fridge is filled, we cover the last 30 km that separate us from the Tepe campsite which is located high above the Pamukkale / Hierapolis site that we will visit tomorrow. We like the place immediately. It is simple and essential. Beautifully shaded, it also has a super swimming pool. And that's where we spend the rest of the day. Between one bath and another, we tidy up the photos and videos that we have collected in recent weeks. We also get involved with blogs. What a godsend! It doesn't take us long to decide that tomorrow we will spend the whole day here. The visit to the site is postponed for one day.

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04.08.2022

Giornata di assoluto relax. Per colazione prepariamo il nostro caffè e poi con calma leggiamo le ultime news ed aggiorniamo il blog con i giorni mancanti dell'Iran e della Turchia. Ogni tanto un tuffo nel mare  per rinfrescarci. Verso sera ci concediamo un paio di birrette nella bella terrazza del campeggio, dove ci servono una zuppa di piselli e poi un ottimo pesce alla griglia con patatine (menù unico per tutti gli ospiti).

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A day of absolute relaxation. For breakfast we prepare our coffee and then calmly read the latest news and update the blog with the missing days of Iran and Turkey. Every now and then a dip in the sea to cool off. Towards evening we indulge in a couple of beers on the beautiful terrace of the campsite, where they serve us a pea soup and then an excellent grilled fish with chips (unique menu for all guests).

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03.08.2022

Marco si sveglia e non trova più la tenda si Stefano. E si che ieri sera era sistemata a ca. 2 o 3 metri da Mr Magoo. Si guarda attorno e poi la scorge, lontana, sulla spiaggia. Possibile che abbia russato così forte da costringere Stef ad allontanarsi di un centinaio di metri? In realtà la notte è stata caldissima e Stefano si è spostato per godere un poco della leggera brezza che c’era in riva al mare.

In effetti, da quando abbiamo lasciato l’Iran, il clima è notevolmente cambiato. Le temperature sono scese almeno di 10 gradi ma la grande umidità le rende insopportabili. Ci sorprendiamo ad avere entrambe malinconia dei 40 e più gradi “secchi” iraniani a confronto dei 30 e più gradi “umidi” turchi.

Sono solo le 6:30 e siamo già fradici di sudore. Prima della colazione decidiamo di fare un bel bagno nel mare. Non siamo gli unici. Malgrado sia molto presto, sono in molti che si godono il fresco della mattina in spiaggia o nell’acqua. Il bagno in realtà non è poi così rinfrescante. Anche questa mattina la temperatura dell’acqua si aggira sui 30 gradi.

Impacchettiamo le nostre cose e ripartiamo. Avremmo intenzione di trovarci un posticino un poco attrezzato (camping) sulla costa e goderci per un paio di giorni questo magnifico mare prima di arrivare alle zone più turistiche (Antalya, Bodrum, …). Tra l’altro, se rimaniamo fedeli al programma di massima preparato alcuni giorni fa, non dovremmo neanche addentrarci nella parte più turistica dalla Turchia del sud.

Come spesso accade, il viaggio ci riserva alcune sorprese. Pensavamo di avere davanti una “noiosa” giornata di guida e invece, già pochi km dopo Tasucu, il paesaggio si riempie di enormi serre con i vetri dipinti di bianco. Più viaggiamo e più le serre diventano giganti. In alcuni casi occupano l’intero fianco della montagna che scende a picco sul mare. Non capiamo quale tipo di coltivazione sia così tipica di questa zona. Finalmente riusciamo ad intravvedere in una delle serre delle piante di….banane! Banane? In Turchia? Facciamo qualche piccola ricerca in internet e scopriamo che il governo turco, nel 2021, ha varato un piano per rendere il paese, in 2 anni, indipendente dall’importazione di questo frutto. Anzi, il programma prevede che oltre a coprire le 800'000 tonnellate di fabbisogno interno annuo, la produzione dovrà raggiungere le 900'000 tonnellate in modo da permetterne l’esportazione…di banane,…dalla Turchia.

Rimaniamo piuttosto perplessi da tutto ciò. Lo scempio paesaggistico che si sta consumando qui per ottemperare a questo piano è immane (siamo in riva ad un mare bellissimo). Non solo per la costruzione delle serre ma pure per l’enorme sforzo profuso per portare acqua ed elettricità ad esse. Inoltre i ripidi pendii sono stati scavati per ricavarne i terrazzi dove avviene la coltivazione (poi coperti dalla serre) e un impressionante ragnatela di strade che le collega l’una all’altra. Ma, ancora una volta, chi siamo noi per giudicare?

Proseguiamo ed iniziamo a cercare il posto per trascorrere il prossimi 2 o 3 giorni. Stranamente iOverlander non ci aiuta molto…sembra che in zona non ci siano camping o, per lo meno, ce ne siano molto pochi. Non tardiamo molto a capire il perché. Finite le serre di banane iniziano quelle per i…turisti. La parte destra della strada inizia ad essere popolata da una serie infinita di grandissimi, nuovissimi ed altissimi hotels. E questo per chilometri e chilometri. Tra gli hotel e il mare solo la strada che stiamo percorrendo. Quando ci fermiamo ai semafori possiamo godere della musica a manetta e delle urla degli animatori che esortano gli ospiti a partecipare a qualche gioco. Le piscine di alcuni hotel sono talmente vicine al traffico congestionato della strada che, prendendo il sole a bordo vasca o godendosi il fresco in acqua, l’odore di gas di scarico deve essere insopportabile. Il rumore degli autocarri e dei numerosi autobus che trasportano i turisti invece è coperto dai decibel degli impianti musicali degli hotel.

Facciamo una sosta e, incitati dalle urla dell'animatore di turno e dalla musica del “gioco aperitivo” dell’hotel più vicino, facciamo una spesa per i prossimi giorni. Rigorosamente alla Migros.

Questa dei posti turistici super affollati era proprio quello che volevamo evitare con la decisione di lasciare la costa ad Antalya e di inoltrarci verso l’interno. Non pensavamo che tutto questo iniziasse già in zona Bozyazi.

Abbiamo gli indirizzi di alcuni camping ed iniziamo a visitarli per vedere se c’è posto. Al primo veniamo rifiutati senza troppi complimenti. Ci dicono che è necessaria la riservazione. Posto ce ne sarebbe ma senza riservazione non è possibile entrare. Forse lo sporco Mr Magoo e le nostre magliette sudate incutono un po’ di timore alla guardia all’entrata di questa camping di super lusso. Gentilmente però ci indirizza al camping vicino. Ci basta vederlo per rinunciare. Si tratta di un posteggio asfaltato per camper senza ombra e senza nessuna struttura (a parte i gabinetti). Pensare di piazzarci qui con questo caldo sarebbe un suicidio.

Percorriamo quindi a ritroso un pezzo di strada per vedere un camping che avevamo scartato giudicandolo, dalle recensioni, troppo “basic”. Veniamo accolti a braccia aperte. Ci installiamo e ci sentiamo subito come a casa. E’ vero, è tutto un poco approssimativo e rudimentale ma non abbiamo bisogno di altro e poi i gabinetti e la doccia sono puliti!!

Facciamo subito un bel bagno nel mare che ci sembra più fresco di questa mattina (anche se l’orologio di Stefano segna inesorabilmente 30 gradi). Tra bagni e docce (queste ultime si che sono rinfrescanti) arrivano le 19:00, orario in cui viene servita la cena.

Il camping infatti è situato sul retro (fronte mare) della piccola bianca ed azzurra pensione MAVI CENNET dove chi vuole mangiare deve presentarsi alle 19:00 in punto al ristorante. Menu unico! …e non si discute.

Sazi ma accaldati ci ritiriamo nelle nostre tende.

***

Marco wakes up and no longer finds Stefano's tent. And yes that last night it was placed at approx. 2 or 3 meters from Mr Magoo. He looks around and then sees it, far away, on the beach. Was it possible that he snored so loudly that Stef was forced to go a hundred yards away? In reality, the night was very hot and Stefano moved to enjoy a little of the light breeze that was on the seashore. Indeed, since we left Iran, the climate has changed considerably. The temperatures have dropped at least 10 degrees but the high humidity makes them unbearable. We are surprised to have both melancholy of Iranian 40 and more "dry" degrees of 30 and more "humid" Turkish degrees.

It is only 6:30 and we are already soaked in sweat. Before breakfast we decide to take a swim in the sea. We are not the only ones. Despite being very early, many enjoy the coolness of the morning on the beach or in the water. The bath is actually not that refreshing. Again, this morning, the water temperature is around 30 degrees.

We pack up our things and leave. We would like to find a little equipped place (camping) on ​​the coast and enjoy this magnificent sea for a couple of days before reaching the more touristic areas (Antalya, Bodrum, ...). If we remain faithful to the general program prepared a few days ago, we should not even go into the most touristic part of southern Turkey.

As often happens, the journey has some surprises in store for us. We thought we had a “boring” day of driving ahead and instead, already a few kilometers after Tasucu, the landscape fills up with huge greenhouses with white painted glass. The more we travel, the more the greenhouses become giants. In some cases, they occupy the entire side of the mountain that falls sheer to the sea. We cannot understand what type of cultivation is so typical of this area. Finally we can see some plants of… bananas in one of the greenhouses! Bananas? In Turkey? We do a little research on the internet and we discover that the Turkish government, in 2021, launched a plan to make the country, in 2 years, independent from the import of this fruit. Indeed, the program provides that in addition to covering the 800,000 tons of annual requirements, production will have to reach 900,000 tons in order to allow the export ... of bananas ... from Turkey.

We are quite perplexed by all this. The landscape destruction that is taking place here to comply with this plan is immense (we are on the shore of a beautiful sea). Not only for the construction of the greenhouses but also for the enormous effort made to bring water and electricity to them. In addition, the steep slopes have been dug to create terraces where cultivation takes place (then covered by greenhouses) and an impressive web of roads that connects them to each other. But, again, who are we to judge?

We continue and start looking for the place to spend the next 2 or 3 days. Strangely, iOverlander doesn't help us much… it seems that there are no campsites in the area or, at least, there are very few. We do not take long to understand why. Once the banana greenhouses are over, those for the… tourists begin.

The right side of the road begins to be populated by an infinite series of very large, brand new and very high hotels. And this for miles and miles. Between the hotels and the sea only the road we are traveling on. When we stop at the traffic lights we can enjoy the music at full throttle and the shouts of the animators who urge guests to participate in some games. The swimming pools of some hotels are so close to congested road traffic that the smell of car exhaust must be unbearable. The noise of the trucks and the numerous buses carrying tourists is instead covered by the decibels of the hotel music systems. We take a break and, incited by the screams and music of the "aperitif game" of the nearest hotel, we shop for the next few days. Strictly at Migros.

This super crowded tourist spot was just what we wanted to avoid with the decision to leave the coast in Antalya and head inland. We did not think that all this was already starting in the Bozyazi area.

We have the addresses of some campsites and we begin to visit them to see if there is room. At the first we are rejected without too many compliments. They tell us that reservations are required. There would be room but without reservation it is not possible to enter. Perhaps the dirty Mr Magoo and our sweaty T-shirts inspire a bit of fear for the guard at the entrance to this super-luxury campsite. However, he kindly directs us to the nearby campsite. We just need to see it to give up. It is an asphalted caravan park without shade and without any structure (apart from the toilets). Thinking about placing ourselves here in this heat would be suicide.

We then drive back a piece of road to see a campsite that we had discarded, judging it too "basic". We are welcomed with open arms. We settle down and immediately feel at home. It's true, it's all a little rough and rudimentary but we don't need anything else and then the toilets and shower are clean !!

We immediately take a swim in the sea that seems fresher than this morning (even if Stefano's clock inevitably marks 30 degrees). Between bathrooms and showers (these are refreshing!) we reach 19:00, the time when dinner is served. The campsite is in fact located on the back (facing the sea) of the small white and blue MAVI CENNET pension where those who want to eat must show up at the restaurant at 19:00 sharply. Unique menu! … And there is no question.

Sated but swatz we retire to our tents.

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